Undici anni fa si finse regista, faceva finti provini, addormentava le aspiranti attrici e le violentava. Uscito di prigione, ci ha riprovato fingendosi uomo d’affari
Umberto Veronesi dice che una persona dopo un certo numero di anni non è più la stessa, per cui, se si condanna un criminale dopo venti anni, si condanna un’altra persona. Veronesi ha sicuramente ragione, ma non ha considerato che ogni regola ha un’eccezione. Un certo Claudio Franciosi, sessantunenne romano, undici anni fa si spacciò per regista e approfittò della buona fede e dell’ambizione di un certo numero di ragazze in cerca di lavoro e di notorietà. In poche parole, Claudio Franciosi si finse regista e mise annunci in cui convocava giovani donne per un provino. Inutile dire che i provini erano finti. Franciosi le addormentava mettendo sonnifero nel bicchiere e abusava di loro. Accadde che una tenente donna, agente dell’Arma dei carabinieri, in seguito a denuncia si finse aspirante attrice e smascherò il soggetto, per cui Claudio Franciosi finì in galera.
Secondo Veronesi la lezione sarebbe dovuta bastare al nostro Franciosi, invece no. Qualche tempo fa, ha messo in piedi un’altra delle sue idee ma ha cambiato professione: al posto di fingersi regista, si è finto uomo d’affari. Ecco cosa aveva ideato: sotto falso nome metteva annunci su internet. Offriva a giovani e meno giovani donne la possibilità di lavorare come hostess-accompagnatrici per cene, business, serate, fine-settimane. Chiedeva disponibilità a viaggiare e a fare orari flessibili, in cambio della massima riservatezza e di un guadagno mensile tra i 1500 e i 4000 euro, a seconda degli impegni del cliente.
Dopo i primi annunci ci sono state le prime risposte. Stabilito il contatto, le istruzioni avvenivano tutte rigorosamente tramite internet, nessun incontro personale tra lui e la donna che aveva accettato. Alla fine delle istruzioni c’erano l’indirizzo e l’hotel dove la ragazza doveva presentarsi e le raccomandazioni, che erano di questo tenore. Dovevano portare oli e creme per massaggi, capi di lingerie, una bottiglia di spumante e danaro contante come anticipo per una serie di spese extra come viaggi in base alle esigenze del cliente, hotel, cene e imprevisti vari. Insomma, il guadagno poteva essere eccellente, ma un anticipo era d’obbligo, poi tutto sarebbe stato rimborsato, guadagno e anticipo.
Ecco, con questo viatico la donna di turno giungeva nella capitale e si dirigeva verso l’hotel indicato all’orario fissato. Ad aspettarla, un distinto signore, Claudio Franciosi, il suo “datore di lavoro” che per lei era il cliente che doveva “accompagnare”. Incontro, convenevoli, salita nella suite e illustrazione del piano di lavoro: il tutto condito di qualche bicchiere di spumante corretto con benzodiazepine. Dopo l’assaggio, le donne, immancabilmente, perdevano i sensi e qui interveniva Claudio Franciosi che le ripuliva del denaro, dell’orologio, delle carte di credito, degli oggetti di valore e spariva. Le donne, otto accertate tra i 22 e i 50 anni, tutte provenienti dal Nord, si ritrovavano al risveglio alleggerite dei loro averi. Ovviamente l’hotel prescelto non era mai lo stesso, anche se tutti erano in centro ed eleganti. Alle malcapitate non restava che piangere sulla loro cattiva sorte e telefonare a casa per farsi mandare i soldi per il viaggio, non prima, però, di aver denunciato l’accaduto ai carabinieri.
Undici anni dopo il copione si ripete. Ad arrivare all’appuntamento in un albergo di lusso di Roma è stata un’avvenente donna che, al momento di prendere il bicchiere di spumante in mano, segnala ai suoi colleghi pronti nei dintorni il momento per far scattare il blitz. Claudio Franciosi non ha avuto nemmeno il tempo di rendersi conto dell’accaduto che si è trovato con le manette ai polsi. Una perquisizione nella sua abitazione ha permesso di trovare il benzodiazepine, macchine fotografiche, fotocamere, videocamere, fotocopie di documenti d’identità, cellulari, schede sim, effetti personali, soldi: tutte cose che aveva sottratto alle sue ingenue vittime. Le accuse sono pesanti: rapina aggravata, violenza sessuale e cessione di sostanze stupefacenti e psicotrope. Già, perché il delinquente quando non usava benzodiazepine drogava le donne aspiranti accompagnatrici. Claudio Franciosi ne avrà per parecchi anni, ma se uscirà ancora in piedi siamo sicuri che ci riproverà con qualche altro trucco.