Aveva 94 anni, l’annuncio del Wall Street Journal online
NEW YORK – E’ morto all’età di 94 anni Paul Samuelson, considerato uno dei padri dell’economia moderna, avendo riportato in primo piano gli insegnamenti del britannico John Maynard Keynes sulla necessità degli interventi pubblici in caso di recessione. Samuelson, il primo americano a conquistare il Nobel dell’economia, nel 1970, con la motivazione di aver trasformato teorie astratte in risposte ai problemi, è stato anche l’ economista di John Fitzgerald Kennedy, il presidente assassinato a Dallas, in Texas, nel 1963.
Samuelson è morto nella sua casa di Belmont, in Massachusetts ed è stato l’Mit, il Massachusetts Institute of Technology (Mit) a cui era particolarmente legato, ad annunciare la sua morte. Il presidente della Fed Ben Bernanke, un suo ex studente all’Mit di Cambridge, lo ricorda non solo come un insegnante di primissimo livello, ma anche come uno dei maggiori teorici del Novecento. A lui dobbiamo, in particolare, il metodo della statica comparativa in economia, cioé basato sul principio della termodinamica: ogni sistema reagisce alle modifiche esterne minimizzandone l’impatto.
Il suo libro più diffuso ‘Economics’ è stato pubblicato per la prima volta nel 1948 ed è uno dei libri di testo più venduti al mondo: negli Usa è stato numero uno per 30 anni. Tradotto in 20 lingue ‘Economics’ vendeva, alla fine del secolo scorso, una media di 50mila copie l’anno. Tra i discepoli di Samuelson spiccano grandi figure e premi Nobel come Franco Modigliani, George Akerlof, Robert Engle, Paul Krugman e Joseph Stiglitz. Era stato Samuelson a spiegare ai leader americani e del mondo intero le qualità della filosofia di John Maynard Keynes, ed uno dei suoi ‘alunni’ era stato il presidente Usa John F. Kennedy, all’inizio degli anni sessanta. Il New York Times ricorda che la prima lezione a Kennedy venne impartita in riva al mare, nei pressi della tenuta familiare di Hyannis Port, non lontano da Cape Cod. Durò una quarantina di minuti e venne preceduta da una colazione su uno yacht con politici ed intellettuali di Cambridge. “Mi aspettavo piatti eccezionali – è stato il commento dell’economista – mi hanno servito salsicce di Francoforte e fagioli”.
E’ stato Samuelson, andando decisamente controcorrente, a convincere un Kennedy più che riluttante a tagliare le tasse per rilanciare l’economia subito dopo la sua elezione nel 1960. “Ho appena fatto campagna per la responsabilità fiscale e i budget in equilibrio e lei mi suggerisce che la prima decisione dovrebbe essere di tagliare le tasse?”: così Jfk si sarebbe rivolto a Samuelson, secondo il racconto dello satesso economista stesso, che poi il presidente finirà con l’ascoltare. In realtà Kennedy verrà assassinato prima che gli sgravi fiscali fossero entrati totalmente in vigore, ma il suo successore Lyndon Johnson non cambierà la linea, riuscendo a rilanciare l’economia. Le teorie neo-keynesiane di Samuelson sono infine tornate alla ribalta nel 2008, quando è iniziata una recessione mondiale senza precedenti dai tempi della Grande Depressione. Ricette di questo tipo, con il rilancio dei lavori pubbliche sono apparse indispensabili, in mancanza di altri ammortizzatori sociali.