In Svizzera l’obbligo generale di prestare servizio militare va mantenuto. Garantisce un esercito solidamente radicato nella società e dal profilo della politica istituzionale è parte integrante dell’autoconsapevolezza della Svizzera. Questo è stato ribadito dal Consiglio federale nel suo messaggio concernente l’iniziativa popolare «Sì all’abolizione del servizio militare obbligatorio»
Il 5 gennaio 2012 il Gruppo per una Svizzera senza esercito ha depositato l’iniziativa popolare «Sì all’abolizione del servizio militare obbligatorio» corredata di 106’995 firme valide. Lo scopo dell’iniziativa è di abolire il servizio militare obbligatorio e di sostituire l’esercito attuale basato sull’obbligo di prestare servizio militare e sul principio di milizia con un esercito di volontari ridimensionato. Il Consiglio federale ha licenziato nella sua seduta odierna il messaggio concernente l’iniziativa. Esso raccomanda di respingere l’iniziativa senza controprogetto. Nel suo messaggio, il Consiglio federale illustra i motivi per i quali esso intende mantenere anche in futuro l’obbligo generale di prestare servizio militare. A suo parere, tre sono in particolare gli argomenti contro l’iniziativa:in primo luogo, il passaggio a un esercito di milizia di volontari pregiudicherebbe la sicurezza del Paese e della sua popolazione. L’effettivo dell’esercito dipenderebbe dalla possibilità di reperire un numero sufficiente di volontari per il servizio militare. In tal modo, non potrebbero però più essere garantite le prestazioni richieste all’esercito, non soltanto quelle nel caso di un attacco militare nei confronti della Svizzera, ma nemmeno le prestazioni d’appoggio a favore delle autorità civili in caso di catastrofi o per compiti di sicurezza.In secondo luogo, il Consiglio federale crede che, dal profilo della politica istituzionale, in Svizzera l’obbligo generale di prestare servizio militare sia saldamente radicato. L’intero sistema politico svizzero si fonda sull’idea che i diritti sono anche vincolati a obblighi. Questa considerazione si applica pure all’esercito: l’obbligo di prestare servizio militare – come altri diritti e doveri civici – consente alle singole cittadine e ai singoli cittadini di impegnarsi per il bene comune.
Il Consiglio federale ritiene che tale autoconsapevolezza a livello sociale e di politica istituzionale sia una caratteristica marcante della Svizzera ed è convinto che questo non valga soltanto per il passato, ma anche per il futuro. In terzo luogo, il Consiglio federale è convinto che la combinazione «obbligo di prestare servizio militare» e «sistema di milizia» sia sempre ancora il modello di esercito migliore, più efficiente e più efficace per la Svizzera. Tale modello consente, a seconda della situazione di minaccia, di disporre rapidamente della quantità necessaria di truppe. In tal modo, in caso di esigua minaccia l’esercito non deve tenere inutilmente pronti grandi effettivi, ma nel peggiore dei casi può tuttavia chiamare rapidamente in servizio una grande quantità di truppe. Accanto alla sua capacità di adeguamento, il sistema attuale garantisce anche di rendere sfruttabili nel miglior modo da parte dell’esercito le vaste conoscenze e capacità provenienti dall’ambito civile, l’eterogeneità sociale e regionale dell’esercito nonché il tradizionale stretto legame tra l’esercito e la società.Il messaggio licenziato oggi dal Consiglio federale viene ora trasmesso alle Camere federali, che lo tratteranno nella sessione invernale di quest’anno e nella sessione primaverile dell’anno prossimo. La votazione popolare sarebbe possibile al più presto nella seconda metà del 2013.