Assemblea generale dell’associazione, presentazione delle attività 2013 e del particolare progetto del Centro sulla conciliazione famiglia-lavoro presentato all’UFU (Ufficio Federale per l’Uguaglianza fra la donna e l’uomo)
Si è tenuto a Berna, lo scorso sabato 4 maggio, presso la MCI, l’assemblea generale ordinaria dell’associazione ACFE (Associazione Centro Familiare Emigrati), ente che vanta una presenza più che trentennale nel territorio bernese e dintorni. Ha aperto i lavori dell’assemblea, la Presidente dell’ACFE, dott.ssa Anna Pompei-Rüdeberg che ha presentato gli ospiti presenti in sala. Il dott. Zampini, responsabile degli affari sociali dell’ambasciata italiana, ha portato i saluti dell’ambasciatore dott.ssa Carla Zuppetti. Presente alla riunione anche la dott.ssa Gerda Hauck, membro della Kleiner Kirchernrat (KKR) di Berna.
La signora Hauck, insieme alla dott.ssa Rüdeberg e a Padre Pino Cervini (Missionario a Soletta e coordinatore zonale dei missionari delle MCI della regione Berna-Giura bernese) fanno parte del “Gruppo di lavoro della Chiesa cattolica svizzera”: gruppo molto attivo e attento alle problematiche dell’emigrazione e dell’integrazione dei cantoni di Berna/Soletta. Tra i presenti, vi erano anche il missionario della MCI di Berna, P. Enrico Romanò (attuale membro del comitato ACFE) e Padre Enzo Moretto che per molti anni è stato anche membro del Comitato.
Dopo la parte formale sulla relazione amministrativa e della tenuta contabile dell’associazione, si è dato ampio spazio alla relazione della Presidente dell’ACFE che ha fatto un excursus sulle attività svolte dal centro e sull’importanza di proseguire le attività anche con l’attivazione di progetti specifici che toccano da vicino le tematiche del centro. Difatti, grazie all’esperienza più che decennale dell’associazione, si è voluto intraprendere un progetto di conciliazione famiglia-lavoro denominato “LUI e la famiglia” presentato all’UFU (Ufficio federale per l’Uguaglianza fra la donna e l’uomo) per l’ottenimento di un sostegno finanziario per l’esecuzione dello stesso. L’idea che sta alla base del progetto, è quello di sviluppare un percorso di sostegno atto a riequilibrare il disagio identitario, soprattutto degli uomini, di fronte alla necessità di una conciliazione tra la vita familiare e quella professionale. Lo stesso, difatti, anche se ben integrato nella società e nel mondo del lavoro, si trova spesso in una situazione di fragilità psico-emozionale. Sulla base delle esperienze maturate nell’ACFE e delle testimonianze raccolte anche dall’associazione ADISPO sulle pari opportunità e sulla possibile conciliazione, il team di progetto ha sviluppato un’offerta formativa e di consulenza per uomini che intendono lavorare a tempo parziale conciliando al meglio la famiglia con il lavoro.
Il lavoro svolto dall’ACFE e che ancora svolge in concertazione con la MCI, ben si avvicina alle tematiche del progetto perché va ad integrarsi e si integra con le attività delle strutture locali, inoltre interviene in quella fascia di popolazione di origine italiana che chiede supporto/assistenza alle realtà missionarie. Sviluppare un progetto di questo tipo, vuol dire mettere in rete le Missioni, le autorità svizzere locali che mettono al centro e sono sensibili alle tematiche della sofferenza e della solitudine uomo/donna nella famiglia.
La stessa dott.ssa Hauck ha ribadito la volontà di sostegno all’ACFE, anche da un punto di vista finanziario, di fronte a questa forte intenzione di restare ancorati nel territorio con il supporto delle MCI. Lo stesso Padre Pino Cervini di Soletta ha sottolineato quest’aspetto ribadendo che è d’accordo a contribuire validamente all’ACFE perché, afferma: “Non dobbiamo essere missionari unicamente sul territorio ma anche dentro le nostre Chiese”.
Di fronte a questo bell’esempio di solidarietà tra MCI e associazioni di volontari, come l’ACFE, mi è venuto in mente una citazione del Beato G. B. Scalabrini che diceva: “Emigrano i semi sulle ali dei venti, emigrano le piante da continente a continente, portati dalle correnti delle acque, emigrano gli uccelli e gli animali e più di tutti emigra l’uomo…”.
Questo il senso profondo di quanti operando nel sociale, nel sostegno ai più deboli e dei migranti, nella volontà di aiutare a conciliare lavoro e famiglia mettono a disposizione il proprio tempo per riaffermare l’importanza della solidarietà che passa da un concreto sostegno anche attraverso l’ausilio di strutture organizzate nel territorio.
Paolo Vendola