Alla scuola media Enrico Fermi si festeggia la fine di un anno scolastico di successo e la consegna dei diplomi di licenza media
La scuola media secondaria di I grado Enrico Fermi, che si inserisce nel panorama delle scuole italo-svizzere del Polo scolastico di Zurigo, ha chiuso con successo un altro anno scolastico. 23 allievi hanno sostenuto con successo gli esami di terza media e si sono distinti per l’impegno e la preparazione, che riflette la dedizione di un corpo docente preparato e affiatato. Lo scorso giovedì 4 luglio si è tenuta la cerimonia di consegna dei diplomi e il clima era dei migliori. Il preside, Carmine Alfonso Maiorano, il cui spirito più di tutti rappresenta l’identità della Enrico Fermi, non ha rinunciato a ricordare ai ragazzi l’importanza dell’istruzione, che farà di loro uomini e donne in gradi di fare scelte consapevoli.
Il momento culmine della cerimonia e della festa di chiusura è la lettura in una sala Pirandello piena di allievi, genitori, parenti e amici del tema “La mia infanzia” di un campano cinquantasettenne, che insieme alla moglie ha finalmente coronato il sogno di prendere la licenza di terza media e ci ha regalato una storia, la sua storia.
Tema “La mia infanzia”, del Signor G., classe 1957
Io sono nato in una borgata… in provincia di Avellino, regione Campania. Paese povero con poche risorse, la gente per vivere lavora la terra, vigneti, pastorizia ed emigrazione. Abitavamo in una masseria con molto terreno (a mezzatria), tutto il ricavato si divideva col padrone dal grano, vino, persino agli ortaggi, pomodori, insalata e altre cose. Abbiamo cambiato in diverse masserie, nelle frazioni o borgate vicine, sempre a mezzatria, come facevano i nomadi ce si spostavano da una parte all’altra. Avevamo tanti animali, buoi, pecore capre, e come se non bastasse anche i caproni. A metà estate e autunno portavano altre capre e si arrivava a un paio di centinaia, sin da piccolo non è stato facile con tutte queste bestie da accudire. Io dovevo aiutare i miei genitori dalla mattina alla sera, per la mungitura e portarli al pascolo, che non si portavano mai allo stesso posto sempre in zone diverse, bisognava stare attento che non si perdessero delle capre se no erano problemi.
Quando incominciai la scuola era in una frazione vicina, eravamo una ventina di alunni, dalla prima fino alla quinta classe, tutti insieme uomini e donne, con un solo insegnante (cera anche Maria). La scuola era in una masseria di campagna, si chiamava il casone di zi’ Nicola, perché sembrava un albergo con venti stanze o più. Io a scuola arrivavo sempre tardi e sporco, perché dovevo aiutare i miei genitori a portare tutte le bestie al pascolo, per di più andavo vestito male, tutto rattoppato, dalle maglie, pantaloni, giacche, ecc. Iniziavamo la lezione con una preghiera, e poi distribuiva i compiti, incominciando dai grandi ai più piccoli. L’insegnante veniva tutti i giorni a piedi dal paese, anche se facesse delle accorciatoie, erano un po’ di chilometri da camminare. Tutti gli alunni dovevano portare la legna per quando incominciava il freddo, normalmente toccava accendere la stufa ogni giorno a un alunno (ma anche pulirla), ma nessuno era capace; siccome che io ci riuscivo, l’insegnante mi diede il compito di farlo sempre io (ero il piccolo spazzacamino o cenerentolo). Durante la pausa si inventavano sempre giochi nuovi, ed era un grande divertimento. Finiti i cinque anni della scuola elementare, ma senza che avesse cambiato tanto, anzi si lavorava di più perché si era cresciuti, quello che mi dicevano i miei. Dopo pochi anni essendoci sposati con Maria (anche lei non aveva avuto facile) abbiamo deciso di emigrare in Svizzera, ma per impiantarci, è stato anche un po’ pesante, in un paese straniero con una lingua diversa, cultura e ambiente tutto nuovo.
Così con un po’ di ritardo abbiamo deciso di riprendere a fare la scuola.
Giuliana Tedesco
Presidente ANSEF Scuola