Ginge al termine il 66esimo Festival Internazionale del Film di Cannes con la premiazione della Palma d’Oro al film di Kechiche sulla commovente storia d’amore di due donne
Neanche la pioggia dei primi giorni ha potuto fermare i clamore di Cannes e la 66° edizione della palma d’oro termina in grande stile e premiando un film che mette d’accordo tutti. È stato La vie d’Adèle del regista franco-tunisino Abdellatif Kechiche a ricevere il prestigioso premio direttamente dalle mani della grande attrice Uma Thurman, e a meritarsi i commenti positivi del presidente di giuria Steven Spielberg, per il quale «questa è innanzitutto una grande storia d’amore e in giuria siamo rimasti tutti impressionati dalla straordinaria interpretazione delle due attrici», intatti il presidente di giuria ha voluto precisare che la palma d’oro di quest’anno va “eccezionalmente a tre persone per lo stesso film”, ovvero al regista, ma anche alle sue attrici, Adele Exarchopoulos e Lea Seydoux. “perché bastava sbagliare il cast per un soffio e il film avrebbe ceduto”. E invece è stato tutto azzeccato e Le Vie d’Adèle, un film che è un inno alla libertà d’amare, ha innescato un perfetto meccanismo scenico creando una bellissima e appassionante storia d’amore tra due ragazze non lasciando alcun dubbio alla giuria sulla scelta del vincitore. “Questo film è una grande storia d’amore, e per noi – come spettatori – è un privilegio vederla nascere e tramontare, assisterla in ogni dettaglio. Come giurati siamo rimasti stregati da queste attrici formidabili, e il fatto che negli Stati Uniti potrebbe essere censurato non poteva né doveva diventare un criterio del nostro giudizio. Al contrario, spero che questa pellicola possa esser vista ovunque e se uscisse nel mio Paese che abbia molto successo!” ha spiegato Spielberg.
Ma passiamo agli altri premi. Hanno destato un po’ di sorpresa il premio assegnato al regista messicano Amat Escalante di Heli e quello per la migliore sceneggiatura al cinese Jia Zhangke di A Touch of Sin premiati da Asia Argento, ma non erano neanche attesa la premiazione alla migliore attrice alla francese Berenice Bejo, già controparte femminile di The Artist, per l’intensa resa in Le Passé dell’iraniano Farhadi, altra pellicola molto favorita alla vigilia. Mentre era atteso il premio al migliore attore all’anziano Bruce Dern di Nebraska che racconta il viaggio di un padre insieme al figlio in bianco e nero, ritirato per lui dal regista Alexander Payne. Applausi, invece, per il Grand Prix Speciale della Giuria assegnato a Inside Llewyn Davis dei fratelli Coen – che per un impegno a New York non sono potuti tornare in Croisette, al loro posto c’era il protagonista del film Oscar Isaac, il protagonista del film che interpreta un musicista di folk americano; e il premio della Giuria al commovente film giapponese Like father Like Son di Horikazu Kore-Eda che tratta il delicatissimo tema dello scambio di bambini alla nascita. Nulla di fatto per gli italiani in concorso: il chiacchieratissimo fil di Sorrentino, La grande bellezza, con la magistrale interpretazione di Toni Servillo, e per il film d’esordio come regista di Valeria Golino. Miele, che comunque ha ricevuto una ha ricevuto una vera e propria ovazione al termine della proiezione ufficiale.
I vincitori 2013
Palma d’Oro per il miglior Film: La vie d’Adèle di Abdellatif Kechiche
Gran Premio : Inside Llewyn Davis di Ethan e Joel Coen.
Premio per l’Interpretazione Maschile: Buce Dern, per Nebraska – ritira il premio il regista Alexander Payne
Premio per l’Interpretazione Femminile: Bérénice Béjo per Le passé
Premio alla Regia: Amat Esclalande per Heli
Premio alla Sceneggiatura: Jia Zhangke per il film Tian zhu ding
Premio della Giuria: Soshite chichi ni naru (Like Father, Like Son) di Hirokazu Kore-Eda
Camera d’Or per la miglior Opera Prima: Ilo Ilo, di Anthony Chen
Palma d’Oro per il miglior cortometraggio: Safe di Moon Byoung-gon
Menzione speciale ex-aequo per: Whale Valley di Gudmundur Arnar Gudmundsson e 37°4 S di Adriano Valerio.