Approda nelle sale svizzere l’ultima opera di Alfonso Cuarón con Sandra Bullock e Gorge Clooney
A sette anni dalla sua ultima fatica cinematografica, I figli degli uomini, Alfonso Cuarón torna sul grande schermo con un progetto completamente nuovo di grande impatto psicologico. Con Gravity, Cuarón porta in scena un thriller ad ambientazione fantascientifica, anche se lo svolgimento è assolutamente inconsueto. Tutto è ambientato sullo spazio, ma non è lo spazio conosciuto e quasi dominato dall’uomo come nella maggior parte dei film fantascientifici in cui l’uomo è padrone e colonizzatore dei pianeti dello spazio, si tratta invece dello spazio sconosciuto e poco favorevole all’umanità così come si presenta al giorno d’oggi. Uno spazio che è grande fonte di interesse e di studi per gli uomini ma che è ancora un luogo oscuro e quindi pericoloso che reca un grande senso di incertezza e insicurezza.
Così quando l’uomo, infinitamente piccolo, si troverà nello spazio infinitamente grande sarà preda di tutte le sue paure finché il senso di sopravvivenza non prenderà il sopravvento e l’essere riuscirà ad avere la meglio sulle sue paure e sull’ignoto. Forse è questo quello che ci vuol comunicare Cuarón quando racconta l’odissea vissuta da due astronauti dispersi nello spazio e completamente isolati dal mondo: la capacità dell’infinitamente piccolo di domare l’infinitamente grande, e forse è l’ennesimo grande passo dell’uomo verso il futuro e la consapevolezza delle proprie capacità. Spiega il regista che “Il film ha un valore metaforico di un certo peso.
Abbiamo preso spunto anche dalla crisi dei valori e da quella economica, portando il tutto, su un altro piano, alle estreme conseguenze, riportando le difficoltà estreme di molti. Tramite la deriva dei detriti e l’effetto a catena parliamo delle difficoltà estreme, nello spazio come nella vita. Basandoci sulla psicologia dei personaggi, abbiamo snellito la narrativa e ci siamo buttati su di loro. Volevamo creare qualcosa di spettacolare, di mozzafiato, ma al contempo portare un messaggio, una tematica, quella delle avversità. Tutti prima o poi ci troviamo in difficoltà, e la cosa ci spaventa. E cosa può esserci di più spaventosi che ritrovarsi alla deriva nello spazio?”
Per questo suo non poco ambizioso lavoro, il regista si avvale di due grandi attori Sandra Bullock e Gorge Clooney che ha così spiegato la sua partecipazione al film durante la conferenza stampa della Mostra di Venezia “Oramai da quindici anni scelgo i film solo se ci sono, alla base, una buona storia, un buon regista e dei buoni colleghi. Questa, quindi, era un’occasione imperdibile. Però non è vero che il personaggio mi somiglia… è che avevo poca scelta! I personaggi principali erano solo due… uno era già occupato… e rimaneva anche in mutande, a un certo punto!”. Naturalmente l’altro personaggio su cui Clooney scherza è Ryan Stone la brillante dottoressa lanciata in orbita per il suo primo lancio sullo spazio interpretata dalla bravissima Sandra Bullock che invece ha raccontato di come è stata dura entrare nel ruolo fisicamente: “L’allenamento è stato estenuante: e ho anche dovuto impratichirmi con la strumentatura. Ma soprattutto, ho dovuto assumere una forma quasi androgina, che riflettesse l’interiorità del personaggio, praticamente oramai svuotato della sua femminilità a causa della sua vita precedente al lancio”. La Bullock ha avuto soccorso anche da un amico astronauta che l’ha aiutata soprattutto sui problemi di fisicità spiegando come doveva muoversi.
Per quanto riguarda la trama, Gravity narra la storia della dottoressa Ryan Stone, alla sua prima missione a bordo dello Shuttle, insieme a Matt Kowalsky (Clooney), un astronauta esperto, al suo ultimo volo prima della pensione. Ma quella che sembrava una normale passeggiata nello spazio si trasforma in una catastrofe e lo Shuttle viene distrutto, lasciando Stone e Kowalsky completamente soli – collegati solo fra loro e fluttuanti nell’oscurità. Il silenzio assordante in cui sono immersi significa che hanno perso ogni contatto con la Terra…. e ogni speranza di salvezza. Unici superstiti, si ritrovano a vagare nello spazio, privi di contatti con la Terra e con scorte sempre più limitate di ossigeno; loro unica speranza sarà quella di raggiungere una base cinese sita a una notevole distanza, attraverso la quale tentare il ritorno sul pianeta. Ma, oltre alle difficoltà derivanti dalla situazione, il loro principale nemico sarà il panico e l’angoscia di ritrovarsi da soli, alla deriva, nelle immensità del cosmo.
Gravity sarà proiettato nella Svizzera tedesca e in Ticino a partire dal 3 ottobre prossimo, mentre nel cantone francese sarà visibile dal 23 ottobre.