Sono circa 200 i morti dell’ultimo naufragio avvenuto a ridosso delle coste lampedusiane e il dato è in continuo aumento. Quante vittime ancora dovranno esserci a causa di questa migrazione clandestina, prima che l’Europa si decida ad intervenire? Papa Francesco: “È una vergogna”
A 500 metri dalla costa lampedusiana, erano quasi arrivati. I motori spenti e un senso di ansia misto ad una speranza ingiustificata li tormentavano, mentre le onde cullavano l’inospitale mezzo. Pare che alcune imbarcazioni li abbiano visti, due o tre barche, ma che nessuno si sia fermato a soccorrerli. Quando hanno acceso il fuoco… è stato allora che si è spenta ogni speranza. E così il barcone della speranza si è rovesciato insieme a centinaia di anime che, orfane della terra promessa, trovavano in mare gli ultimi affanni. Scappavano da una terra ormai inospitale e nessun’altra terra gli ha saputo donare il conforto che cercavano, solo il mare, impietoso o misericordioso, chissà, gli ha offerto funesto riparo. Erano le prime luci del mattino del 3 ottobre scorso e sul barcone vi erano circa 500 profughi. È stata questa la triste fine di centinaia di anime, ma il loro naufragio è indice della colata a picco di tutta una civiltà. Mentre a Lampedusa c’è un via vai di autorità per controllare la situazione, mentre forze dell’ordine e cittadini di buona volontà si affannano per recuperare i corpi oramai esanimi, e da tutto il mondo non mancano solidali minuti commemorativi di silenzio, l’Europa commenta. E non sempre i commenti sono positivi. La questione lampedusiana, per quel che se ne dica, non è affare esclusivamente siciliano o italiano, ma di tutta l’Europa e i commenti, purtroppo, non aiutano un’isola già fortemente provata. Ci vogliono i fatti, gli aiuti materiali. È chiaro che Lampedusa soffre della scomoda posizione che la vede come piattaforma di appoggio o di partenza, certamente non d’arrivo, verso l’Europa. Non è la destinazione finale Lampedusa, ma il punto di partenza per arrivare in Europa anche se purtroppo per molti ha rappresentato la fine come per i centinaia di migranti della scorsa notte. L’Europa deve agire e deve farlo in tempi brevi. L’isola di Lampedusa non ha più spazio per le bare e gli abitanti dell’isola sono stanchi di convivere con la sofferenza dei popoli che clandestinamente vi sbarcano quando invece avrebbero tutto il diritto di chiedere aiuto apertamente e non attraverso segnali di fumo improvvisati e letali.
Se l’Europa non è stata in grado di evitare il naufragio del barcone a ridosso delle coste lampedusiane forse è ancora in tempo per evitare il naufragio della civiltà europea, cercando il modo di non respingere più i naufraghi, cercando il modo di accogliere i richiedenti asilo e coloro che fuggono dalle violenze, ognuno prendendo atto della propria responsabilità e soprattutto delle proprie possibilità. Tutti.