Nostra intervista a Carlo Bauleo, un italiano indignato, residente in Svizzera e consigliere comunale (opposizione) al comune di Paludi (Cosenza), per le continue ingiustizie che gli italiani residenti all’estero subiscono ogni giorno grazie anche ai nostri “non” rappresentanti politici che dovrebbero difenderci
Parlaci di te…
Mi chiamo Carlo Bauleo, originario di Paludi, in provincia di Cosenza, e sono in Svizzera dal 1982. Lavoro come agente assicurativo per il gruppo Alliance, ma da sempre sono affascinato dalla politica anche se spesso è contraddittoria e per questo mi spinge spesso a delle constatazioni e quindi a fare delle critiche.
Che rapporti hai con l’Italia?
Un rapporto molto bello perché l’Italia è il mio paese. Anche se tanti lo nascondono, credo che chiunque poi ami la sua propria terra. Attualmente, visto che la legge lo consente, svolgo la carica di Consigliere d’opposizione nel mio paese d’origine anche se vivo in Svizzera.
Vivere questo ruolo e nello stesso tempo vivere lontano, nel tuo caso qui in Svizzera, mette ancor più in risalto alcune problematiche importanti, puoi dirci quali?
Il mio paese vive una realtà dove il 50-60% delle abitazioni appartengono a cittadini residenti all’estero. Questa gente vive in quell’abitazione per pochissimo tempo, ma si trovano a pagare tasse per servizi non usufruiti o almeno usufruiti solo in minima parte. Un esempio è lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani: questa TARSU è una presa in giro perché la legge prevede una riduzione per coloro che possiedono un’abitazione non abitata per più di sei mesi ma ignorata per molti comuni, probabilmente per negligenza amministrativa. Così questa legge non viene applicata visto che è più facile tassare un immobile, invece che cercare risorse alternative di patrimoni che hanno all’interno del territorio. Ciò avviene a causa della scarsa efficienza amministrativa, e ci vanno di mezzo categorie come quella del pensionato o chi, come me, ha l’immobile inutilizzato. Un ulteriore ingiustizia è quella degli sgravi fiscali: molte di queste abitazioni, che abbiamo costruito nel corso di questi anni, sono soggetti anche a ristrutturazione, ma non abbiamo diritto allo sgravio fiscale del 50% perché residenti all’estero. Questa è una vera e propria ingiustizia. In fin dei conti le finestre, le porte, i sanitari e tutto l’occorrente necessario per la ristrutturazione di una abitazione vengono acquistati in Italia! A questo punto, per provocazione, converrebbe quasi procurarci i materiali ed anche la manodopera all’estero! Non lo facciamo per non incidere ulteriormente sulla già danneggiata economia locale. In questo senso ho anche agito con un provvedimento, nel 2011, rivolto al Consiglio comunale di Paludi facendo notare che esiste un decreto legge che prende in considerazione le abitazioni degli emigrati all’estero e chiedendo al Sindaco di dare atto a questa normativa, rendendo giustizia a chi vive all’estero e possiede un’abitazione in Italia. Mai avuto alcuna risposta. La stessa cosa si potrebbe dire per le altre tasse fisse: IMU e quant’altro. Tutto dovrebbe essere calcolato non come un’abitazione usata per 12 mesi all’anno ma solo per qualche mese.
Non credi che questi siano problemi di cui dovrebbero farsi carico i nostri Onorevoli eletti all’estero?
Questi, come altri problemi non meno gravi che viviamo qui. È una forte delusione, perché da loro ci aspettavamo molto di più! Loro sono al parlamento, ma non so cosa facciano. Qui stiamo vivendo la riduzione di personale in vari settori, abbiamo avuto serie lamentele da parte di professori e in generale situazioni molto precarie. Da questo punto di vista si sono occupati molto poco. Nessun parlamentare che ci tuteli. Uno di loro, con cui ho il “filo” diretto (Guglielmo Picchi), mi ha chiaramente detto che non hanno interesse da questo punto di vista.
Quali sono, secondo te, i problemi che hanno urgenza di essere risolti?
Avere consolato efficienti, sostenere i corsi di lingua e cultura italiana e una buona stampa italiana all’estero. Queste tre cose per me sono prioritarie, il resto è solo un CARROZZONE della vecchia politica italiana. Ognuno costruisce il proprio trampolino di lancio usando sindacati, patronati, Comites, CGIE etc. per candidarsi alle prossime elezioni politiche e diventare ONOREVOLE!
Cosa non trovi efficiente nei consolati?
