Raoul Bova è un quasi quarantenne single incallito che scopre di essere padre e all’improvviso la sua vita è stravolta!
Come reagireste se all’improvvisto una figlia di cui ignorate l’esistenza bussasse alla vostra porta? Questa è la stravagante avventura in cui si ritrova coinvolto Andrea, un pubblicitario di successo avvenente ma superficiale che è arrivato alla soglia dei 40 anni senza riuscire a creare una relazione fissa e che vive da compiaciuto single sotto il motto “I am mine”, cioè “io sono mio” che campeggia sotto forma di insegna luminosa nel suo soggiorno di casa.
Andrea conduce una vita senza relazioni impegnative, ma fatta di avventure di una sola notte con bellissime ragazze rimorchiate in discoteca, feste giuste con le persone giuste, e quando il tempo sembra ricordargli che l’età avanza, basta un goccio di tinta per capelli sulle basette, mentre a stirargli le camicie ci pensa la mamma. Insomma Andrea vive la sua vita da sogno ma non sa che presto tutto potrà tramutarsi in incubo. Una mattina, infatti, bussa alla sua porta una giovane ragazza, la 17enne Layla e si presenta al malcapitato dicendo di essere sua figlia. Sua madre – una ex dimenticata negli anni – rimase incinta, durante un’avventura estiva, ora purtroppo è morta. Il nonno Enzo, un rockettaro che ebbe i suoi giorni di gloria con la band dei Giaguari negli anni ’70, le ha tenuto compagnia per un po’ e, con il suo scassato camper, l’ha accompagnata a conoscere il padre. In un attimo la vita di Andrea è sconvolta e si ritrova a dover fare i conti con una vita differente da quella che si era creato. L’inattesa paternità che l’Andrea ‘deresponsabilizzato’ nizialmente rifiuta, a poco a poco, lo porterà a fare un percorso di maturazione al quale non può più sottrarsi. Dall’altra parte, la giovane Layla dovrà invece accettare la verità sulla figura paterna e rinunciare al suo ideale di padre per conoscere invece dal vivo i pregi e i difetti dell’uomo che l’ha messa al mondo. In questo modo due persone vengono messe alla prova e riusciranno a trovare un punto d’incontro, il giusto equilibrio del rapporto pare-figlia che rivoluzionerà la vita di entrambi. Secondo lavoro del regista Edoardo Leo dopo “Diciotto anni dopo”, che lo vede alle prese con una commedia sceneggiata Massimiliano Bruno, con cui indaga sul delicato rapporto genitori/figli, più nello specifico quello padre/figlia.
L’attore e regista romano, che nella commedia interpreta il ruolo dell’amico sensibile che passa per fesso e vive come ospite a casa di Andrea, realizza il percorso di un personaggio, Andrea-Raoul Bova, che fa i conti coi trascorsi e con la necessità di crescere. È una commedia brillante, dove le parti più divertenti sono destinate ai comprimari, il nonno alternativo e sonnambulo interpretato da Enzo Di Giallini e l’amico fesso Leo, con cui però lancia alcuni spunti di riflessione importanti come le difficoltà di relazionarsi, difficoltà di comunicazione nei legami che invece dovrebbero essere molto forti, come i legami di famiglia. Con Buongiorno Papà, si ride talvolta anche con un pizzico di amarezza e di commozione ma senza mai scadere nel patetico. Una commedia all’italiana, quindi, che passa dalle risate alle scene di sentimenti con grande facilità.
Uscito nelle sale cinomatografiche italiane il 14 marzo scorso, al suo debutto ha riscosso un gran successo piazzandosi al secondo posto dei film di più successo, solo dopo “Il grande e potente Oz”.