I due oggetti in votazione nel cantone e città di Zurigo sono stati bocciati. Agli stranieri non sarà concesso il diritto di voto a livello comunale nel canton Zurigo e la città di Zurigo non avrà il nuovo stadio
L’associazione dei figli di immigrati Second@s aveva lanciato l’iniziativa “Per più democrazia” che avrebbe completato l’articolo 22 della Costituzione cantonale, concedendo agli stranieri il diritto di voto a livello comunale. A condizione che si è da dieci anni in Svizzera e ininterrottamente da tre anni nel comune di domicilio. Il Gran Consiglio zurighese raccomandava di respingere il testo. I votanti l’hanno seguito con il 75,02% di voti contrari, bocciando l’iniziativa, che era sostenuta dal PS, dai Verdi, dalla Lista alternativa e dai Verdi-liberali. Attualmente otto cantoni permettono agli stranieri di votare a livello comunale: Argovia, Basilea Città, Grigioni, Friburgo, Ginevra, Giura, Neuchâtel e Vaud.
Zurigo non avrà il nuovo stadio, che sarebbe stato costruito sul sito del vecchio Hardturm. Il progetto sarebbe stato finanziato interamente dalla città, con oltre 216 milioni di franchi. I cittadini zurighesi hanno bocciato di misura il progetto con il 50.58% di voti contrari. Le due squadre di calcio cittadine – FC Zurigo e Grasshopper – continueranno a giocare nel nuovo Letzigrund, con la pista di atletica fra il campo e gli spalti. Un altro oggetto in votazione era strettamente legato allo stadio. La costruzione nelle immediate vicinanze di un immobile di 154 appartamenti a pigione moderata, che è stata approvata dal 67,4% votanti. L’edificio però non si realizzerà, poiché una clausola nel contratto di vendita del terreno garantisce alla Credit Suisse il diritto di riscatto, se lo stadio non sarà realizzato.
G.S.
“Il cantone di Zurigo si è lasciato sfuggire un’ occasione di sviluppo”
Commento sul risultato di Angelo Barrile
Purtroppo la domenica scorsa una maggioranza ha bocciato la nostra iniziativa popolare che avrebbe dato il diritto di voto a livello comunale alle persone di cittadinanza straniera residenti in Svizzera da almeno dieci anni. Con questo “no” il nostro cantone esclude anche in futuro un importante numero di persone dalla partecipazione alle decisioni politiche. Per me, questo è un difetto della nostra democrazia diretta, perché il popolo siamo noi tutti, indifferente da dove proveniamo o quale passaporto possediamo.
Anche se questa sconfitta per il momento mi rende triste, sono convinto che prima o poi riusciremo a persuadere le persone di quanto sia giusta la questione. Non lasciamoci scoraggiare e continuiamo a lottare per le idee, delle quali siamo convinti. In Svizzera infatti le idee giuste non riescono a passare le votazioni popolari dall’ inizio. Così è stato per diverse questioni come il diritto di voto per le donne, che esiste appena dagli anni 70 del 20° secolo oppure l’ adesione della Svizzera all’ ONU.
Faccio un appello a tutti i lettori e le lettrici della Pagina: Parlate del tema con le persone che vi sono parenti o amiche e informatele su questa ingiustizia. Più ne parliamo e spargiamo la voce, più verrà capita questa ingiustizia, finché una maggioranza sarà pronta ad una partecipazione politica di tutti i membri della nostra comunità.