Con l’autunno e con la temperatura instabile inizia anche il periodo in cui è più facile prendere un raffreddore o la classica influenza. Accade ogni anno e questo non sfugge alla regola. La buona notizia è che non ci sono in vista nuovi virus influenzali, quelli che i medici chiamano i “ceppi”, ma solo varianti di quelli dell’anno scorso, che non sono meno insidiosi, perché le varianti, anche se minime, non permettono al sistema immunitario di riconoscere i virus modificati. Il virus dell’influenza, infatti, per sopravvivere si camuffa e dunque se si vuole contrastarlo bisogna vaccinarsi.
I medici suggeriscono di farlo almeno 2-3 settimane prima che si diffonda il virus; farlo più tardi, si rischia di beccarselo con anticipo. Il vaccino consiste in un’iniezione non più intramuscolare, ma sottocutanea, fa meno male sia al momento della puntura, sia nei giorni successivi. Ovviamente non si consiglia a tutti, ma solo a coloro che hanno oltrepassato i sessantacinque anni e/o che soffrano di malattie croniche come il diabete, di pressione alta e di disturbi cardiaci. Il vaccino antinfluenzale viene sconsigliato a coloro che soffrono di un’allergia alle uova. Ecco il parere del professor Fabrizio Pregliasco, virologo (Università di Milano): “Questo perché proprio nelle uova di pollo crescono i virus che poi, dopo un’accurata lavorazione, diventano parte fondamentale del vaccino. Tuttavia non si può ottenere una purificazione assoluta da ogni piccola proteina dell’uovo verso cui un paziente potrebbe essere allergico. Quindi a questi pazienti, se affetti da un’allergia veramente seria, raccomando di evitare la vaccinazione”.
Coloro che si preoccupano delle conseguenze della vaccinazione, diciamo che non hanno alcuna ragione di farlo. Alcuni pazienti, nei giorni successivi alla vaccinazione, possono accusare un senso di stanchezza, di sonnolenza o qualche dolore muscolare, cioè una condizione che ricorda l’influenza. Non è detto che ciò avvenga, ma può avvenire. Si tratta di disturbi di poco conto che in genere passano dopo un paio di giorni, magari aiutandosi con paracetamolo o ibuprofene.
Il vaccino è l’arma più efficace, ma non è l’unica. Ecco il parere dello specialista: “Io consiglio anche l’assunzione di probiotici, cioè di fermenti lattici, che si trovano in
farmacia: è stato scientificamente dimostrato che, migliorando la flora batterica intestinale, anche il sistema immunitario ne riceve beneficio e può essere più efficiente nella protezione e nella difesa contro vari virus. Ma raccomanda anche di lavare spesso le mani. Con le mani tocchiamo ogni giorno migliaia di oggetti che, nel periodo di diffusione massima del virus influenzale, possono essere contaminati. Senza accorgercene, possiamo poi portare il virus alla bocca e causare l’infezione”. Insomma, lavandosi spesso, si eliminano fattori di rischio non trascurabili. Altra raccomandazione è di evitare di esporsi a sbalzi di temperatura che possono indebolire le difese immunitarie di gola e faringe. A questo proposito, specie le persone a rischio, dovrebbero proteggersi dal freddo con una sciarpa o con indumenti caldi. Infine, due cose da ricordare. La prima: bere spesso un bicchiere d’acqua, perché più si tiene la gola umida e meno si è sensibili all’attacco virale. La seconda: assumere vitamina B, C e E: mele, arance, finocchi, broccoli e carote sono alimenti che proteggono contro l’influenza.