Travail.Suisse auspica un aumento degli assegni per i figli invece degli sgravi fiscali
Le famiglie che affidano la custodia dei figli a terzi, contro pagamento, possono dedurre dal reddito imponibile un massimo di 10’000 franchi l’anno. Queste agevolazioni fiscali devono essere consentiti anche ai genitori che accudiscono ai propri senza la custodia a terzi. È la proposta dell’iniziativa popolare lanciata dall’Unione democratica di centro (UDC), che sarà sottoposta al voto dei cittadini il 20 novembre, e intende eliminare le discriminazioni fiscali. Il testo viene sostenuto soprattutto dai partiti borghesi, ma non raccoglie consensi negli altri partiti e nel mondo economico. Il Governo ha respinto l’iniziativa, perché la proposta UDC favorirebbe le famiglie tradizionali e non tratterebbe in modo egualitario gli altri modelli. Molte donne lascerebbero il lavoro per dedicarsi unicamente alla famiglia, incoraggiate da una deduzione non motivata da una spesa.
La scorsa settimana la campagna per le votazioni è entrata nel vivo. La federazione sindacale Travail.Suisse ha presentato uno studio, in cui sostiene che un aumento degli assegni famigliari per i figli e per quelli di formazione comporterebbe maggiori benefici rispetto agli sgravi fiscali proposti dall’iniziativa. Lo studio della scuola universitaria professionale di Berna mostra che un aumento minimo degli assegni famigliari di 50 franchi (da 200 a 250) e di 100 franchi per quelli di formazione (da 250 a 350) ridurrebbe le disparità sui redditi. In media i salari salirebbero dell’1% e avrebbero un impatto più cospicuo sui redditi bassi con il 2%. In questa misura l’aumento sarebbe il primo passo per perseguire la politica famigliare. A medio termine Travail.Suisse ritiene necessario aumentare gli assegni a 350, rispettivamente 500 franchi. Con questa misura si risparmierebbe anche sui costi. Il Dipartimento federale delle finanze (DFF), in relazione all’iniziativa, li aveva stimati a 1.4 miliardi di franchi di mancati introiti fiscali, mentre lo studio li valuta a 1.3 miliardi, con un riduzione di 100 milioni. Dallo studio non emerge però come e chi finanzierà la misura proposta.
Se si votassi questa settimana l’iniziativa sarebbe accettata, secondo il primo sondaggio di Gfs.berna commissionato da SRG SSR per le prossime votazioni federali. Al momento i risultati indicano, a sorpresa, un chiaro sì con il 64% degli intervistati che appoggiano l’iniziativa “a favore delle famiglie”, contro il 25% di contrari e l’11% di indecisi. Il testo è sostenuto fortemente dai partiti borghesi UDC, PPD e PLR e ottiene l’appoggio anche da parte di elettori di sinistra dei Verdi L’istituto Gfs.berna giudica il vantaggio non decisivo. È provato che le iniziative nel corso delle ultime settimane tendono a perder almeno un 10-15% di consensi.
Gli argomenti degli oppositori non hanno fatto breccia nelle opinioni degli elettori, nonostante la campagna sia stata avviata. L’argomento che permetterebbe di raggiungere la maggioranza è quello dei mancati introiti per l’erario di Confederazione e Cantoni. Non si sono ancora accentuati gli argomenti, che il testo dell’iniziativa favorirebbe soprattutto le famiglie benestanti, le quali possono permettersi di vivere di un solo reddito e che nella Costituzione si rafforzi il modello della famiglia tradizionale.
Raccolgono per ora simpatie gli argomenti pro iniziativa. L’argomento con maggior sostegno è l’intenzione di eliminare le discriminazioni fiscali nei confronti di genitori che accudiscono personalmente i propri figli. Queste famiglie generano meno costi per la società e meritano gli sgravi. Altro argomento, sostenuto da due terzi degli intervistati, è la possibilità di libera scelta del modello di famiglia. Non è rilevante invece il numero di figli in famiglia per appoggiare l’iniziativa, dato che anche famiglie senza figli tendono verso il sì. Un’incognita per la destra conservatrice potrebbe essere non avere trovato grandi alleati.