Gioventù socialista (GS) ha lanciato l’iniziativa popolare “Contro la speculazione sulle derrate alimentari”
Non si deve giocare con il cibo. Chi specula in borsa sui prezzi del cibo gioca con la vita di milioni di persone. E quello che, secondo Gioventù socialista, fa una parte del mondo finanziario, che scommettendo in borsa porta all’esplosione dei prezzi delle derrate alimentari di base come grano, soia, riso e mais. Le banche che speculano in borsa condividono così la responsabilità della fame nel mondo, ha affermato GS, che ha lanciato l’iniziativa popolare contro la speculazione sui beni alimentari. Il messaggio dell’iniziativa è chiaro e chiede in sostanza che banche, assicurazioni private, gestori di capitali, amministratori patrimoniali, assicuratori sociali con sede o domicilio in Svizzera non possono investire né per proprio conto o per conto dei clienti, né direttamente o indirettamente, in strumenti finanziari che concernono materie prime agricole e derrate alimentari.
“Speculare sul cibo è la forma più disgustosa della stessa speculazione e acuisce di fatto le crisi alimentari”, ha ammonito Filippo Rivola, vicesegretario centrale di GS. Non sono più le carestie che determinano i prezzi, bensì la speculazione, che ha un’influenza enorme e impoverisce i contadini del terzo mondo. È inaccettabile che a beneficiare degli aumenti di prezzo nel settore alimentare siano i commercianti. Nei primi tre mesi del 2012 Cargill, il maggior commerciante di cereali a livello mondiale, ha potuto realizzare un aumento degli utili dell’86 per cento rispetto allo stesso periodo del 2011. Questa forma di corsa ai profitti arricchisce pochi privilegiati e ha effetti negativi per miliardi di persone. Varie organizzazioni non governative attive sul terreno affermano che negli ultimi anni la corsa al profitto ha assunto dimensioni preoccupanti. Solidar Suisse è attiva in Mozambico, dove secondo la sua direttrice Esther Maurer “una famiglia in Mozambico deve spendere il 50 percento in più del budget familiare per i generi alimentari, causa la spinta dei prezzi al rialzo”.
Il presidente di GS, David Roth, ha bollato la speculazione come „una guerra contro i più poveri del mondo” e secondo il comitato promotore “un terzo del commercio di materia prime passa attraverso la Svizzera”. Sia gli Stati Uniti sia l’Europa si stanno muovendo per elaborare leggi più severe sul tema e dunque anche la Svizzera si deve muovere se non vuole avere problemi d’immagine come già successo per le questioni fiscali. Per raccogliere le 100.000 firme necessarie gli iniziativisti hanno tempo fino al marzo del 2014 e possono contare sull’appoggio del partito maggiore, dei Verdi, di enti umanitari e del sindacato dei contadini Uniterre.