Il generale Al Sisi, autore del “golpe tecnico” che ha estromesso Mohammed Morsi dal potere gode del sostegno di tutti gli altri partiti moderati, laici e di sinistra
Com’è la situazione in Egitto dopo il golpe “tecnico” del generale Abdel Al Sisi e la destituzione del presidente Mohammed Morsi, leader dei Fratelli Musulmani? La situazione si sta “normalizzando”, con il generale Al Sisi capo supremo delle forze armate e il premier ad interim Hazem Beblawi che sta organizzando le elezioni politiche nel 2014 mentre l’Assemblea Costituente sta preparando una nuova Carta, che sarà la guida per l’Egitto dei prossimi anni. Sia dalla Costituente, sia dalle elezioni, i Fratelli Musulmani sono stati esclusi. Per loro è cominciata la “clandestinità”. Del resto, la storia di questo partito, fondato nel 1928 a Ismalia da Hassan Al Banna per opporsi al dominio occidentale in nome dell’Islam e del Corano, finora è durata 85 anni, di cui ben 61 in clandestinità in quanto dichiarati fuori legge. I Fratelli Musulmani uscirono dalla clandestinità proprio nel 2011, quando scoppiò la “Primavera araba” con manifestazioni oceaniche contro Mubarack. Di fronte alla marea dei manifestanti Mubarack face sparare su di essi anche perché il furore della piazza era inarrestabile. Il che, su pressione dei “ribelli”, gli costarono le dimissioni e l’arresto ad opera del capo delle forze armate.
Le elezioni per la presidenza furono vinte un anno dopo da Mohammed Morsi, leader come detto dei Fratelli Musulmani, il quale cambiò il vertice dell’Esercito mettendo come capo supremo il generale Al Sisi, colui che un anno dopo ha operato il golpe destituendo proprio Mohammed Morsi, inviso quanto si vuole come islamista radicale, ma eletto con votazione popolare. Il problema è stato che l’Egitto di Morsi è stato un fallimento per una serie di motivi. Innanzitutto quello economico, perché non è riuscito a governare la situazione; poi un fallimento politico, perché ha fatto passare leggi che ricalcavano il Corano. In poche parole stava per riportare l’Egitto sotto la chiara influenza islamica e per giunta si era dato i pieni poteri. Di fronte alla raccolta di circa 20 milioni di firme e di fronte a manifestazioni oceaniche di 3 milioni di persone, le forze armate diedero a Morsi un ultimatum di 48 ore per rispondere alle accuse dei manifestanti. La mancata risposta comportò la sua deposizione e il suo arresto (tuttora non si sa dove egli sia). Siamo agli inizi di luglio scorso. Al Sisi è diventato arbitro della situazione, ha nominato un governo provvisorio di transizione ed ha proceduto alla restaurazione. Tutto questo con il consenso del partito di Mubarack, dei partiti laici, della sinistra. La richiesta di mettere fuori legge i Fratelli Musulmani è partita dal Tigammo, storica formazione socialista. “Certo che siamo stati noi”, ha detto Farida Naqqash, “la legge vieta i partiti religiosi e le milizie militari. L’abbiamo fatto per difendere l’Egitto, non per istigazione di Al Sisi. Tutti sono d’accordo con noi”.
Le tappe della restaurazione sono state la liberazione di Mubarack e il proscioglimento da ogni accusa di essere stato causa dei mille morti durante le prime manifestazioni di piazza e la denuncia alla magistratura per istigazione alla violenza contro i Fratelli Musulmani. Morsi si è beccato un’accusa di istigazione all’omicidio. Tutti i capi della Fratellanza Musulmana sono in prigione. La settimana scorsa il tribunale l’ha condannata alla messa al bando con la confisca dei beni patrimoniali. Ecco la sentenza del tribunale: “Questa corte vieta le attività della Fratellanza e di ogni istituzione che ne derivi o riceva assistenza finanziaria da essa”. La sentenza prosegue: “Ordiniamo la confisca di tutti i fondi, beni e immobili della confraternita”. In precedenza, in seguito al golpe tecnico, i Fratelli Musulmani scesero in piazza e ne nacque una vera e propria guerra civile come quella che agli inizi si è svolta in Siria. Al Sisi, per arginare la guerra totale ha fatto sparare contro la folla, superando abbondantemente le centinaia e centinaia di morti, e contemporaneamente ha istituito il coprifuoco per due mesi, procedendo a centinaia di arresti. Alla fine, però, ebbe ragione della protesta, fiaccata e colpita a suon di mitragliatrici.
La settimana scorsa, appunto, l’epilogo con la sentenza del tribunale che ha ridotto la Fratellanza Musulmana alla clandestinità. Quando ci saranno le elezioni, i Fratelli Musulmani non potranno presentarsi, alla fine vincerà l’uomo che godrà del sostegno dei militari, un uomo che governerà con una parvenza di democrazia ma in realtà con il pugno di ferro, gradito ai militari, come è sempre avvenuto nella storia del moderno Egitto.