Alla presenza del Console Onorario della Svizzera in Bologna Dott. Francesco Andina, l’Orchestra d’archi dell’Università di Zurigo diretta da per Rudolf Koelman ha chiuso la XVII edizione del Festival di Musica da Camera di Bentivoglio
Quando è possibile coniugare poesia e musica, i risultati sono sempre eccellenti. Non tanto per il gradevole intercalare delle crome e della metrica, quanto per l’affinità acclarata tra i due linguaggi espressivi. Ne era persuaso il folto pubblico convenuto il 1 dicembre scorso nella suggestiva Sala dei Cinque Camini del Castello di Bentivoglio per l’ultimo concerto in programma del XVII Festival di Musica da Camera. Qui l’Orchestra d’archi dell’Università di Zurigo (ZHdK) diretta da Rudolf Koelman, ha dato prova di grande professionalità e bravura, intrattenendo il pubblico entusiasta con il Divertimento per archi in re maggiore KV 136 di Mozart, il Concerto per violino e oboe in re minore BWV 1063 di Bach e l’Holberg Suite per archi in sol maggiore op. 40 di Grieg. Ma la nota speciale della serata è stata l’esecuzione in prima assoluta di una composizione del contemporaneo Adam Skoumal, commissionatagli espressamente dalla Direzione artistica del Festival di Bentivoglio. Autore di un’appassionata Shalik, una Corsaresca per archi e violino eseguita con maestria a metà concerto dal violinista Brusk Zaganeh, Adam Skoumal ha risposto con l’ardore e l’umiltà del musicista autentico alla sollecitazione della Direzione del Festival. Ha risposto esattamente come avrebbe fatto un artista di qualche secolo fa, vedendosi commissionare da un mecenate del Rinascimento un’opera su un tema specifico.
Ed è stata in effetti questa l’originale inventio della Direzione del XVII Festival di Bentivoglio: affidare ad Adam Skoumal quattro liriche aventi per argomento l’acqua, vergate rispettivamente da George Szirtes, Katerina Rudcenkovà, Ellen Deckwitz e Davide Rondoni, perché il pianista e compositore potesse ispirarsi e ricavarne così uno spartito da portare in prima assoluta a Bentivoglio. Godibile e delicata la composizione che ne è uscita, eseguita al pianoforte dallo stesso Skoumal, generoso al punto da concedere come bis un incantevole motivo dal titolo Una fredda notte d’inverno a Bentivoglio. In conclusione del concerto, un ultimo bis: il celebre tango Oblivion di Astor Piazzola. Con inevitabile sdilinquimento dei presenti e doverosa, lunghissima, acclamazione per Rudolf Koelman e la ZHdK.
Giuseppe Muscardini