Usi ed abusi delle tecnologie digitali possono avere delle conseguenze pericolose sulla vita reale. Disconnect è il lungometraggio di esordio nel cinema di finzione di Henry Alex Rubin
Spesso, navigando su internet, viene da chiedersi quante migliaia di persone stanno facendo la medesima cosa nello stesso momento. La domanda non troverà mai una risposta esatta. Al giorno d’oggi l’uso della rete interattiva è talmente comune che è quasi impossibile trovare qualcuno che non sia “connesso”. La rete è entrata prepotentemente nella nostra vita reale che a stento riusciamo ad accorgerci delle conseguenze che ha il mondo virtuale sul reale. Sulla rete si incontrano, si scontrano, si intrecciano un numero indefinito di storie e vite umane, ogni giorno, ogni attimo. E a questa moltitudine di vite, pur nella loro singolarità, che guarda Disconnect, ad un mondo che non può fare a meno della rete che violentemente investe la vita reale, la vita di tutti i giorni! Così nel film diretto da Henry Alex Rubin, seguiamo le vicende umane e interattive di un gruppo eterogeneo di persone che non hanno nulla a che fare tra di loro nella vita reale, ma che intrecciano la cui storia personale rimane inesorabilmente incagliata sulla fitta trama della rete virtuale insieme a quella di altri “sconosciuti”. Tra gli imprigionati nella rete globale anche Cindy e Derek, una coppia in crisi dopo la morte del figlio.
Il loro rapporto è fortemente provato dall’evento ed entrambi sfogano sul web le proprie frustrazioni, finché un giorno scoprono che qualcuno ha conato la loro carta di credito prosciugandogli il conto in banca. Inizia in questo modo una spietata caccia al ladro virtuale, con cui ci si collega alla storia “virtuale” e reale degli altri personaggi: un ragazzo che lavora come camboy assieme ad altri coetanei, anche minorenni, che vivono tutti assieme in una casa, gestita da un uomo; una reporter tv che si interessa alla storia del camboy e vorrebbe fare un servizio su di lui; due ragazzini che prendono di mira un coetaneo, timido e solitario; la sorella e i genitori di questo ragazzino; c’è il padre di uno dei due bulletti, ex poliziotto e vedovo. Tutti hanno a che fare con la rete e si trovano intrappolati dalle conseguenze che il web porta con sé. Il film sembra quasi una denuncia alla pericolosità che una vita vissuta da connesso può portare, fidarsi troppo di uno schermo, confidarsi, cercare aiuto e appoggio, sfruttare le potenziali di internet possono avere risvolti positivi, ma anche negativi se portati allo stremo a causa della perdita del senso della realtà e del deterioramento dei rapporti umani conseguiti alla diffusione del web. Primo fra tutti si rischia di diventare incapaci di creare rapporti umani reali, in un mondo dove il web ha creato la possibilità di essere così vicini, ma che paradossalmente si finisce per allontanarci dalla vita reale, ci “disconnette” (per citare il titolo) dalla vita di tutti i giorni. Disconnect è stato presentato fuori concorso alla 69° Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Nel cast troviamo il neodivo svedese Alexander Skarsgard, Frank Grillo e Jason Bateman e sarà proiettato prossimamente in Ticino e nella Svizzera francese, mentre possiamo assistere alla proiezione del film a partire dal 31 ottobre nelle sale della svizzera tedesca.