Berna ha aperto le porte ad un gruppo di 36 rifugiati siriani
Scoppiata nel 2011 sull’onda della Primavera araba, la guerra civile siriana è costata oltre 20mila morti e almeno centinaia di migliaia di fuggitivi. La popolazione scappa dagli orrori della guerra, dalle torture, stanca degli abusi e dei soprusi, che dall’inizio di questa assurda guerra sta devastando la popolazione, dove lo stupro viene utilizzato come strumento di guerra, come emerge da un recente studio, infatti sono molti i casi di abuso sessuale nei confronti della popolazione siriana, inoltre il fatto che nel 42% dei casi le donne sono state stuprate ripetutamente da più uomini fa pensare ai ricercatori che ”la violenza venga usata come strumento di guerra, anche se non necessariamente secondo una strategia organizzata“. Il conflitto in Siria adesso rischia di diventare sempre più una minaccia per la pace mondiale. Lo ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. Quanto accade nel paese mediorientale, ha aggiunto, è “una calamità regionale con ramificazioni globali”.
Così dalla Siria è cominciato una sorta di esodo di massa, due milioni di sfollati e più di 100 mila profughi sono fuggiti all’estero arrivando fino all’Algeria. Quasi 130 mila persone hanno trovato rifugio in Turchia, Giordania, Libano e Iraq mentre circa 12.000 in Algeria e quelli che rimangono rischiano la vita cercando riparo nelle moschee e nelle scuole. Alcuni profughi Siriani, si sono spinti ancora più lontano arrivando ad oltrepassare i confini Svizzeri a cui hanno fatto richiesta d’asilo. Si tratta di una famiglia allargata formata da 36 membri, 17 adulti e 19 bambini, che hanno trovato rifugio nel nostro Paese. Non appena giunti, il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (UNHRC) li ha inseriti nella lista delle persone particolarmente minacciate, ha spiegato all’ats Gaby Szöllösy, portavoce dell’Ufficio federale della migrazione (UFM).
Per questa ragione l’organismo delle Nazioni Unite ha fatto domanda di accoglienza alla Svizzera. La consigliera federale Simonetta Sommaruga ha accettato la richiesta già in aprile e nel corso degli ultimi mesi i rifugiati sono stati controllati dalle autorità elvetiche.
Così, dopo essere stati sistemati in un centro di prima accoglienza, sono stati trasferiti in un centro di transito del canton Berna, come ha indicato un comunicato dell’Ufficio federale delle migrazioni, che però – per preservare la sfera privata dei 36 rifugiati – non indica in quale località. In questo centro i rifugiati seguiranno dei corsi d’integrazione e di lingua tedesca. Lo scopo è permetter loro di integrarsi nella vita quotidiana svizzera il più presto possibile. Quale ministro della giustizia, la Sommaruga può decidere autonomamente l’accoglienza di gruppi fino a 100 persone, e infatti pare che altri gruppi seguiranno a questo. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha presentato alle autorità svizzere una nuova richiesta per accogliere 40 persone, che al momento si trovano ancora in Siria.
La Svizzera non è una destinazione abituale per i rifugiati siriani. Nei primi otto mesi dell’anno, 777 persone hanno depositato domanda d’asilo, con tendenza al ribasso. L’UFM ha sospeso l’esame delle loro domande a causa della “situazione confusa” che regna in Siria. La procedura d’asilo vigente in Svizzera da diritto a ghiunque ai sensi del diritto internazionale sia minacciato o vittima di persecuzione nel suo Paese d’origine di ottenere rifugio. La domanda d’asilo può essere presentata oralmente o per iscritto presso una rappresentanza svizzera all’estero, un posto di frontiera, un controllo di frontiera in un aeroporto svizzero oppure presso un centro di registrazione e di procedura. Durante il suo svolgimento, il richiedente ha il diritto di soggiornare in Svizzera con il rilascio del permesso N.
Dopo un esame dettagliato della domanda di asilo, l’Ufficio federale della migrazione (UFM) decide in merito. Se la decisione è positiva, il richiedente può restare in Svizzera prima con un permesso di dimora B e dopo 5 anni con un permesso di domicilio C; se la decisione è negativa, egli deve fare ritorno al suo Paese. Nel corso della procedura d’asilo i richiedenti non hanno il diritto di farsi raggiungere dalla loro famiglia. I rifugiati riconosciuti come tali (permesso B o C) possono invece ricongiungersi alla loro, se nessun motivo vi si oppone.