E’ accaduto a Kenneth Bae, missionario cristiano che guidava un gruppo di uomini d’affari cinesi in Corea del Nord
Se non fosse che è una tragedia, la condanna di una guida turistica a 15 anni di lavori forzati nella Corea del Nord, per aver scattato qualche foto a dei bambini emaciati e sofferenti, sfiorerebbe la comicità. Eppure è davvero quello che è accaduto a Kenneth Bae, cittadinanza statunitense e sudcoreana, che accompagnava un gruppo di uomini d’affari cinesi in visita nella città di Rason, La settimana scorsa la Corte Suprema nordcoreana ha emesso la sua sentenza: quindici anni di lavori forzati per un reato che sa di ideologia ottocentesca, cioè “atti ostili contro lo Stato”.
Se Kenneth Bae avesse fotografato un sito atomico segreto, una condanna, per quanto incredibile, ci starebbe, ma una foto ad un bambino magro per fame arretrata, come se nessuno sapesse che in Corea del Nord la gente muore letteralmente di fame, questo è un affronto alla comunità internazionale oltre che un delitto commesso contro la persona di Kenneth Bae. Ma “così è (se vi pare)”, secondo il titolo di un’opera di Luigi Pirandello. Quando la magistratura si sostituisce al potere politico, è capace di combinare guai indelebili.
Kenneth Bae è vittima di un regime sanguinario che dice di voler liberare il popolo dalla schiavitù e invece lo mette non solo in schiavitù, ma anche nella miseria; per contro fa esperimenti nucleari in nome della megalomania di un leader trentenne che gioca ai soldatini. L’Onu, per avere la Corea del Nord infranto i trattati internazionali con i lanci di missili a lunga gittata e per gli esperimenti atomici non autorizzati, ha inasprito le sanzioni, ed ora il regime sfida tutti.
Qualche settimana fa, la tv di Stato ha minacciato gli Usa e la Corea del Sud di un attacco nucleare, ma l’attacco è rimasto solo un bluff, che evidentemente ha incarognito ancora di più la rabbia dei dignitari del regime, che non hanno trovato di meglio che arrestare un uomo mite come Kenneth Bae. Prima di dire chi è l’uomo arrestato, precisiamo che la Corea del Nord si aspettava una reazione del presidente degli Usa, Barack Obama, come a dire: vedete, il presidente americano deve trattare con noi! Questa è la tesi di Ahn Chan-il, capo del World Institute for North Khorea Studies con base in Corea del Sud, secondo cui il giovane dittatore soffre a tal punto di mania di grandezza da sognare di trattare alla pari con gli uomini più potenti ed importanti del pianeta, come del resto sognava suo padre morto alla fine del 2011. Nel 2009 l’ex presidente Bill Clinton per liberare due giornaliste americane fu costretto a recarsi a Pyongyang per chiederne la liberazione all’allora dittatore Kim Jong-il. Nel 2010 fu la volta di Jimmy Carter, anche lui ex presidente, a dover supplicare la liberazione di un insegnante ed attivista cristiano, Aijalon Gomes. Siccome Obama ha fatto finta di niente, la notizia è stata data proprio dal regime, nella speranza che l’attenzione di tutto il mondo si concentrasse sulla Corea del nord. Nulla, l’America si è limitata a dichiarare, tramite l’ambasciata svedese in Corea del Nord, un “chiediamo l’immediato rilascio di Bae”. Il che ha irritato ancora di più i gerarchi nordcoreani.
A incaricarsi di dire chi è Kenneth Bae è stato il ministero degli Esteri della Corea del Sud, che ha precisato che Bae è nato 44 anni or sono proprio in Corea del Sud. Ha studiato in Oregon ed è diventato cittadino statunitense con residenza a Lynnwood, vicino Seattle. E’ un missionario cristiano che negli ultimi tempi si era trasferito a Dalian, una città ai confini con la Cina, e si era recato già più volte in Corea del Nord per occuparsi dei bambini orfani. Ecco le notizie essenziali di Kenneth Bae, uno che di questioni politiche non si è mai occupato ma che ha dato fastidio ugualmente alle autorità nordcoreane, politiche e giudiziarie, che sono la stessa cosa.
Una volta, quando in uno qualsiasi dei Paesi occidentali veniva arrestato un “rivoluzionario” per reati penali, si organizzavano, in nome della libertà, manifestazioni oceaniche per chiederne la liberazione. Ora quelle manifestazioni, specie quando la vittima è un non rivoluzionario, sembrano essere passate di moda, per cui le piazze americane ed europee rimarranno vuote, di Kenneth Bae non si occuperà nessun collettivo. Se non sconterà tutti e 15 gli anni di lavori forzati, vorrà dire che ci sarà stato uno scambio di favori o di interessi.
Oggi la comunità internazionale si occupa della Siria e forse se ne occuperà con un intervento militare, prima o poi, ma nel mondo non c’è solo una Siria, ce ne sono tante, prima tra tutte la Corea del Nord, che non solo è retta da un dittatore, ma da un pazzoide nel senso vero della parola che non sa quello che fa ma continua a giocare con il fuoco.