L’ultimo lavoro di Sorrentino sarà proiettato dal 25 luglio nelle sale della Svizzera tedesca. Magistrale interpretazione di Toni Servillo nei panni di uno scrittore giornalista che osserva e vive Roma in attesa di una nuova ispirazione
Sembra guardare Roma e il suo popolo con gli occhi di chi ormai ha visto tutto, Jep Gambardella, scrittore e giornalista di costume e critico teatrale a cui ogni giorno si presentano performance teatrali e momenti di vita quotidiana ai limiti dell’umano ma che non lo scuotono, né lo turbano. Jep, giunto all’età di 65 anni, si limita a vivere gli eventi, osservandoli e giudicandoli con distacco perché nulla ancora riesce a far rifiorire in lui l’ispirazione che una volta gli fece comporre L’apparato umano, unico libro da lui realizzato. Come nulla, nello stesso tempo, riesce a far rifiorire in lui la grande bellezza, come quella provata prima di trasferirsi a Roma, tanti anni prima, al mare con l’unica donna che ancora gli regala ricordi emozionanti. Così Jep si lascia vivere sull’onda degli eventi, più o meno straordinari, che trascinano il popolo mondano romano. Si circonda i personaggi stravaganti, figure di ambiguo spessore, a volte arriviste, a volte monotone, sognatori e artisti scaduti o che non hanno fatto in tempo ad emergere. Poi ci sono quelli che lo sorprendono, una giovane donna che lavora in un nigth club che muore troppo presto e una centenaria missionaria, La Santa, che non sembra voler morire. Due facce della stessa medaglia: l’essere e l’apparire in due vesti diverse. La spogliarellista disillusa, sfrontata ma mai scontata, forte in apparenza ma debole nella realtà. La missionaria dalle poche parole ma dalle grandi verità che si nutre di radici, perché “sono importanti” come lo è il senso di appartenenza al proprio luogo, gracile e sottile ma di una forza quasi disarmante. Forse, come il volo migratorio degli uccelli, che seguono per istinto le loro traiettorie, Jep potrà ritrovare l’ispirazione laddove trovò per la prima volta la sua grande bellezza, nelle sue terre?
Il tema dell’essere e dell’apparire è quello che trascina l’intero film a partire da Roma. La città scenario di tragedie estreme e di feste baccanali dove nulla ha una via di mezzo ma tutto è portato all’esasperazione cela anche meraviglie intime e solenni, tutto sta saperle cogliere, avere le chiavi giuste per scoprirle.
Toni Servillo si presta in maniera magistrale nell’interpretazione di Jep Gambardella, uno scrittore quasi svuotato dall’ispirazione che vorrebbe ritrovare una nuova grande bellezza, ma dal cui arduo compito si sottrae perché quasi annichilito dagli eventi tanto esasperati quanto futili che lo assorbono, dove tutto è un trucco illusorio, anche quando una giraffa ti scompare davanti agli occhi nello stesso momento in cui va via forse l’unico amico sincero. Grandiosi anche Verdone e la Ferilli. Il primo abbandona le vesti di regista di se stesso e si lascia dirigere da Sorrentino in un personaggio quasi tenero e sognatore che si lascia illudere dalle belle apparenze di Roma e di una donna da cui non ricava nulla e Sabrina Ferilli che interpreta una spogliarellista matura che sembra ostentare esibizionismo ma che nasconde invece un terribile segreto.
Eveline Bentivegna