C’è stata una forte riduzione di personale e stanno chiudendo varie sedi di consolati. Stanno così certamente creando ulteriori disagi ai cittadini italiani all’estero. Il lavoro dei consolati non lo voglio giudicare, penso che a causa della riduzione del personale anche loro siano arrivati ai limiti e quindi ne risente il loro operato. Lo Stato dovrebbe tagliare il superfluo: PALRLAMENTARI ELETTI ELL’ESTERO, COMITES, CGIE, CAMERE DI COMMERCIO ecc. Sono inutili e non ci rappresentano più.
Hai anche da ridire per quanto riguarda il voto all’estero?
Sono stato a Roma proprio durante le ultime elezioni politiche per seguire lo spoglio (marzo 2013) e ho visto con i miei occhi lo scrutinio dei nostri voti. Roba da TERZO MONDO. Ho fatto circa una decina di ricorsi, chiedendo perché alcuni voti non venivano presi in considerazione. Per questo sono dell’avviso che il voto all’estero dovrebbe essere annullato, chi vuole andare a votare si fa 1500 km in treno, macchina etc., chi ci tiene alla propria patria si rechi al proprio comune e voti. Ci sono sempre state le agevolazioni per chi lo vuole fare. La nostra Italia ci guadagnerebbe anche tanti soldini.
Ma non tutti hanno le condizioni fisiche per poterlo fare…
È vero, ma alla fine, l’italianità da questo si vede. All’inizio ero molto contento, ero contento di aver fatto un passo avanti, abbiamo avuto una grossa opportunità in questo senso. Però sinceramente il fatto che ogni volta ci siano imbrogli, schede false, stampa, trasporto e invio del materiale elettorale affidati e gestiti senza alcuna trasparenza ed in modo del tutto arbitrario, Patronati e grandi associazioni che si trasformano in SPONSOR o addirittura in PADRINI, persone che comprano voti ecc. Ho visto con i miei occhi pile di schede elettorali scritte con la stessa penna, allo stesso Partito, allo stesso candidato. ROBA DA TERZO MONDO! Se l’estero deve essere partecipe ed avere dei parlamentari eletti all’estero con questo sistema illegale e truffaldino, allora non è più giusto. Come cittadino italiano, se ho l’opportunità vado a votare. Inoltre voglio contestare anche il fatto che i voti degli italiani residenti in Svizzera o in Germania, in un paese confinante, vengano considerati come chi vive in Venezuela o in Argentina. Questo proprio non mi va giù. Io vado in Italia spesso, porto soldi in Italia, dormo in albergo, mangio nei ristoranti, faccio spese, ristrutturo la casa e vivo più intensamente e concretamente i miei rapporti con l’Italia.
Quali sono i provvedimenti che prenderesti in considerazione in questo momento per migliorare la situazione degli italiani all’estero, in Svizzera?
Eliminerei il voto all’estero, i parlamentari, eliminerei i COMITES, il CGIE e toglierei i finanziamenti alla CAMERA DI COMMERCIO. Con le risorse così risparmiate lo Stato dovrebbe potrebbe incentivare un’ottima efficienza consolare, ottimizzare i corsi di lingua e cultura italiana e sostenere nuove iniziative per l’Informazione in lingua italiana all’estero (radio, televisioni, giornali, internet). Queste tre cose. Per questo motivo vorrei che ci fosse un legale che si occupasse dei nostri diritti calpestati. Vorrei sottolineare che sono diritti umani. Paghiamo per servizi che non usufruiamo. Tutte queste cose le ho sempre chieste al parlamentare a me vicino. Ma invano! Adesso mi rivolgo a voi sperando che qualcuno mi ascolti.
Cosa ti auguri per il tuo futuro?
Ho sempre voluto rientrare in Italia, perché nonostante abbia avute grosse opportunità in Svizzera, il desiderio è stato sempre quello di rientrare. Di conseguenza mi auguro che migliori soprattutto la situazione generale. Ci sono cose molto serie da affrontare.
Ti sembra difficile poter tornare in Italia?
Io mi sento totalmente dimenticato dalla mia terra: una volta partito sei un numero in meno. Questo mi offende. Però molti hanno il desiderio di rientrare. Se uno vuole rientrare in età ancora lontana dalla pensione, l’unica possibilità che gli si offre è quella di mettersi in proprio con un lavoro autonomo. Ciò che ti frena è che se non hai almeno 6 mila euro da “regalare” alla burocrazia italiana (pratiche, documenti, permessi ecc.) non fai niente. Ma se fossero previsti sgravi fiscali (non incentivi, quelli li prendono solo i raccomandati!), sono convinto che molte migliaia di persone farebbero ritorno, con le loro famiglie, all’amato paese natio!
TASSE SULLA CASA DEGLI EMIGRATI: I DEPUTATI DEL PD ESTERO CHIEDONO ALL’ANCI DI APPLICARE LE RIDUZIONI
Troppe, ingiuste e irragionevoli sono le imposte sulla casa posseduta in Italia dai cittadini italiani residenti all’estero. È quanto sostengono in una lettera inviata a Piero Fassino, presidente dell’ANCI, i deputati del PD Gianni Farina, Marco Fedi, Laura Garavini, Francesca La Marca e Fabio Porta.
