Ci sono alcune persone che sono intolleranti permanentemente al glutine. In media l’intolleranza colpisce uno su centomila, anche se sono in tanti a non saperlo. L’intolleranza inizia già quando si è bambini, a partire dal momento in cui nella dieta si introducono alimenti che lo contengono.
Che cos’è il glutine? E’ un complesso proteico che si trova nell’avena, nel frumento, nel farro, nel kamut, nell’orzo, segale, spelta e triticale. Quando il glutine arriva nell’intestino di chi è celiaco (così si chiama che non lo tollera), succede che, dice lo specialista Umberto Volta, “scatena una reazione impropria dei linfocidi T. Queste cellule del sistema immunitario, per far fronte a un’aggressione inesistente, liberano una serie di sostanze, che alla lunga danneggiano la mucosa intestinale, fino ad atrofizzare i villi, cioè quelle piccole strutture intestinali che servono ad assorbire i nutrienti”.
Quali sono i sintomi della celiachia? Come detto, a partire dal momento in cui nella dieta del bambino compare un alimento che contiene glutine, compaiono diarrea, vomito, anoressia, arresto della crescita o calo ponderale e con sbalzi di umore e irritabilità. Lo specialista afferma che nella prima infanzia i sintomi sono così acuti che possono causare anche una “grave disidratazione” a causa della diarrea e provocare anche il coma. Tuttavia, non è sempre così, perché nelle forme meno gravi di celiachia , dopo il secondo o terzo anno, i sintomi possono essere diversi, meno acuti, quali il deficit dell’accrescimento, , dolori addominali, anemia sideropenica (mancanza di ferro). La celiachia può comparire anche in qualsiasi momento della vita, magari in seguito ad una gravidanza stressante, ad un intervento chirurgico o ad una infezione intestinale. In questi casi il celiaco ha manifestazioni che possono essere molto varie: dal cattivo assorbimento con diarrea e perdita di peso a carenze vitaminiche e di sali minerali, ai crampi, a debolezza muscolare fino alle afte. “Altri sintomi”, dice lo specialista, “ possono essere l’anemia da carenza di ferro fino (nelle donne) ad alterazioni della fertilità e frequenza di aborti. Spesso si presentano anche disturbi dell’umore che scompaiono quando il glutine viene tolto dalla dieta”.
Per verificare che si tratta di celiachia, dopo i sintomi si passa alla diagnosi, “effettuata mediante dosaggi sierologici degli anticorpi specifici (i cosiddetti Aga, gli EmA e soprattutto gli anticorpi antitransglutaminasi). Sono analisi molto sensibili – aggiunge il dottor Volta – con cui si scopre quasi il 98% dei casi di celiachia. Ma per la diagnosi definitiva, almeno fino a quando non verranno messi a punto test meno invasivi su cui stanno lavorando i ricercatori, è indispensabile una biopsia duodenale, con il prelievo di un frammento di tessuto durante una gastroscopia. Siccome una percentuale elevata dei celiaci, dal 20% al 40%, soffre anche di colon irritabile, che in molti casi non migliora con la dieta senza glutine, non è infrequente il ricorso alla colonscopia. Solo in rarissimi casi, comunque, il colon irritabile (e le altre malattie infiammatorie del colon) vengono innescate direttamente dalla celiachia”. Come ci si può curare? In attesa dell’esito di ricerche su nuovi farmaci e su un vaccino, l’unico modo per combattere la celiachia è non mangiare alimenti che contengono il glutine, quindi niente pane, niente pasta, pizza, eccetera. Bisogna evitare l’uso promiscuo delle posate e bisogna lavare bene le posate perché possono rimanere residui di glutine. Meglio sarebbe che il celiaco usasse posate e piatti riservati esclusivamente a lui o a lei. Infine, diciamo che in tutte le farmacie si vendono cibi senza glutine..