Lunedì 12 il primo di una serie di scioperi contro le misure adottate dal governo Monti; a seguire il settore del credito e delle riscossioni e il pubblico impiego
Dopo il fallimento dell’ultimo disperato tentativo di domenica 11 di far cambiare idea al governo, il 12 è arrivata la risposta dei sindacati con tre ore di sciopero generale a fine turno, manifestazioni con migliaia di persone in tutta Italia e un presidio davanti a Montecitorio con i tre segretari confederali Camusso, Bonanni e Angeletti per dire no alla manovra economica. Dopo anni e anni di divisioni e polemiche questa mobilitazione, con la sola eccezione di Bologna, ha ricompattato le sigle Cgil, Cisl e Uil che, non soddisfatte dall’incontro con Monti, hanno deciso di scendere, insieme, in piazza. Lo striscione “Per la libertà del lavoro’’ con il logo Fiat ha aperto il corteo della Fiom nel centro di Torino. Dietro hanno sfilato migliaia di lavoratori metalmeccanici. Alte le adesioni secondo la Fiom, in tutte le fabbriche.“Abbiamo voluto dare un segno particolare alla presenza dei metalmeccanici – ha spiegato il segretario generale della Fiom torinese, Federico Bellono – sia anticipando lo sciopero di otto ore previsto per il 16, sia con la manifestazione che sta riuscendo molto bene. Questo per dire che siamo contro la manovra e contro il tentativo Fiat di cancellare il contratto nazionale. È importante sottolineare questo proprio qui a Torino dove è probabile che nelle prossime ore si consumi uno strappo democratico nei confronti dei lavoratori’’. Allo slogan “equità, equità equità’’, migliaia di lavoratori di Cgil, Cisl e Uil hanno sfilato a Firenze.In corteo anche esponenti di forze politiche e istituzioni con in testa il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi seguito da numerosi sindaci dell’area fiorentina in fascia tricolore ed esponenti della Provincia.
A Genova il corteo unitario dei sindacati indetto contro la manovra è partito dalla stazione di Genova Principe: vi hanno preso parte circa mille persone, controllate da un ingente servizio d’ordine della Cgil e dalle forze dell’ordine. La manifestazione, alla quale si sono aggiunti anche numerosi studenti, è terminata davanti alla prefettura di Genova, dove si sono tenuti alcuni comizi. Una delegazione di sindacalisti è poi stata ricevuta dal prefetto del capoluogo ligure, Francesco Musolino.Bologna è stata l’unica città nella quale le tre sigle sindacali non hanno sfilato insieme. La Cgil, anche in altre città emiliane, è infatti scesa in piazza da sola. I manifestanti hanno sfilato sotto la pioggia fino a raggiungere il palco rivolto al palazzo del Governo. Un corteo separato, ma cercando di non fomentare la polemica con Cisl e Uil. Come ha spiegato il segretario Danilo Gruppi, parlando sotto la pioggia, “lo intendiamo in pieno sostegno alla proposta di modifica alla manovra che i tre sindacati hanno unitariamente avanzato’’. Le otto ore di sciopero della Cgil – sotto lo slogan ‘L’alternativa c’è, paghi chi non ha mai pagato’ – univa alla critica alla manovra anche la protesta contro il ‘modello Fiat’, questione che ha impedito la proclamazione di uno sciopero unitario. Dal palco hanno infatti parlato una pensionata e un delegato Fiom della Magneti Marelli, illustrando le conseguenze per la fabbrica dell’uscita del gruppo Fiat da Confindustria e dell’emarginazione della Fiom’’. La Cisl non è andata in piazza, ma ha fatto assemblee nella sua sede provinciale e nei luoghi di lavoro. “Avremmo voluto portare in piazza tutta questa gente – ha detto il segretario Alessandro Alberani – questo è un momento amaro per il sindacato bolognese’’. A Cagliari sono scese in piazza seimila persone sotto le bandiere di Cgil, Cisl e Uil per protestare contro la manovra economica e finanziaria del governo Monti. I manifestanti che hanno aderito alle tre ore di sciopero indetto dai sindacati si sono ritrovati in piazza del Carmine, davanti al Palazzo del Governo. Da qui un corteo rumoroso con striscioni e fischietti si è diretto verso viale Bonaria dove, di fronte alla sede della Rai Regionale, è stato attuato un presidio e un volantinaggio. I leader sindacali regionali di Cgil, Enzo Costa, Cisl, Mario Medde, e Uil, Francesca Ticca, hanno spiegato le ragioni dello sciopero al prefetto di Cagliari, Giovanni Battista Tuveri, e al suo vice Andreina Farris. Sono giunte alla manifestazione delegazioni dei territori di Cagliari, Medio Campidano e del Sulcis-Iglesiente per sottolineare il dramma delle industrie in crisi. I sindacati unitari hanno dato un parere negativo sulla manovra, definita iniqua nei tagli alla spesa pubblica. “È ingiusta e inadeguata e non coglie le esigenze di un rilancio dello sviluppo e occupazione in una regione, come la Sardegna, che sta sprofondando, più di altre, sotto i colpi della crisi – ha sottolineato Medde, segretario generale Cisl sarda – colpisce i redditi più bassi, interviene in modo pesante sulle pensioni, non si parla di tassare i grandi patrimoni immobiliari, nè di intervenire per limitare gli sprechi della politica, insomma a pagare sono lavoratori e/o pensionati’’. Le bandiere unite fanno un bell’effetto, è un’iniziativa importante in tutta Italia”, è stato il commento alla manifestazione di Susanna Camusso. “Il paese – ha aggiunto – chiede equità e che i sacrifici non ricadano sempre sui soliti noti”.