I cinque deputati eletti nella Circoscrizione Estero chiedono, infatti, all’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani di applicare, come previsto dalla legge di stabilità del 2014, esenzioni, riduzioni e detrazioni a favore degli emigrati. L’iniziativa dei deputati del PD è abbinata alla prossima audizione dell’ANCI che sarà convocata dal “Comitato permanente Italiani nel mondo e per la promozione del sistema Paese” per discutere proprio delle imposte sugli immobili posseduti in Italia dai nostri connazionali.
I cinque deputati scrivono al presidente Piero Fassino che “la questione del pagamento di IMU, Tari e Tasi è molto avvertita dai nostri connazionali e che necessita di una equa e indifferibile soluzione”.
Porta, Farina, Fedi, Garavini e La Marca rimarcano nella lettera che “per motivi di ragionevolezza ed equità le imposte che i cittadini italiani residenti all’estero devono pagare sugli immobili posseduti in Italia e non locati, debbano essere commisurate alla natura e al valore dei servizi erogati dai comuni italiani. Servizi di cui oggettivamente solo in parte fruiscono i nostri connazionali poiché occupano l’immobile posseduto in Italia solo per brevi periodi di permanenza e, per lo stesso motivo, usufruiscono solo limitatamente dei cosiddetti servizi indivisibili (illuminazione, viabilità, etc.)”.
I deputati del PD ricordano, quindi, che “la legge di stabilità per il 2014 ha introdotto la IUC e ha delegato ai comuni italiani la possibilità di introdurre esenzioni, agevolazioni e riduzioni fiscali a favore dei cittadini italiani residenti all’estero proprietari di immobili in Italia. In particolare, la componente della IUC riferita ai servizi, si articola nel tributo per i servizi indivisibili (TASI), a carico sia del possessore che dell’eventuale utilizzatore dell’immobile, e nella tassa sui rifiuti (TARI), destinata a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, a carico dell’utilizzatore”. “Il legislatore – puntualizzano – ha opportunamente previsto che: nel caso della TARI, il comune, nel rispetto del principio «chi inquina paga», sancito dall’articolo 14 della direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 novembre 2008, relativa ai rifiuti, può commisurare la tariffa alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia delle attività svolte nonché al costo del servizio sui rifiuti; esso, inoltre, può prevedere riduzioni tariffarie ed esenzioni anche nel caso di abitazioni occupate da soggetti che risiedano o abbiano la dimora, per più di sei mesi all’anno, all’estero; nel caso della TASI, il comune può prevedere riduzioni ed esenzioni nel caso di abitazioni occupate da soggetti che risiedano o abbiano la dimora, per più di sei mesi all’anno, all’estero”.
Per ciò che riguarda l’IMU, sottolineano i cinque deputati, “la legge di stabilità prevede che i comuni possono considerare direttamente adibita ad abitazione principale l’unità immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato a titolo di proprietà o di usufrutto in Italia, a condizione che non risulti locata; per l’anno 2014, essa attribuisce ai comuni un contributo di 500 milioni di euro finalizzato a finanziare le eventuali detrazioni dalla TASI. Tali risorse, comunque, possono essere utilizzate dai comuni anche per finanziare detrazioni in favore dei cittadini italiani iscritti nell’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE)”.
I deputati, inoltre, richiamano che “dal 1993 fino al 2011 – per ben 18 anni – la casa posseduta in Italia dai cittadini italiani residenti all’estero è stata sempre equiparata dalla legge italiana ad abitazione principale. Ora, invece, i nostri connazionali rischiano, se i comuni decidessero di non deliberare esenzioni o riduzioni fiscali a loro favore, di dover pagare sia l’IMU, con le aliquote più elevate per la “seconda casa”, sia la TARI, per rifiuti che non producono, che la TASI, per servizi che non fruiscono”.
Porta, Farina, Fedi, Garavini e La Marca concludono la lettera con una esortazione “crediamo che sia opportuno e politicamente rilevante, oltre che equanime, che l’ANCI dia un forte segnale verso “l’altra Italia” (quasi 5 milioni di cittadini italiani iscritti all’AIRE!) sollecitando i comuni associati, nel rispetto dell’autonomia politica e finanziaria di ciascuno di loro, a prevedere, nei prossimi regolamenti e delibere da adottare, l’introduzione di criteri di determinazione delle tariffe e della disciplina delle esenzioni e/o riduzioni del pagamento delle imposte comunali relative all’IMU, alla TARI e alla TASI, che vengano incontro alle giuste richieste delle nostre collettività emigrate”.