11 settembre 2011, 8:46 di New York, le 14:46 in Italia: il volo AA11 partito da Boston si schianta sulla Torre Nord del World Trade Center. Iniziano a girare le prime immagini, che diventeranno presto drammaticamente famose in tutto il mondo, del World Trade Center circondato dal fumo. Le redazioni di televisioni radio e giornali, cominciano ad entrare in subbuglio, i telefoni sembrano impazzire per quello che sembra ancora essere solo “un grave incidente aereo”. Alle 9:03 il secondo aereo colpisce la Torre Sud. Il traffico per le strade è semiparalizzato, le vie sono percorse da ambulanze, auto della polizia, vigili del fuoco. Le esplosioni dentro le torri si susseguono. L’adrenalina aumenta, ci si incomincia ad interrogare; lo sguardo del mondo intero è già rivolto a quanto sta accadendo al World Trade Center. Non si ha ancora la misura di quello che sarà, ma si inizia a capire che è ben più di un pur grave incidente aereo. Alle 09.43 è la volta del Pentagono. Passa poco e la Casa Bianca viene evacuata. Alle 9:55 crolla la Torre Sud; pochi minuti prima del crollo della Torre Nord, alle 10:29, viene evacuato l’Onu. Una colonna di fumo è visibile da quasi tutta Manhattan. Migliaia di persone hanno abbandonato gli uffici e si sono riversate in strada. La città è coperta per chilometri da una neve di morte: la polvere delle Torri, mentre fantasmi bianchi di polvere, in lacrime, si aggirano nelle strade del cuore finanziario del mondo. Le comunicazioni cominciano a diventare impossibili. È il caos. Ma pur nel caos basta poco più di un’ora per capire: quell’11 settembre lascerà il segno, e non solo a New York.
Sono passati dieci anni da allora, ma nessuno ha dimenticato le immagini di quelle ore convulse che avrebbero cambiato il destino del mondo intero rendendo la minaccia del terrorismo una tragica realtà dall’immane consistenza. Quell’11 settembre, l’America, la potenza per eccellenza, si è improvvisamente scoperta vulnerabile e gli Stati Uniti si sono trovati spiazzati, alle prese con una minaccia di tipo nuovo e non identificabile: non una potenza straniera a minacciare la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ma una organizzazione islamica radicale, Al Qaida, diretta da Osama bin Laden (ucciso a maggio in un raid Usa in Pakistan), ospitata in Afghanistan dal regime radicale dei Talebani. Le conseguenze degli attacchi, ancora inimmaginabili pur nella devastazione susseguente al crollo delle Torri Gemelle, furono presto note a tutti. Da allora, il mondo intero è cambiato: l’antiterrorismo diventa la priorità, minaccia dopo minaccia e attentato dopo attentato, dei vari governi nazionali; sospinti dall’emergenza gli Stati Uniti fecero una serie di passi indietro nella protezione dei diritti civili: più intercettazioni, controlli più frequenti e ingressi più difficili, oltre ad un rafforzamento delle misure di sicurezza negli aeroporti di tutto il mondo e in particolar modo di quelli americani, veri porti di mare prima degli attacchi dell’11 settembre. 10 anni dopo, Obama e Bush ricordano insieme a Ground Zero le quasi tremila vittime dei terroristi islamici in quello che è anche il primo anniversario dopo la morte dell’artefice di quell’inferno, lo sceicco della morte, Osama Bin Laden. Per ricordare il loro sacrificio, domenica 11, dove sorgeva il World Trade Center, non ci saranno discorsi ufficiali, ma solo poesie, come voluto dal sindaco Michael Bloomberg. Assieme ai due presidenti, saranno presenti i governatori Andrew Cuomo (New York) e Chris Christie (New Jersey), come l’ex governatore sempre di New York, George Pataki, in carica all’epoca, oltre all’ex sindaco, figura simbolo di quei tragici giorni, Rudolph Giuliani.
La cerimonia segnerà ogni passo di quella mattina terribile, dalla collisione del primo aereo alla Torre Nord, ai due crolli, meno di due ore dopo. La cerimonia sarà l’occasione anche per rendere omaggio esplicitamente a tutte le vittime di quella giornata. E per la prima volta in dieci anni saranno compresi nel ricordo anche i nomi di chi è stato ucciso al Pentagono, a due passi da Washington o in Pennsylvania. L’11 settembre è prevista anche la cerimonia di apertura del Memorial di New York, tributo alle tremila vittime degli attentati dell’11 settembre 2001 e anche a quelle dell’attentato del ’93, quando al Qaida fece esplodere un furgone nel garage sotterraneo delle Torri Gemelle.
Il memorial sorge a Lower Manhattan, cuore finanziario della Grande Mela, proprio sulla superficie un tempo occupata dal World Trade Center, e consiste in due grandi fontane, di 4mila metri quadri l’una, con pareti d’acqua che formano la più grande cascata del Nord America. Questa mega installazione è circondata da un bosco di 400 querce, mentre i nomi delle vittime sono scolpiti su pannelli in bronzo lungo tutto il perimetro delle vasche. Il pubblico potrà visitare il memorial dal giorno dopo la cerimonia ufficiale per i familiari delle vittime in programma l’11 settembre. Ma al di là delle manifestazioni ufficiali, a ricordare le vittime dell’11 settembre, vittime di ben 90 nazionalità diverse, sarà, come ogni anno, il mondo intero.