Un gruppo di scienziati ha accertato che una cometa 28,5 milioni di anni fa esplose nei cieli del deserto libico-egiziano provocando la formazione di un materiale chiamato “vetro libico”
Dagli scienziati il 2013 è stato definito “l’anno delle comete”. Una di esse, chiamata Ison, sarà visibile a partire dalla fine di ottobre a gennaio dell’anno prossimo. Sarà talmente luminosa che potrà essere vista ad occhio nudo anche di giorno. Sarà uno spettacolo eccezionale. Le comete sono degli enormi ammassi di ghiaccio e polveri, luminose a causa della riflessione della luce del Sole.
Nei giorni scorsi tre scienziati – Jan Kramers, David Block e Marco Andreoli – hanno annunciato una scoperta che non è solo ipotizzata, come è avvenuto anche anni fa, ma addirittura dimostrata scientificamente. Hanno dichiarato di avere la prova che 28 milioni e mezzo di anni fa una cometa è esplosa nei cieli del deserto libico-egiziano. L’esplosione ha provocato un surriscaldamento della sabbia a una temperatura di oltre duemila gradi. Tra le conseguenze dell’esplosione, oltre alla distruzione della vita in un raggio molto ampio di tutta la regione, ci fu la vetrificazione della sabbia e delle rocce, producendo quel materiale chiamato “vetro del deserto libico”, usato in epoche preistoriche dai popoli della zona per forgiare attrezzi da lavoro.
Qual è la prova della cometa entrata a contatto con la Terra e poi esplosa nei cieli della regione citata? E’ il ritrovamento di un frammento roccioso consistente – non minuscolo come altri frammenti di polvere trovato in passato – chiamato Hypatia (Ipazia è il nome della filosofa e scienziata alessandrina vissuta tra il IV e il V secolo dopo Cristo). Hypatia, dunque, è stato sottoposto ad esami accurati ed è stato accertato che non è di origine terrestre e non è nemmeno di origine meteoritica. Di qui l’ipotesi, suffragata appunto da studi successivi, che il frammento faccia parte del nucleo di una cometa venuta a contatto con la Terra, come detto, 28,5 milioni di anni fa. Tra l’altro il frammento contiene minuscoli diamanti. Il materiale roccioso non può che essere stato creato dall’alta temperatura e dalle radiazioni nucleari. La zona interessata dall’esplosione è di circa seimila km quadrati e si trova esattamente a sud-est della Libia, a sud-ovest dell’Egitto e a nord-ovest del Sudan. Il vetro libico è di colore giallo e dovette essere ricercato nell’antichità, tanto è vero che sul pettorale trovato sulla mummia del faraone Tutankhamon figura incastonato uno scarabeo di vetro libico.
Quando saranno sciolti tutti i residui dubbi sulla provenienza del frammento Hypatia, si scoprirà che si è in presenza del più grande frammento di origine extraterrestre proveniente dal nucleo di una cometa. I frammenti di polveri già noti si trovano nei ghiacci dell’Antartide ma, appunto per la loro piccolezza, non sono affidabili come prova della provenienza da una cometa. Hypatia offre un’altra curiosità. Gli scienziati americani ed europei hanno speso miliardi di dollari per studiare le comete, hanno organizzato viaggi nello spazio per catturare frammenti di comete e nessuno si era accorto prima che i frammenti si trovavano già sulla Terra. Cose che capitano, senza colpa alcuna.
Finora si è parlato del pericolo rappresentato da meteoriti più o meno grandi che potrebbero colpire in futuro la Terra, perciò si sta studiando come affrontare il pericolo, magari mandando contro il meteorite pericoloso delle bombe che ne devierebbero la traiettoria. Ebbene, tra i vari pericoli che possono provenire dallo spazio, ora c’è anche quello di una cometa.
Intanto, però, siccome il pericolo è ipotetico, possiamo tranquillamente prepararci a godere dello spettacolo che ci offrirà gratuitamente Ison nelle prossime settimane.