Foulard, annodature ultra femminili e tanti colori per l’ultima sfilata della linea giovane firmata dalla coppia Domenico Dolce e Stefano Gabbana che dimostra ancora tanto coraggio nel cambiare idee e strategie commerciali
Tanti foulard per un addio: ma niente commozione, anche se quella del 22 settembre scorso a Milano Fashion Week è stata l’ultima sfilata di D&G! Dalla prossima stagione il marchio diventerà tutt’uno con il fratello più grande Dolce & Gabbana (quindi non andrà più autonomamente in passerella), in una nuova strategia che prevede un solo grande brand a diffondere tante diverse realtà stilistiche. L’ultima sfilata, con un mare di coloratissimi foulard in seta stampata, è servita dunque a alare il sipario. Ma i due stilisti non sembravano tristi: «Siamo molto felici del momento che stiamo vivendo. Dalle prossime stagioni il marchio D&G uscirà insieme a Dolce&Gabbana e darà ancora più energia alle nostre collezioni. Per noi è come tornare a quando abbiamo iniziato questo lavoro, pieni di idee. Abbiamo tanti nuovi progetti da realizzare, così come vent’anni fa quando è nato “D&G”. Questa è la nostra nuova realtà. Siamo felicissimi di tutto ciò». In un’intervista a Luke Leitch del britannico The Telegraph, hanno inoltre dichiarato: «In futuro vogliamo lavorare ad un solo stile. (…) Lavoriamo perché ci piace. Ed è tempo di dedicarci ad una sola collezione, perché quando moriremo vogliamo lasciare un’unica etichetta, riconoscibile in tutto il mondo. (…) Di sicuro con due brand si fanno più soldi, ma per essere veramente forti bisogna averne uno solo. Guarda Chanel». E così è maturata la decisione di chiudere D&G che, con le sue collezioni tematiche e in continua evoluzione, per i due stilisti è sempre stata una pericolosa arma a doppio taglio: se da un lato infatti era un’incredibile macchina da soldi, dall’altro era anche una spugna che assorbiva enormi quantità di energia e tempo sia a Domenico che a Stefano. E considerati l’interesse e l’attenzione di entrambi per le nuove tendenze, liberarsi di questo “fardello”, che in realtà viene incorporato nel marchio Dolce & Gabbana, significa avere più risorse da dedicare ad altre avventure e sperimentazioni. Come per esempio il concept store Spiga2, che al piano terra vende accessori del brand mentre a quello superiore ospita giovani talenti per farli conoscere al grande pubblico, oppure i due nuovi progetti che Domenico e Stefano dicono di avere in cantiere: «Ma per ora sono un segreto», of course. In fondo le cose cambiano e le griffe si adattano ai tempi: la differenza tra prima e seconda linea era faticosa da individuare ogni volta, per un gruppo che ha comunque uno stile grintoso. Niente impedirà comunque di segnalare una linea D&G con una sua etichetta: ma certo finisce la storia di una griffe che era nata per proporre ai giovani una moda a prezzi più accessibili. Inizialmente produzione e distribuzione erano state affidate in licenza a Ittierre: il successo del marchio ha poi indotto la Dolce&Gabbana ad optare per una gestione diretta. Ma dalla crisi del 2008 in avanti, tutto è diventato davvero più complicato. Per quest’ultima passerella, sarà un caso, ma è stato evitato del tutto il nero, poco denim, mentre si è preferito un’esplosione di allegria con colori stampati sulla seta. Se a caratterizzare la collezione PE 2012 sono le proporzioni morbide e aderenti, l’elemento distintivo per eccellenza è il foulard che si annoda sensualmente al corpo: a farfalle, a fiori, a fantasie barocche, a motivi astratti o ad intrecci di passamanerie, in gruppo, uniti tra loro di traverso e in tinte differenti, quasi ad ammirare la storia dei carré più famosi, quelli di Hermes, di Gucci, di Versace, D&G lo propone ovunque, su shorts, camicie, pantaloni, gonne, accessori. Una collezione che è dunque un tripudio di stampe foulard su seta: il risultato è giovane, appetibile, allegro, originale, vien voglia di avere subito la blusa a scatola ricamata di paillettes, lo chemisier con le tasche di jeans, i calzoni morbidi, la gonna che sembra un patchwork di stampe e almeno uno degli abiti lunghi costruiti unendo grandi fazzoletti di chiffon, o quelli a drappeggio a balze con stampe variopinte. Come accessori, plateau di legno-foulard allacciato alla caviglia, borse foulard da portare al polso, cappelli di paglia e rafia, orecchini e collane con monetine dorate, micro-pochette che contengono solo lo stretto indispensabile.