Il Consiglio nazionale ha approvato il 10 settembre scorso all’unanimità la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuali (la cosiddetta Convenzione di Lanzarote) e le modifiche al codice penale necessarie alla sua attuazione. Abbiamo parlato con Marianne Affolter, responsabile Comunicazione della Pro Juventute della Convenzione e dei pericoli di internet per bambini e ragazzi…
Con la delibera del Consiglio nazionale si attuerà una importante modifica del Codice penale in tema di abuso sessuale su minori. Ci può spiegare brevemente cosa significa e in atto pratico cosa cambierà?
Per “Convenzione di Lanzarote”, che la Pro Juventuto richiede, mancava fino adesso la punizione per adulti che praticano atti sessuali con adolescenti. Con la sua decisione il Consiglio nazionale ha eseguito un contributo importante, e prossimamente questa mancanza potrebbe essere eliminata con una modifica nel codice penale, in questo modo in Svizzera il sesso con minorenni diventerebbe punibile. Anche il consumo di pornografia minorile va punito. Al momento la legge prevede che senza essere in possesso di materiale di questo genere non si è punibile per l’uso di pornografia minorile, cosa che però ai tempi di oggi tramite internet è possibile. Questa è una lacuna. Il Consiglio nazionale ha inoltre escluso la punizione per Grooming, l’avvicinamento a minorenni a scopo sessuale tramite internet.
Nell’era di internet si va sempre più consolidando la minaccia sulla rete. Per esempio, il fenomeno del “grooming” che ha appena accennato, ma che però non tutti conoscono. Ci può spiegare di cosa si tratta e chi è maggiormente esposto a questo rischio?
Grooming significa rivolgersi a minorenni con intenzioni sessuali da parte di adulti tramite internet. I più colpiti sono bambini e adolescenti, sia maschi che femmine. Qui occorre reagire immediatamente: da un lato per quanto riguarda la legislatura, dall’altro per la sensibilizzazione in modo che i bambini e adolescenti si possano proteggere.
Anche nell’ambito “Pornografia e consumo dei media” c’è una mancanza di informazione, quali sono le azioni possibili per poter contrastare questo fenomeno?
Decisivo è l’educazione di bambini e adolescenti, in modo che conoscano i rischi e possano proteggersi, ma bisogna anche pensare a chi è colpito da questo fenomeno e poter garantire loro un luogo dove possono trovare aiuto. Inoltre è decisiva la competenza dell’uso dei media di oggi: bambini e adolescenti devono imparare a usare i media nuovi. Oggi giorno questo è importante quanto sapere leggere e scrivere. Per questo Pro Juventute organizza in tutta la Svizzera dei workshop scolastici, chiamati “Medienprofis”. Anche i genitori hanno un ruolo fondamentale: devono accompagnare i figli nell’approccio con i media. Per poter garantire che tutti i bambini abbiano la possibilità di imparare l’uso migliore dei media, la Pro Juventute chiede che nel progetto del piano studi 21 ci sia anche la competenza mediale.
Cosa si può fare per una maggiore protezione dei nostri figli? Quali sono i contesti più a rischio?
Proprio nel settore di sessualità e nuovi media ci sono tanti rischi per bambini. Questi rischi possono essere causati da persone della stessa età, ma anche da adulti che falsificano l’identità e cercano tramite questi spazi cyber di avvicinarsi. Per più sicurezza ci sono due piani: ci vuole una legge adeguata ai tempi di oggi, più responsabilità da parte di chi gestisce le piattaforme su internet e ci vuole l’appello ai genitori di insegnare ai figli un uso responsabile con i media. Per i bambini è molto importante che sappiano usare i nuovi media con responsabilità. Il focus deve stare sulla trasmissione competente. Soprattutto nel campo della sessualità nei nuovi media i bambini devono essere sensibilizzati, devono sapere, come proteggersi e che possono trovare aiuto chiamando al numero d’emergenza 147.
Come interviene Pro Juventute in questa situazione particolare di Cyber-Mobbing?
Ci sono vari consigli che diamo:
– Parlate! Come primo passo vengono coinvolti i miglior amici o i genitori. Ma se non c’è fine nel Bullying in vista, sicuramente è consigliabile parlare con insegnati o gli psicologi della scuola o altri adulti, i quali possono aiutare. Capita spesso che a tanti adolescenti viene più facile parlare con un anonimo invece che con un conoscente, per questo esiste il numero d’emergenza 147 della Pro Juventute.
– In ogni caso non bisogna reagire agli attacchi personali. Bloccare i propri profili (come ad esempio su Facebook), indirizzi e-mail o numeri di cellulare può essere una soluzione momentanea. Su tanti siti si possono denunciare i colpevoli cliccando sui tasti apposti.
– Provvedimenti tecnici preventivi: dare gli indirizzi e-mail solo ad amici, aprire i profili su social networks solo per amici, non postare cose provocatorie o usare nicknames o contenuti provocativi.
– Quando è già in uso: bloccare i profili e gli indirizzi della persona che pratica il mobbing e rivolgersi al moderatore del sito. Cambiare i nomi d’utente e profili sui social network.
– Provvedimenti legali: denunciare, mobbing non è punibile ma tanti aspetti possono essere denunciati. (Diritti all’immagine, rubare il nome e fare stupidaggini, offesa di onore etc.)
Se si tratta di abuso minorile diretto devono essere contattati immediatamente la polizia e l’ente responsabile.