La Federazione A.L.I.Ce (l’Associazione per la lotta all’ictus cerebrale) ha organizzato nel mese di aprile scorso in diverse piazze e ospedali italiani iniziative di prevenzione su questa patologia che colpisce ben 200 mila persone all’anno in Italia.
Si dice che l’ictus cerebrale, che è una malattia neurologica, colpisca solo gli anziani, ma non è vero. Dopo il trauma cranico, tra i giovani è la malattia più diffusa. Se è vero che sono circa 200 mila coloro che ne sono colpiti ogni anno, è vero anche circa 10 mila casi riguardano giovani al di sotto dei 54 anni. Il problema è che negli ultimi vent’anni la percentuale è sensibilmente aumentata proprio tra coloro che si trovano in una fascia di età compresa tra 20 e 54 anni. Dunque, che colpisca solo gli anziani non è vero.
Si può prevenire l’ictus cerebrale? In tutte le occasioni in cui è stata illustrata la malattia, è stato detto che certamente non si può prevenire al 100%, ma comunque si può in un’alta percentuale. Gli esperti hanno indicato in un’alimentazione sana una delle possibilità di prevenzione della patologia, ma l’alimentazione da sola non basta, anche se le altre cause sono direttamente collegate ad essa. Ad esempio: l’obesità. Anche qui bisogna dire che il sovrappeso può essere causato da altri fattori che non l’eccessiva quantità di cibo, resta il fatto che l’obesità dipende in maniera diretta dal fatto che si mangia molto e male.
La prevenzione dell’ictus cerebrale ha a che fare con il controllo del diabete, della pressione arteriosa e della fibrillazione atriale (anomalia del ritmo cardiaco). In ogni caso, il fumo è uno dei fattori determinanti, anche se, come detto, non il solo.
Si dice che l’ictus cerebrale colpisca più gli uomini che le donne, ma non è vero. Negli ultimi lustri la mortalità maschile si è ridotta di un terzo, mentre per le donne questo miglioramento non c’è stato. Le donne giovani hanno un rischio di ictus che sale di tre volte se hanno l’emicrania con aura, di sei volte se assumono un contraccettivo orale ed hanno anche l’emicrania, di 30 volte se all’emicrania si aggiungono un contraccettivo orale e il fumo. Ecco quello che dice il professor Domenico Inzitari, docente di neurologia a Firenze: “Tutto ciò non vuol dire che tutte le donne in queste condizioni siano candidate sicure all’ictus. Se dall’analisi del sangue si riscontra un rischio “aterotrombotico”, il ginecologo deve stare attento a prescrivere la pillola. E le donne dovrebbero evitare di fumare per non aumentare il potenziale pericolo. Al momento, infatti, non esiste una terapia per evitare che ciò accada”.
Siccome quando sopraggiunge un ictus cerebrale la parte danneggiata è quella opposta al lato del cervello in cui si verifica l’ictus, si possono precisare i sintomi che possono essere premonitori dell’ictus cerebrale.. Uno di questi è quando non si riesce a muovere un braccio o una gamba o tutti e due gli arti di un lato del corpo; il secondo è quando si ha la bocca storta; il terzo è quando non si è in grado di coordinare i movimenti e di stare in equilibrio; il quarto è quando si ha difficoltà a parlare e a capire; il quinto è quando non si riesce a vedere bene metà o una parte degli oggetti. Ecco, se si avvertono malauguratamente più di uno dei citati sintomi, specie la bocca storta e la difficoltà a parlare e a capire, allora bisogna correre subito ai ripari.
Infine, la possibilità o meno di ridurre il danno. Questo è possibile nella misura in cui s’interviene immediatamente o nel giro di al massimo tre ore dall’inizio dell’evento. In questo caso, almeno un terzo se la cava con nessun danno, mentre un altro 50% se la cava con poco. E’ ovvio che se non s’interviene subito, ma solo dopo varie ore, allora i rischi e i danni sono molto maggiori. E’ chiaro, poi, che la guarigione o meno dipende anche dal grado di attrezzature di cui dispone l’ospedale. Se dispone di un’unità di degenza per le persone colpite da ictus chiamata “Stroke Unit”, allora è anche evidente che i danni possono essere minori.