Quando si assumono farmaci e ci si dimentica di prenderli secondo prescrizione medica, può succedere che gli effetti non siano proprio quelli desiderati. Allo stesso modo, prendere una pillola prima o dopo mangiato non è la stessa cosa. Insomma, non bisogna mai fare di testa propria. Uno degli errori che più comunemente si commettono è l’uso scorretto dei farmaci in relazione a quello che si mangia. Vogliamo dire che esiste una stretta correlazione tra un determinato farmaco e un tipo di alimenti. Non tutti i farmaci vanno presi con tutti i tipi di alimenti, in caso contrario si rischia di ottenere effetti diversi da quelli per i quali si prendono.
Senza la pretesa di essere completi, vediamo di far luce su alcuni particolari errori che si commettono e che dovrebbero e potrebbero essere facilmente evitati. Cominciamo dallo stomaco pieno e dallo stomaco vuoto. In genere i farmaci vanno assunti a stomaco vuoto, perché in questo modo aumenta la capacità del farmaco stesso di essere assorbito dal nostro organismo. Ci sono dei farmaci, però, come l’aspirina, che sono dei gastrolesivi, cioè fanno male allo stomaco, per cui bisogna assumerli a stomaco pieno e con la “protezione”, una pillola che riveste lo stomaco di una specie di pellicola protettiva che impedisce all’aspirina di creare lesioni sulle pareti dell’organo.
Siccome determinati alimenti possono interferire con determinati farmaci, è bene sapere cosa si dovrebbe evitare di mangiare quando, per esempio, si assumono degli antibiotici. Il professor Michele Carruba, docente di Farmacologia all’Università di Milano, dice: “Consiglierei di ridurre il consumo di latte e latticini perché a livello intestinale la presenza di nutrienti come il calcio, ferro, magnesio e alluminio, può rallentare l’assorbimento dei farmaci. Si tratta del fenomeno detto “chelazione”, che vale soprattutto per le tetracicline o antibiotici. E’ noto che un pasto ricco di calcio (formaggi) o ferro (fegato e carni) può ostacolare la cura, limitandone i benefici”.
Se assumiamo anticoagulanti, bisogna evitare l’uso eccessivo delle verdure. Perché? Semplicemente perché le verdure sono ricche di vitamina K, che può contrastare l’effetto del farmaco. Per verdure da evitare s’intendono – nel caso in cui si assumono anticoagulanti – cavoli, spinaci, lattuga, broccoli, ma anche i ceci e il fegato di maiale o manzo.
Se per esempio una persona è abituata a bere caffè, tè e cacao, con quali farmaci essi interferiscono in modo specifico? Queste bevande svolgono un’azione stimolante, di conseguenza vanno evitate quando si assumono farmaci per l’asma, come i broncodilatatori (beta-2-agonisti). La caffeina, di cui le bevande sono ricche, andrebbe evitata quando si seguono terapie contro l’ipertensione. Si sa che la caffeina fa crescere la frequenza cardiaca, dunque gli effetti sarebbero contrari.
Recenti studi internazionali hanno mostrato che il succo degli agrumi, in particolare quello del pompelmo, può essere un mix pericoloso perché interferisce con numerosi farmaci”. Il pompelmo “scatena l’aritmia cardiaca nel caso di antiaritimici. Non solo, ma con gli antibiotici fa aumentare la tossicità, provoca aritmia cardiaca con gli antistaminici e incrementa l’effetto del farmaco con gli ansiolitici”.
Infine, rispondiamo alla domanda con quali bevande si possono assumere i farmaci. Non è vero che le pillole si possano assumere con il vino o la birra o il caffè, tè, eccetera; i farmaci vanno assunti con l’acqua e basta. Non vanno assunti nemmeno con gli alimenti, tranne quelli indicati dal medico. Non parliamo poi di alcol e droghe: contrastano con gli effetti delle pillole.
In genere, le interferenze pillole-alimentazione non sono citate nel fogliettino delle istruzioni, è bene dunque consultare un medico nutrizionista per saperne di più sulle interazioni tra farmaci e alimenti.