Signora Salerno, dal 1° giugno è di nuovo sindaco della Città di Ginevra. Come ha accolto la notizia di questo nuovo mandato?
Con molto piacere e con tanta emozione. Ginevra è una città internazionale in cui ogni anno si tengono centinaia di conferenze e manifestazioni di notevole importanza. Essa rappresenta un luogo indispensabile per la definizione e l’attuazione di soluzioni globali in campi cruciali come la pace, i diritti umani e il cambiamento climatico, o per la gestione delle catastrofi, dell’economia e dello sviluppo sostenibile. Essere sindaco della Città di Ginevra, significa dunque essere più vicini all’attualità internazionale e alle questioni chiave che impegnano la maggior parte dei paesi. Per avere già vissuto questa esperienza nel 2010, so che quest’anno sarà estremamente gratificante: ne uscirò profondamente appagata e persino ispirata.
Ovviamente, Ginevra non va ridotta solo alla sua dimensione internazionale. Essa è costituita soprattutto dai suoi abitanti. Una popolazione multiculturale, che fonda la propria ricchezza nella sua diversità. D’altra parte, durante questo anno da sindaco mi auguro di incontrare spesso le ginevrine e i ginevrini, poiché sono conscia che in questo periodo di crisi, le inquietudini sono numerose. Bisogna dunque essere presenti sul territorio e vicini alla gente.
Precisamente, quali sono secondo lei le aspettative della popolazione?
Viviamo in un periodo particolare, rispetto a parecchie cose. Ginevra attraversa attualmente una fase di cambiamento, alla ricerca di un equilibrio tra benessere sociale e benessere economico. Come altre grandi città europee, essa è alle prese con delle sfide urbane contemporanee, specialmente in termini di mobilità, sicurezza, lavoro e alloggi. C’è una forma di inquietudine in seno alla popolazione che comprendo facilmente. Quando passiamo delle ore negli imbottigliamenti del traffico, quando si cerca per mesi un alloggio, è legittimo porsi delle domande sul futuro. In questo contesto, penso che le ginevrine e i ginevrini attendano delle risposte concrete dalla politica. Si aspettano pure che i politici eletti li ascoltino, che restino connessi alla realtà e che lavorino per il solo fine di migliorare il benessere della collettività.
Riguardo a ciò, potrebbe farci un esempio di qualche azione concreta che porta la sua firma?
Prima di tutto, devo rammentare che nella scala delle priorità municipali, le nostre prerogative in materia di sicurezza, mobilità, alloggi o lavoro sono limitate. Su questi temi, le grandi decisioni e i mezzi per agire sono tutti a livello cantonale. Ciò detto, all’interno del mio dipartimento, sono responsabile di dossier importanti per le ginevrine e i ginevrini. Inoltre, per il tramite della Gérance Immobilière Municipale (GIM), conduco dal 2007 una politica per proporre alla popolazione delle abitazioni a prezzi abbordabili. Forte di un nuovo regolamento, introdotto nel 2009, la GIM oggi opera come una vera e propria agenzia immobiliare sociale, stabilendo le pigioni in funzione del reddito principale e del tasso d’occupazione degli alloggi. Ciò permette alla GIM di proporre degli alloggi a prezzi modici, senza alcun paragone con le somme e le garanzie richieste dal mercato libero.
E riguardo all’impiego?
Il mio dipartimento è responsabile del Fondo di disoccupazione che finanzia dei progetti innovativi che mirano all’inserzione socio-professionale di persone alla ricerca di un impiego. Ho lavorato molto per rendere il funzionamento del Fondo più efficace e aumentare la sua dotazione (che è passata da 2,7 a 5,7 milioni di franchi). Più recentemente, il mio dipartimento ha dato vita all’iniziativa municipale «Creiamo dei posti per l’apprendistato dei nostri ragazzi». All’inizio d’aprile, il Consiglio amministrativo ha così presentato un progetto per implementare questa iniziativa. Esso propone la creazione di un Fondo municipale, con una dotazione di 3 milioni di franchi, che darà un sostegno finanziario alle imprese locali che assumono uno o più apprendisti al primo anno. Questo progetto dovrebbe avere delle conseguenze positive sul numero di posti per l’apprendistato a Ginevra e dunque sull’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro.
Lei ha anche pubblicato una brochure sulla situazione economica a Ginevra. Con quale scopo?
L’idea era di capire e conoscere meglio il tessuto economico municipale per agire meglio. Questo studio, per il quale abbiamo ingaggiato la HEG di Ginevra, offre delle indicazioni preziose in materia d’impiego sul territorio comunale riguardo alla tipologia delle imprese. Esso mette in luce la terziarizzazione dell’economia ginevrina, la rarefazione delle piccole ditte e l’iperspecializzazione delle attività finanziarie e assicurative del centro. Esso ci permette di affinare la nostra analisi in materia di promozione economica e di riflettere sui futuri piani d’azione.
Lei parla del futuro di Ginevra: come se lo immagina? È serena?
Le cose si muovono. Si inizia a mettere in discussione l’attuale modello di sviluppo e a cercare delle alternative. Si nota anche l’emergere di una vera e propria collaborazione transfrontaliera su tutti i dossier più importanti; soprattutto all’interno di ciò che oggi chiamiamo l’agglomerazione franco-valdo-ginevrina. E ciò è fondamentale, perché è proprio a livello regionale, della «Grande Ginevra», che verranno elaborate le soluzioni future per la Città. Essendo la responsabile delle Finanze municipali, sono pure conscia delle sfide future. Nonostante il fatto che in questi ultimi anni la situazione sia stata buona (abbassamento dell’indebitamento di 430 milioni tra il 2007 e il 2010) e che abbia dimostrato che era possibile essere socialmente e finanziariamente responsabili, dall’anno scorso osservo gli effetti dell’abbassamento delle imposte votato nel 2009: il gettito fiscale della Città diminuisce. Lo stesso gettito è d’altronde suscettibile d’essere influenzato da altre misure, in questo momento in discussione; penso al progetto di tassazione unica per le imprese, alla soppressione della tassa professionale o ancora alla modifica delle perequazione finanziaria intercomunale.
Per concludere questa intervista, cosa le posso augurare per il suo anno da sindaco?
Dei begli incontri e degli scambi costruttivi!