Dal 1° giugno la Società svizzera di radiotelevisione ottiene più possibilità editoriali su Internet
Mancato l’accordo tra la SSR e le case editrici, relativo all’utilizzo comune di Internet, il Consiglio federale era è intervenuto e dopo la consultazione concede una moderata libertà giornalistica alla SSR per quel che riguarda l’offerta online. Il governo ha modificato la concessione della SSR con l’idea di rafforzare il servizio pubblico, ma a tutela degli altri media ha definito chiari limiti: restano vietati pubblicità e sponsorizzazione in merito alle offerte online della SSR. Il servizio pubblico potrà pubblicare testi che non hanno niente a che vedere con le trasmissioni televisive, diffondere importanti avvenimenti in diretta sul proprio sito e dovrà separarsi da World Radio Switzerland (WRS), che aveva l’obiettivo di raggiungere il pubblico anglofono in Svizzera. Con la sua decisione il Consiglio federale riconosce SSR Internet come canale di diffusione a sé stante e vede un compromesso fra le proposte dell’Ufficio federale della comunicazione (UFCOM) e le pretese degli editori.
La nuova concessione prevede che tre quarti di tutti i testi pubblicati in Internet debbano avere un rapporto diretto con i contenuti audiovisivi, mentre deve essere esplicitamente dichiarato quando testi fanno riferimento alla trasmissione. I testi senza riferimento e relativi al giornalismo locale possono contenere al massimo 1000 caratteri. Restano possibili, se si riferiscono a una trasmissione, i giochi e i forum di discussione. Un’altra decisione del governo consente di trasmettere in diretta via Internet (streaming video) eventi politici, economici, sportivi e culturali che finora erano autorizzate solo se in contemporanea in un programma televisivo. Secondo l’(UFCOM) questo servizio risponde “a un largo bisogno del pubblico” e il governo aderisce anche all’incarico del Parlamento che aveva accolto una mozione per l’allentamento del live-streaming. La SSR sarà invece dall’obbligo di diffondere il programma radiofonico WSR in lingua inglese, che in cinque anni non è riuscito a mantenere le aspettative di raggiunger il pubblico anglofono in Svizzera.
La decisione non stempererà il conflitto tra la SSR e le case editrici private che per voce del segretario generale della romanda Médias suisses, Daniel Hammer ha definito la concessione “un giorno nero per la televisione privata”.