Limiti all’immigrazione, finanziamento dell’aborto e dell’infrastruttura ferroviaria: sono i tre oggetti sottoposti a votazione federale il 9 febbraio
Le discussioni più accese e che smuovono variate emozioni sono suscitate dall’iniziativa dell’Unione democratica di Centro (UDC), che esige limiti all’immigrazione fissando tetti massimi per i permessi per stranieri e richiedenti l‘asilo. Inoltre il Consiglio federale dovrà rinegoziare tutti i trattati internazionali contrari all’iniziativa entro un termine di tre anni. L’UDC ha lanciato l’iniziativa quattro anni fa, basandosi su un malcontento della popolazione per gli aspetti negativi dell’attuale situazione nella politica migratoria. Gli immigranti affluiscono in massa, il traffico e gli affitti aumentano, così come la disoccupazione, dove un disoccupato su due è straniero e si riscontrano l’abuso del sistema sociale e l’aumento della criminalità.
L’iniziativa è sostenuta soltanto dall’UDC e da alcuni partiti minori, tra cui la Lega dei Ticinesi. Contrari i principali partiti, le associazioni economiche e i sindacati, che vedono nell’accettazione dell’iniziativa un rischio per gli accordi bilaterali con l’Unione europea (UE) e sulla libera circolazione. Quest’ultima ha contribuito largamenta alla prosperità della Svizzera, dove i settori sia industriali sia dei servizi pubblici e privati hanno beneficiato della manodopera straniera. Anche il Governo e una netta maggioranza del Parlamento sono dello stesso avviso e hanno respinto l’iniziativa. Il popolo svizzero si è già espresso in tre votazioni relative alla circolazione e agli accordi approvandole e confermando l’importanza di seguire su questa via.
Secondo il primo sondaggio realizzato dall’istituto gfs.berna, su mandato della Società svizzera di radiotelevisione (SRG SSR), il testo farebbe comunque fatica a convincere la popolazione. Soltanto il 37% direbbe sì all’iniziativa, il 55% tenderebbe per il no mentre gli indecisi sono all’8%. Per gli autori dello studio i rapporti, nonostante il cospicuo vantaggio dei contrari, possono cambiare e l’esito resta incerto. Se la popolazione assocerà l’immigrazione agli aspetti negativi, i sì all’iniziativa potrebbero aumentare. Decisive saranno le campagne dei sostenitori e degli oppositori, dato che il processo di formazione delle opinioni non è ancora avanzato.
Al momento anche l’iniziativa denominata “Il finanziamento dell’aborto è una questione privata” sarebbe bocciata. Il testo chiede che l’interruzione volontaria di gravidanza non sia più rimborsata dall’assicurazione obbligatoria delle cure medico sanitarie. Un sì all’iniziativa, che è stata lanciata da un comitato interpartitico composto essenzialmente di cristiani conservatori, comporterebbe l’introduzione di un nuovo articolo nella Costituzione federale e necessità della doppia maggioranza di sì (popolo e cantoni). Dal sondaggio risulta che l’iniziativa raccoglie il 35% di preferenze e il 55% di voti contrari e gli indecisi sono il 7%.
Per i promotori, l’aborto non è una malattia ed è dunque da escludere dal catalogo delle prestazioni dell’assicurazione malattie obbligatoria. L’aborto resterebbe legale, ma nessuno sarà obbligato a finanziarlo con i premi delle casse malattia. Per i contrari si tratta invece di un metodo per ostacolare l’aborto. L’iniziativa mette a rischio il principio di solidarietà, escludendo dalle prestazioni l’aborto per motivi etici. È la salute della donna a essere al centro del dibattito e non il lato finanziario. L’iniziativa è sostenuta dall’UDC, mentre tutti gli altri partiti e associazioni la respingono. In Svizzera, l’interruzione di gravidanza è legale dal 2002, dopo che i cittadini hanno approvato in votazione popolare la depenalizzazione dell’aborto nelle prime dodici settimane di gravidanza.
Invece sembra orientato verso il sì il decreto del Governo per il “Finanziamento e all’ampliamento dell’infrastruttura ferroviaria” (FAIF). Per istituirlo è necessaria una modifica della Costituzione e il decreto prevede la creazione di un nuovo fondo finanziario (con durata indeterminata) che alimenti 5 miliardi l’anno e lo stabilimento di un programma di sviluppo strategico. Il decreto raccoglie per ora il 56% delle preferenze, contro il 27% di contrari e il 17% di indecisi. Con il progetto FAIF si vuole rafforzare la rete ferroviaria, ottenere più spazio nei treni, collegamenti ogni mezz’ora sulle tratte lunghe, ampliamenti in tutte le regioni, strutture migliori per il traffico merci. FAIF è il controprogetto diretto del Governo e del Parlamento all’iniziativa popolare «per i trasporti pubblici» dell’ATA e di altre organizzazioni, che soddisfatti, l’hanno ritirata la scorsa estate.
Per gli oppositori FAIF è sproporzionato e troppo caro. il fondo è lievitato in modo eccessivo passando dagli iniziali 3,5 miliardi previsti dal Consiglio federale ai 6,4 voluti dalle Camere federali. Il massiccio ampliamento dovrebbe essere finanziato con un “temporaneo” aumento (fino al 2030) dell’IVA del +0.1% e soprattutto saranno gli automobilisti a dover pagare per la ferrovia.