Anche il Consiglio nazionale approva a larga maggioranza l’accordo FACTA
Dopo il Consiglio degli stati anche la camera bassa ha detto sì all’accordo «Foreign Account Tax Compliance Act» (FATCA) con 121 voti contro 51 e 21 astenuti. Dal luglio 2014 l’accordo permetterà agli Stati Uniti di chiedere informazioni (quasi automaticamente) sui conti in Svizzera di cittadini americani. La FACTA regolerà di seguito l’applicazione in Svizzera della nuova legge fiscale degli Stati Uniti, che vuole fare in modo che siano tassati tutti i conti che le persone assoggettate a imposta negli Stati Uniti detengono all’estero.
In giugno il Nazionale aveva affossato la “Lex USA”, la legge federale urgente che avrebbe agevolato la ricerca di una soluzione nella vertenza che oppone alcune banche elvetiche al fisco americano. Questa volta, il ministro delle finanze, Eveline Widmer-Schlumpf, ha trovato l’appoggio parlamentare per l’accordo. “Senza FACTA per il mondo finanziario svizzero sarà molto difficile trattare con gli Stati Uniti”, ha spiegato i vantaggi dell’accordo Widmer–Schlumpf, “poiché la Svizzera potrebbe essere esclusa dal mercato statunitense”. Inoltre le banche dei paesi che non vi aderiscono rischiano di pagare un’imposta del 30% su ogni conto di un cittadino americano. Berna ha ottenuto alcune concessioni: le assicurazioni sociali, gli istituti di previdenza privati e le assicurazioni sono esclusi dalla normativa.
Durante il dibattito al Nazionale non hanno avuto successo i tentativi di UDC e Verdi di affossare l’intesa. Sia le richieste di rifiuto che di rinvio non hanno avuto alcuna possibilità di passare. Il “no” più deciso è stato quello dei democentristi, che hanno definito il trattato “coloniale e unilaterale” e un attacco alla sovranità svizzera. I Verdi avevano proposto di rinviare il progetto al Consiglio federale per adeguarlo a un modello basato sullo scambio automatico delle informazioni. Il PS non ha sostenuto il rinvio dei Verdi, ma ha chiesto che il Governo s’impegni per una modifica del FACTA non appena lo scambio automatico fosse stato adottato quale standard internazionale. Alla fine la maggioranza è stata del parere che la Svizzera, lo si voglia o no, deve sottostare alla volontà americana. “È un rospo che bisogna ingoiare”, ha affermato Widmer-Schlumpf.
La FACTA prevede due modelli di accordo. Il primo permette lo scambio automatico d’informazioni con il fisco statunitense tramite le autorità fiscali nazionali ed è stato scelto dalla stragrande maggioranza dei paesi. La Svizzera ha scelto il secondo modello. Le banche forniscono direttamente alle autorità fiscali statunitensi, se il cliente acconsente, le informazioni richieste. Senza il consenso, gli istituti finanziari non sono obbligati a fare il nome del cliente, forniscono dati anonimi e il fisco statunitense potrà accedere così ai dati del cliente tramite assistenza amministrativa mediante domande raggruppate all’autorità fiscale svizzera. FACTA non permette di accedere ai dati dei clienti negli anni passati, ma permette di risolvere le questioni americane pendenti e regola esclusivamente lo scambio d’informazioni automatico per il futuro. Il sì di Berna rischia di avere ripercussioni anche nelle relazioni con l’Europa, che di recente non ha fatto mistero di volere puntare allo scambio d’informazioni con la Svizzera.