Le Banche svizzere saranno sottoposte a multe salate ma eviteranno azioni penali. Gravi conseguenze ma unica soluzione per l’Associazione svizzera dei banchieri!
Il 29 agosto viene firmato un accordo fiscale che mette fine al contenzioso fiscale che dal 2011 inasprisce rapporti tra la Svizzera e gli USA. Dal momento in cui, cioè, la giustizia americana ha posto sotto inchiesta una decina di banche svizzere sospettate di aver aiutato un numero indefinito di clienti ad evadere le imposte degli Stati uniti, violando, in questo modo, le leggi americane. Lo scorso anno così il governo svizzero ha autorizzato le banche a collaborare con la giustizia americana fornendo migliaia di dati richiesti a Washington, ma alla richiesta di ulteriori dati da parte del dipartimento americano di giustizia, il governo Svizzero decide di porre delle norme per regolare la trasmissione delle informazioni. Sotto il nome di Lex USA, tali norme vengono bocciate dal parlamento svizzero perché considerate non necessarie e contro i principi di sovranità della Svizzera. Il 3 luglio scorso, la ministra delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf propone un “piano B”, secondo cui le banche potranno trasmettere i dati richiesti su autorizzazione del governo, senza violare l’articolo 271 del Codice penale, che vieta la collaborazione con autorità straniere. Secondo l’accordo, firmato il 29 agosto 2013 dall’ambasciatore svizzero a Washington Manuel Sager e dal viceprocuratore generale del Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti (DoJ) James Cole, gli istituti bancari che hanno gestito averi americani non dichiarati al fisco potranno evitare azioni penali, ma dovranno pagare multe salate.
Tutte le banche non coinvolte (quelle che non hanno tra i clienti evasori fiscali americani) possono ricevere una “carta bianca”, “Non-Target Letter”, annunciandosi tra il 1° luglio e il 31 ottobre 2014. Le banche coinvolte e che credono di aver violato il diritto fiscale statunitense, invece, possono richiedere alle autorità americane un “Non-Prosecution Agreement” ovvero un non perseguimento penale entro il 31 dicembre 2013. Inoltre dovranno fornire le informazioni sulle loro operazioni transfrontaliere senza però rilasciare il nome dei clienti. Infine dovranno pagare una multa che va dal 20% al 50% del capitale evaso e le multe più salate saranno destinate alle banche che hanno accettato clienti americani dopo il 28 febbraio 2009, ovvero a partire dal momento in cui era chiaro che l’evasione fiscale negli Stati Uniti non sarebbe più stata tollerata. La partecipazione degli istituti bancari svizzeri al programma statunitense, deve essere autorizzata dal governo e avverrà rispettando le disposizioni sulla protezione dei dati e sul diritto del lavoro. Non soddisfatta del programma, l’Associazione svizzera dei banchieri sostiene che tale accordo comporta gravi conseguenze per le banche in Svizzera pur rimanendo l’unica soluzione rimasta alle banche per regolare definitivamente le vertenze giuridiche con gli Stati Uniti.