Arrestato Renato Zampa, il fondatore del consorzio Cospalat del Friuli Venezia Giulia, che raggruppava oltre duecento produttori
Vi ricordate le proteste degli allevatori e dei produttori di latte che oltre vent’anni fa protestavano contro l’Europa perché non volevano le quote latte? Se ve lo ricordate, vi ricorderete certamente le loro “battaglie” per la “qualità” del latte, munto dalle “nostre vacche”, quelle che pascolano all’aperto, che respirano aria fresca, che garantiscono freschezza e salute, per non parlare del formaggio “italiano”, insuperabile per gusto e qualità. Ebbene, la retorica, alla luce di quanto è successo, si sprecava. Trattori e mucche occupavano le strade, fu rivolta contro Bruxelles, che non capiva che dall’Est proveniva latte di scarsa qualità, latte di dubbia provenienza, immesso sul mercato da una concorrenza sleale di produttori senza scrupoli, eccetera. Fu circa quindici anni fa che nacque anche il consorzio Cospalat in Friuli Venezia Giulia, quello che raggruppava e raggruppa oltre duecento produttori di latte che si battevano e si battono contro il sistema delle quote.
Ebbene, il fondatore di quel consorzio, Renato Zampa, quello che faceva la voce più grossa contro le quote di Bruxelles, proprio lui è finito in manette insieme ad altre sei persone ai domiciliari e ad una ventina di altri indagati. Cosa facevano questi signori? Producevano latte tossico, addirittura cancerogeno e con esso facevano formaggi ed altri prodotti caseari con marchio Montrasio Dop, che vuol dire (voleva dire) latte prodotto da aziende certificate proprio per quel tipo di formaggio.
Di solito, noi non riportiamo fatti di cronaca che non siano accertati, ma la gravità del fatto ci impone di riferire una notizia diffusa dal Nas dei carabinieri di Udine, che hanno fatto analisi e indagini e che sono arrivare alle conclusioni appena riferite. Il Nas di Udine, infatti, ha parlato di latte allungato con acqua nella migliore delle ipotesi, ma in alcuni casi alterato con antibiotici e aflatossine, una specie di funghi cancerogeni e con effetti negativi sulla crescita dei bambini, in grado di provocare disturbi gastrointestinali e neurovegetativi. Roba da condanna ai lavori forzati con obbligo di bere il loro latte a colazione, pranzo e cena.
Va detto – e le indagini stanno continuando – che lo sforamento della quantità di aflatossine era occultato da alcuni laboratori che s’incaricavano di fare certificazioni false. In alcuni casi veniva garantito che le partite di latte erano adiuvate di Omega 3, ma dalle analisi svolte dai carabinieri questo non risulta. Un marchio Dop come Montrasio è risultato essere in contraddizione con le assicurazioni scritte. Si trattava in realtà di latte comune con una piccola aggiunta di latte di alta qualità. I Nas hanno sequestrato oltre mille forme di Montrasio.
E’ difficile quantificare i danni alla salute. Il neonatologo di Trieste, il dott. Riccardo D’Avanzo, ha detto: “Questi sequestri devono destare preoccupazione, ma non allarmismo. Anche perché in Italia i limiti di legge prevedono una tutela della sicurezza alimentare molto alta”. Beh, dalle sofisticazioni che ogni tanto emergono per il vino, per il formaggio, per il latte, per le mozzarelle, non si direbbe. Dario Ermacora, presidente della Coldiretti del Friuli Venezia Giulia è stato lapidario: “Chi la fa, l’aspetti. Speriamo adesso che non paghino anche i produttori seri. Ma quando si sforano le quote, non si rispettano i disciplinari, quando si utilizzano stratagemmi illegali per produrre e si mettono in difficoltà imprese serie, è`chiaro che prima o poi ci si debba aspettare delle conseguenze”.
Le adulterazioni non erano fatte da tutte le aziende, ma solo da alcune. E’ stato un trasportatore ad aver allertato i Nas. Altri trasportatori truffavano le aziende stesse sottraendo latte che a loro volta rivendevano aggiungendovi dell’acqua.
Se le responsabilità verranno accertate in tribunale, le pene non potranno essere leggere: già le malattie vengono da sé, senza che nessuno le chiama, se poi c’è chi in maniera fraudolenta le fa venire mettendo veleno nei prodotti alimentari, allora non c’è attenuante che tenga.