Il latte, si sa, fa bene; è un alimento completo, ma adesso è stato anche dimostrato che le donne che bevono latte in gravidanza non solo stanno meglio loro, ma trasmettono anche al figlio nei primi mesi di vita effetti benefici sulla sua crescita. Infatti, uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Copenaghen e pubblicato sulla rivista medica European Journal of Clinical Nutrition ha dimostrato che i figli diventano più alti. I ricercatori hanno analizzato la crescita di un gruppo di ottocento bambini da zero a quattordici anni mettendola in relazione con il consumo di latte da parte delle loro madri nel periodo di gravidanza. Hanno così scoperto che i figli delle donne che durante l’attesa bevono almeno quindici centilitri di latte al giorno, cioè poco meno di un bicchiere, da ragazzini diventano più alti rispetto a quelli delle madri che non bevono latte. Il beneficio è di circa due centimetri di statura.
Ancora sulle donne. La frutta secca come noci, nocciole, pistacchi e mandorle, fa bene alle arterie e al cuore. Il consumo, però, deve essere ridotto: 3 noci al giorno, una manciata di mandorle, pistacchi e nocciole. Di più, fanno male, perché sono altamente caloriche. Recentemente, esperti americani dell’Università di Harvard hanno accertato che questa frutta secca aiuta le donne a ridurre il rischio di essere colpite dal tumore al pancreas. Per otto anni hanno, infatti, studiato su un gruppo di 75 mila (settantacinquemila) donne il rapporto tra le abitudini a tavola e l’incidenza di questo tipo di tumore ed hanno scoperto che nelle donne che consumano regolarmente noci, nocciole, pistacchi e mandorle, mangiandone trenta grammi almeno due volte alla settimana diminuisce la probabilità di essere colpite da questo tipo di tumore. Lo studio non dice di quanto è ridotto il rischio, perché è impossibile fare questi calcoli, ma una riduzione c’è. Tra l’altro, non fanno bene solo contro il cancro al pancreas ma anche a prevenire di molto il rischio del diabete. Il vino rosso, è notorio, in modiche quantità, per esempio tra mezzo bicchiere e un bicchiere al giorno, fa bene al cuore. Esagerare, invece, fa male, specialmente al fegato. Ebbene, uno studio dell’università di Barcellona ha mostrato che bere un bicchiere di vino al giorno, non importa se rosso o bianco, riduce il rischio di ammalarsi di depressione. Gli scienziati spagnoli hanno esaminato, per un periodo di cinque anni, un gruppo di 2700 uomini e 2800 donne, dai 55 agli 80 anni di età, alla ricerca della relazione alcol-benessere psichico. Per verificare i dati, hanno chiesto a tutti di compilare ogni giorno un questionario con la quantità di alcol consumato. Ad intervalli regolari, i partecipanti all’esperimento venivano sottoposti ad una visita psicologica per valutare lo stato di benessere psichico di ognuno. E’ stato così scoperto che i pazienti che ogni giorno bevevano una quantità di vino rosso o bianco pari ad un bicchiere al giorno erano anche quelli che venivano meno frequentemente colpiti dalla depressione. Per coloro che, invece, bevono più di un bicchiere al giorno, cioè sette alla settimana, il rischio di ammalarsi di depressione è maggiore.
Le spezie, si sa, vogliono dire sapori e odori, accrescono il gusto di bevande e pietanze e non hanno nessuna controindicazione. Il rosmarino, ad esempio, non insaporisce solo i piatti di carne e pesce ma, insieme alla menta, ha anche un’altra proprietà: aiuta la nostra mente a conservare a lungo la memoria. Ecco quello che hanno fatto gli scienziati della Saint Louis University di San Diego (Usa): hanno studiato in laboratorio su un gruppo di topolini gli effetti sul cervello degli estratti di rosmarino e di menta per vedere se le due erbe avevano un effetto benefico sulla memoria e sulle capacità di apprendimento. Hanno perciò sottoposto gli animaletti ad una serie di test prima e dopo aver dato loro gli estratti delle due erbe. Hanno così scoperto che l’estratto di rosmarino ha effetti positivi sulla memoria. Anche l’estratto di menta lo ha, ma in misura minore. Sottoponendo i topolini ad ulteriori esami, i ricercatori hanno scoperto anche che sia la menta che il rosmarino sono ricchi di sostanze antiossidanti e proteggono le zone della mente incaricate di gestire la memoria dallo stress ossidativo, cioè dai danni causati dalle sostanze di rifiuto che si accumulano nei tessuti e che provocano l’invecchiamento del cervello.