Intervista a Carmen Walker Späh, candidata del Plr al Consiglio nazionale
Signora Walker Späh, lei si candida per il consiglio nazionale, perché gli svizzeri dovrebbero votare lei?
Perché a Berna c’è bisogno di più donne in politica che si impegnano con coraggio, pragmatismo e con tanto cuore per una Svizzera liberale. Donne e uomini nel nostro Paese si devono poter muovere liberamente e sicuri. Una politica liberale si impegna però anche per una economia e una società aperta e responsabile.
Il signor Parvaresh, direttore del Christehüsli, centro di accoglienza per drogati o persone senza tetto, in un intervista ci ha detto che molti genitori non hanno più tempo per dedicarsi ai loro figli. Lui ha a che fare con tante persone che proprio per questa ragione oggi sono drogate. Come vede lei questa situazione?
In alcuni casi questo può risultare vero, ma non vorrei generalizzare. Come presidente del PLR-Donne Svizzera e mamma di tre figli lotto per la compatibilità tra famiglia, lavoro e politica. Però ci vogliono strutture nelle scuole, più asili nido e la disponibilità delle imprese di offrire alle donne e agli uomini con figli orari di lavoro flessibili.
In questo contesto rientra anche l‘idea del PLR-Donne di offrire un riconoscimento al lavoro dei volontari. In che cosa consiste esattamente la proposta del PLR-Donne?
L’iniziativa dei volontari e dei privati è di massima importanza per la nostra società. Affermo che la nostra Svizzera non sarebbe cosi piena di successi se non ci fossero state sempre persone volontarie che hanno dato e danno anche oggi un grande contributo alla nostra società. Purtroppo vedo un desinteresse crescente, le persone non sono più cosi disposte a fare lavori di volontariato senza ricevere una ricompensa. Cosi la responsabilità sociale viene data sempre più allo Stato. Il PLR-Donne propone di istituire dei certificati di apprezzamento dell’opera dei volontari, in modo che possa valere come biglietto da visita per trovare più facilmente un lavoro.
Tante mamme che hanno completato una formazione professionale o universitaria, anche costosa, dopo la maternità non trovano più lavoro. Questo è uno dei suoi argomenti centrali. Cosa si può fare?
Di fatto, è un’assurdità, prima si formano donne con studi lunghi e costosi, poi, quando diventano mamme, vengono tenute fuori dal mondo del lavoro. Da una parte per questo si devono creare più posti negli asili nido, dall’altra, però, si devono creare orari di lavoro flessibili e deve essere garantito lo stesso salario a parità di lavoro. Inoltre, indagini dimostrano che nelle imprese i teams con donne e uomini sono più efficienti. Le imprese fanno bene quindi ad approfittare del potenziale delle capacità lavorative delle donne!
Diversa, però, è la situazione delle famiglie dove i genitori praticano lavori comuni, non hanno funzioni dirigenziali e svolgono lavori poco retribuiti. In questi casi un salario non basta e per giunta è difficile coniugare famiglia e lavoro. Spesso, poi, gli asili nido sono molto cari..
Proprio per questo è importante che tutti due i genitori possano continuare a lavorare. Ciò è possibile solo se gli asili nido hanno abbastanza posti a disposizione. Per questo io mi sono impegnata nel Cantone di Zurigo affinché che il Comune intervenga. Le tariffe devono essere adattate alle condizioni della famiglia. Se questo non basta, esiste una rete sociale con prestazioni di sostegno. Quattro anni fa nel Consiglio cantonale mi sono impegnata per eliminare gli ostacoli burocratici per accedere agli asili nido. Assurdità burocratiche come la separazione delle toilette per i bambini piccoli, maschi e femmine, rendono i posti negli asili nido inutilmente più cari. Non è possibile che da una parte lo Stato aiuta a fondare nuovi asili nido e dall’altra ne blocca l‘accesso con queste norme inutili. Sono necessari dei cambiamenti per poter risolvere il problema dei costi e per poter offrire maggiori opportunità a chi lavora.
Come si attua una buona politica di integrazione?
Grazie ad una buona politica d’integrazione il nostro Paese offre a tutti quelli che vengono da noi le informazioni necessarie, in maniera facilmente accessibile a tutti, per potersi orientare subito nella nostra politica e nella nostra cultura. Questo è un credito da pagare. Quelli che vengono nel nostro Paese, però, hanno un debito da saldare, perché devono impegnarsi veramente a integrarsi nel nostro Paese, rispettando anche i nostri valori.
Il PLR vuole che i clandestini che vengono qui dall’Italia possano essere rimandati in Italia nuovamente anche con i treni, mentre finora questo è stato possibile solo con l‘aereo. Ma questa è l’unica soluzione giusta?
In base a Schengen/Dublin i clandestini possono essere rimandati al loro primo Paese di asilo. Per ora questo è possibile solo con gli aerei, Il PLR vuole che sia possibile rispedirli anche con i treni. Più importante per me però è che il respingimento sia umano.
Manuela SalaMone