Il testo approvato la settimana scorsa al Senato dovrà tornare all’Assemblea nazionale solo per poche modifiche formali
Anche la Francia ha approvato il matrimonio gay. Non è ancora legge dello Stato, ma è come se lo fosse. La relativa legge è stata approvata al Senato, dunque deve ritornare all’Assemblea nazionale, dove fu approvata già il 12 febbraio e dove deve ritornare solo per una pura formalità di testo. In Francia, come anche in Italia, il testo di una legge per essere approvato definitivamente deve essere identico sia al Senato che all’Assemblea nazionale. La legge sul matrimonio gay non lo è solo per poche parole formali. Quando l’Assemblea nazionale approverà il testo uscito dal Senato, solo allora l’iter sarà completo.
L’articolo 1, quello che recita “Il matrimonio è contratto da due persone di sesso differente o dello stesso sesso”, è quello che rende l’idea della novità. Con quest’articolo il matrimonio etero o gay sono la stessa cosa. I gay, dunque, non solo possono sposarsi legalmente, ma possono usufruire di tutti i diritti e i doveri di una coppia eterosessuale, quindi eredità, reversibilità della pensione e, tra l’altro, adozione di bambini.
Hollande, in caduta libera in termini di popolarità e di realizzazioni promesse in campagna elettorale, ha però mantenuto l’impegno preso nel corso della campagna elettorale. Le opposizioni possono fare tutte le manifestazioni di questo mondo, possono ritardare il sì definitivo, ma non possono cambiare la legge e la sua filosofia. Non unioni di fatto, ma matrimonio tout court, esattamente come in Gran Bretagna, che ha approvato la legge qualche mese fa. L’ultimo paese ad approvare il matrimonio gay è stato l’Uruguay, la settimana scorsa. In Europa i Paesi che hanno il matrimonio gay sono la Svezia, la Norvegia, la Danimarca, l’Olanda, il Belgio, il Portogallo, l’Islanda. Anni fa, fu approvato anche nella cattolica Spagna. Fuori dall’Europa il matrimonio gay è legge in nove Stati degli Usa, in Canada, Argentina, Sudafrica.
In molti altri Paesi sono state approvate le “unioni civili”. Essi sono: l’Irlanda, la Germania, il Lussemburgo, la Svizzera, il Lichtenstein, l’Austria, la Repubblica Ceca, la Slovenia, la Croazia, l’Ungheria, la Finlandia. Il matrimonio gay e le unioni di fatto sono illegali in Estonia, Lituania, Bielorussia, Polonia, Ucraina, Moldavia, Bulgaria e Serbia. In altri Stati non esiste né una legge sul matrimonio gay, né una legge sulle unioni civili. Questi Paesi sono: l’Italia, la Bosnia, l’Albania, la Romania, la Lettonia, la Macedonia, la Grecia, la Turchia, la Russia.
C’è da dire che negli Usa sono molti gli Stati che ne stanno discutendo.
Ritornando alla Francia, da quando la legge è stata incanalata nell’Assemblea nazionale, sono cominciate le manifestazioni delle opposizioni che che dicono no sia al matrimonio gay che alle adozioni da parte di una coppia gay. Le manifestazioni sono state oceaniche, ma la maggioranza socialista al Parlamento francese è schiacciante, quindi per via legislativa nulla da fare. L’eroina del “no al matrimonio gay”, la sedicenne e combattiva Frigide Barjot, sta facendo fuoco e fiamme, ma non l’ha spuntata. Le manifestazioni continuano. L’opinione dei francesi, dai sondaggi, sono per il matrimonio ma non per le adozioni. Hollande ce la sta mettendo tutta per arrivare al sì definitivo, e sta accelerando proprio per incassare una vittoria politica e allontanare dalle prime pagine dei giornali gli scandali degli evasori fiscali, in primo luogo quella del suo ex ministro Cahuzac.
E in Italia? Si sa che l’Italia non ha una legge né sul matrimonio gay, né sulle unioni civili, ma la Consulta preme perché siano riconosciuti i diritti di tutti i cittadini. Da ultimo, c’è stata una sentenza che blocca il mantenimento del coniuge che vive come coppia di fatto, dunque è un riconoscimento di fatto, ma per ora, anche perché esistono altri problemi, non se ne parla.