A Bologna la forma anticrisi dell’assistenza inventata da un’associazione condominiale
Tempi di crisi, si sa, ma con la scusa della crisi c’è chi ci rimette le penne o, sul piano professionale, soldi, superlavoro e stress. Sta accadendo a Bologna, dove un’associazione condominiale, “Confabitare”, ha avuto un’idea che a tutta prima sembra geniale, al punto da far dire: ma come è potuto succedere che non ci avevamo pensato prima? L’idea è semplice: l’associazione si occupa – gratuitamente – di istruire le signore selezionate e di curare la parte amministrativa. A che scopo? Ad occuparsi di persone anziane. Non di una sola persona, ma di tutte quelle che abitano in quel determinato palazzo condominiale, all’insegna della minimalizzazione della spesa e della massimalizzazione della resa. Due parole orrende che vogliono dire molto semplicemente che la stessa badante prende un solo stipendio ma si occupa di tutti gli anziani del condominio. Ovviamente a turno, non avendo in genere il dono dell’ubiquità. Ogni anziano, poi, paga soltanto 200-250 euro al mese per un servizio giornaliero.
Dunque, ricapitolando: un singolo anziano se la cava con 200-250 euro al mese, la badante prende un solo stipendio, che in genere è di circa 1000-1200 euro al mese, e l’associazione che offre gratis la parte amministrativa (la busta paga alla badante con oneri sociali annessi, la raccolta dei soldi di ciascun anziano e l’organizzazione del servizio preceduto dall’istruzione delle donne selezionate. Pensate, sono già 45 i palazzi in cui si offre questo servizio e sono, appunto, 45 le badanti che lavorano.
Tutto bene? Per nulla. E’ vero che tra le badanti sono miracolosamente spuntate anche le italiane, non solo le moldave, le ucraine, le rumene, segno che la crisi imperversa e che ci si adatta come si può. E’ altrettanto vero che sono tanti i giovani italiani in grado di svolgere un qualche mestiere o desiderosi di impararne uno, che partono e vanno in Australia, dove trovano un contratto e un lavoro (non come da noi, in Italia, dove per darsi delle arie da persone aperte, progressiste, all’avanguardia e chi ne ha più ne metta, si fanno entrare stranieri senza offrir loro né casa, né lavoro, né niente, solo la possibilità di arrangiarsi a fare lo sfruttato o a chiedere la carità davanti ai supermercati o alle chiese o a delinquere). Dunque, è vero tutto questo, ma far passare per geniale una prassi che invece è vecchia quanto il mondo, ce ne corre.
Dov’è il trucco? Lasciamo stare l’interrogativo se effettivamente l’associazione opera gratis o meno, il fatto è che la singola persona anziana paga 200-250 euro al mese per avere un servizio non solo ridotto – il che sarebbe giusto visto la cifra – ma anche inadeguato. D’altra parte, la badante, dovendosi occupare di più persone, ciascuna con farmaci ad orari, pulizia, pasti, eccetera, deve uscire matta per tenere dietro alle esigenze – minime – di tutti. Come fa, infatti, ad occuparsi di chi in quel determinato momento ha bisogno se è affaccendata con qualcun altro che, evidentemente, ne ha altrettanto bisogno? Qualcuno ci rimette, anzi, secondo noi, a rimetterci sono in due: la singola persona anziana – e quindi tutte – e la badante stessa che con un solo stipendio – tra l’altro non dei più elevati – deve correre da un piano all’altro, passare da un’emergenza all’altra, da un’incombenza all’altra, finendo per fare male ciò che andrebbe fatto con la dovuta calma e con il tempo necessario affinché il lavoro sia davvero socialmente utile. Anche perché, la singola persona anziana, non può essere un numero, cioè un oggetto da sistemare tra i tanti. E’ una persona con cui intrattenersi, scambiare qualche parola, bisogna farla sentire al centro delle attenzioni, cose di questo genere che ognuno può immaginare.
La crisi aguzza l’ingegno, forse è vero, ma forse solo quello di alcuni, gli altri, in un modo o in un altro, ci rimettono, e offrire servizi pessimi è meglio non offrirli e imparare ad essere seri, perché la serietà è civiltà e alla lunga paga, in un modo o in un altro, mentre i raggiri, le approssimazioni non portano nulla di buono.