È stato pubblicato il primo rapporto sulla discriminazione razziale in Svizzera che documenta i provvedimenti adottati dallo Stato e dalla società civile. Con esso si vuole definire le basi per realizzare piani d’intervento e strategie preventive sull’argomento. Il rapporto 2012, esteso dal Servizio per la lotta al razzismo sulla discriminazione (SLR) in terra elvetica, è già stato preso in considerazione da Consiglio federale nella seduta del 15 marzo scorso. E comunque da precisare che in Svizzera al giorno d’oggi non esistono casi estremi di razzismo, ma è pur vero che alcune persone hanno subito degli atti discriminatori a causa della loro origine, del colore della pelle, del nome, della religione o dello stile di vita.
Tali abusi riguardano soprattutto alcuni momenti della vita quotidiana: succede a chi cerca casa, nella vita professionale, all’ospedale, negli uffici pubblici, nello sport e anche nel tempo libero.
Questi non meno gravi comportamenti, non devono essere sottovalutati ne tralasciati e sia lo Stato che la società civile hanno l’obbligo di intervenire. Per questo motivo, al fine di definire l’entità del problema, ma anche le strategie da adottare è necessario monitorare sistematicamente gli atteggiamenti e gli episodi di razzismo e discriminazione nonché documentare i provvedimenti dello Stato e della società. Cosa che è stata compiuta dal SLR, adempiendo l’incarico conferitogli dal Consiglio federale il 30 giugno 2007 di rilevare e documentare regolarmente la diffusione della discriminazione e degli atteggiamenti razzisti nel nostro Paese e i provvedimenti adottati per combatterli.
Attraverso il Rapporto 2012 del SLR, Confederazione, Cantoni, Città, Comuni e organizzazioni della società civile potranno agire più efficacemente contro la discriminazione e l’attuazione degli impegni della Svizzera in materia di diritti umani sarà più facilmente applicabile.