E’ accaduto in una cittadina alla periferia di Los Angeles e subito la notizia ha fatto il giro del mondo
Che il cane sia il più fedele amico dell’uomo, lo si sa da secoli, ma che un cane si potesse comportare come un bambino, piangere come lui, essere affranto come lui per la perdita della sua cara nonna, la signora Gladys Eiser, morta alcuni giorni prima all’età di 87 anni, beh, ha dell’incredibile. Lo si può vedere su You Tube, cliccando su Wiley, il nome del cane, accucciato sulla lapide della sua padrona. Wiley singhiozza come una persona, né più né meno. E’ rimasto lì per molte ore. Alla fine, quando Sarah, la nipote della donna defunta, l’ha portato via, il cane era esausto per il dolore.
Ecco il racconto della ragazza: “E’ stato davvero un evento straordinario, non credevo ai miei occhi. Era la prima volta che andavo al cimitero dopo i funerali della nonna, e avevo deciso di portare con me Wiley, chiedendo un permesso speciale ai guardiani perché di solito i cani non possono entrare. D’altronde, non potevo lasciarlo fuori: per lui, nonna Gladys era tutto. Lei lo aveva voluto acquistare per noi nipotini quando era cucciolo; lei lo viziava con coccole e prelibatezze, manco fosse un bambino; lei, finché ne ha avuto le forze, lo portava ai giardinetti quando il resto della famiglia era impegnato con il lavoro o la scuola”.
Ottenuto il permesso, prima di uscire di casa Sarah ha messo il guinzaglio a Wiley e si è recata al cimitero di Ventura Cunty, alla periferia di Los Angeles, distante circa un chilometro e mezzo dalla sua abitazione. Giunti a una decina di metri dalla tomba della nonna – sepolta sotto terra con una lapide che ne ricopre la superficie – Wiley ha cominciato a tirare il guinzaglio. Sarah aggiunge: “Allora gli ho sganciato il moschettone e l’ho liberato. Lui è corso verso la lapide, all’inizio l’ha annusata e le ha girato intorno due o tre volte. Avevo quasi paura che avesse intenzione di fare un bisognino, e invece è avvenuta questa cosa incredibile: a un certo punto, si è accasciato sul marmo, proprio sull’incisione “Gladys Eiser”, madre onorata. Sembrava quasi che si sentisse male, respirava a fatica. “Wiley! Wiley, in nome di Dio, che ti succede?”, ho gridato in preda all’angoscia, cercando di tirarlo su. Ma non mi ha dato retta e non si è mosso di lì; poi, a un tratto, ha iniziato a fare dei versi strani: sembravano i singhiozzi di un bambino che piange disperato. A un certo punto, pareva quasi che volesse morire anche lui. Se penso a quei momenti, mi sento svenire”.
I singhiozzi sono durati parecchie ore. Sarah aveva il telefonino con sé, quindi ha filmato la scena, seppure per pochi minuti. Ovviamente i singhiozzi del cane hanno attirato altre persone che erano in visita ai loro cari. Insomma, attorno a Wiley si è radunata una piccola folla. C’era chi lo accarezzava, chi gli dava da bere, chi da mangiare. Wiley è rimasto sulla tomba per varie ore a singhiozzare. Solo verso il tramonto, il cane si è lasciato portare via. Come si può immaginare, la storia, appena è stata divulgata, ha commosso il mondo intero.
A raccontare chi è veramente Wiley si capisce il comportamento del cane, ma solo in parte; il resto fa parte di quel sentimento speciale che s’instaura tra un animale e il suo padrone, in questo caso tra la sua padrona e l’animale. Wiley è un cane lupo speciale, addestrato dal Lockwood Animal Rescue Center (un’associazione americana che impiega i cani per tenere compagnia alle persone in difficoltà. A giorni alterni viene utilizzato nell’ambito del programma “Guerrieri e Lupi”, cioè dà conforto psicologico a militari traumatizzati fisicamente e mentalmente dalle guerre degli ultimi anni. Insomma, il cane li aiuta a riprendersi psicologicamente. Ovviamente fa tutto questo con la sua sola presenza e con il suo comportamento amichevole. Ma evidentemente con la sua padroncina morta, il rapporto che si era instaurato era più profondo: Wiley e Gladys vivevano insieme, nel senso che ognuno riservava all’altro attenzioni, sguardi e trattamenti di grande sensibilità e di riconoscenza. D’altra parte, la razione di Wiley non si spiega altrimenti che così. Il cane, per il lavoro per il quale era stato addestrato, era forte, svolgeva il suo lavoro con più persone in difficoltà, per lui era normale non affezionarsi con tutti. Tra lui e Gladys Eiser, evidentemente, si erano instaurati rapporti quasi umani. La scomparsa della donna deve avergli lasciato un vuoto al punto che gli ha provocato lunghi e profondi singhiozzi, proprio come un bambino che piange la perdita della sua cara nonna scomparsa.