Quando sulla pelle compaiono macchie rosse in rilievo, simili a punture di zanzara
Uno dei problemi della pelle è l’orticaria, un disturbo abbastanza diffuso. Compaiono macchie in rilievo, simili a punture di zanzare, di colore rosso e pruriginose. Se le macchie vengono schiacciate, diventano più chiare, ma poi ritornano ad essere rosse. L’orticaria riguarda la parte superficiale della pelle, ma può riguardare anche gli strati più profondi. Le parti del corpo dove si formano queste macchie arrossate e pruriginose sono il viso e gli arti, gambe e braccia, ma possono essere anche la schiena e la parte davanti. Le macchie possono durare da pochi minuti ad alcune ore, ma si possono ripresentare ad intermittenza per settimane o anche mesi.
Ci sono delle cause specifiche? Le cause possono essere tante, tra cui un’allergia, che la provoca nella maggior parte dei casi, ma non sempre. Ci sono anche cause da infezioni da virus, tipo l’HBV, che causa la mononucleosi, oppure da batteri come lo streptococco. Certe volte l’orticaria può essere provocata dagli sbalzi di temperatura, specie dal freddo. Non sono da escludere poi gli sforzi fisici o anche lo sfregamento di abiti troppo stretti. L’orticaria, infine, se unita a mal di pancia e pruriti nelle parti intime, può essere il segnale di infestazione da parassiti intestinali. Insomma, non è facile diagnosticare l’orticaria e soprattutto le sue cause, per cui si deve ricorrere ad una serie di accertamenti.
Gli esami che si prescrivono per verificare una causa certa sono innanzitutto un prelievo del sangue per accertare un’allergia a determinati alimenti o la presenza nell’ambiente di peli di animali o di acari della polvere. Se i risultati sono positivi, si devono evitare le sostanze allergizzanti o la diffusione nell’ambiente di allergeni.
Nel caso in cui l’orticaria non è di tipo allergica, il prelievo di sangue permette di individuare la presenza di virus o infezioni che possono spiegare la situazione. Si prescrivono anche esami delle feci se l’orticaria è legata a parassiti intestinali. Se l’orticaria è legata a sbalzi di temperatura, quindi al freddo, si eseguono test cosiddetti di provocazione cutanea, cioè si espone la pelle dell’interessato a una sorgente fredda per vedere se si ottiene la reazione allergica. Lo stesso avviene in caso di orticaria da sforzo.
La dottoressa Antonella Muraro, primario di Allergologia presso l’azienda ospedaliera dell’Università di Padova, per quanto riguarda la terapia, dice: “Suggerisco di controllare i sintomi in attesa della terapia agendo sull’alimentazione. Consiglio di evitare i cibi che favoriscono la produzione di istamina, cioè la sostanza che, prodotta nel nostro corpo, determina la comparsa dell’orticaria. Tra i cibi che raccomando di evitare, almeno fino al termine degli accertamenti, ci sono i pomodori, il pesce, il cioccolato, la frutta secca, le banane e i frutti di mare. Raccomando poi di limitare al massimo il consumo di alimenti conservati: a volte l’orticaria dipende da una reazione ai conservanti contenuti, per esempio, negli insaccati o nei prodotti in scatola. Queste limitazioni sono utili in attesa della diagnosi”.
Per la terapia ci sono i farmaci antistaminici, che si possono usare anche per lunghi periodi senza alcun problema. Agli antistaminici si possono affiancare, se è il caso, anche cortisonici da prendere per bocca. Se si scopre che il problema è di tipo batterico, si prescrive un antibiotico. Se l’orticaria è di tipo virale, allora bisogna attendere la guarigione spontanea. Nel caso di parassiti intestinali, sono sufficienti due assunzioni di prodotti antiparassitari per bocca, chiamati antielmintici.
Un’ultima informazione: la terapia bisogna farla fino in fondo, con diminuzione progressiva dei farmaci, anche se i disturbi scompaiono. Se non si fa fino alla fine la cura, se la si interrompe bruscamente, si rischia di far tornare di nuovo il disturbo.