Negli ultimi anni vi sono state, a livello mondiale, numerose discussioni critiche in merito ai programmi di diagnosi precoce del cancro del seno. Alla loro utilità viene contrapposto il numero eccessivo di diagnosi e l’insicurezza vissuta dalle donne. Dal rapporto recentemente pubblicato da Swiss Medical Board non sono emersi nuovi fatti. L’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), in sintonia con l’OMS e diversi Paesi europei, mantiene le sue raccomandazioni relative agli esami di screening. La necessità di promuovere la qualità dei programmi è incontestata.
Sulla base dei dati scientifici finora raccolti, all’inizio di febbraio, Swiss Medical Board ha pubblicato il suo rapporto sull’esecuzione sistematica dello screening mammografico. Partendo dagli stessi dati, negli ultimi anni si sono già tenute numerose discussioni tra specialisti a livello mondiale. Diversi gruppi sono giunti a conclusioni parzialmente differenti.
Incontestato è il fatto che il cancro del seno, se diagnosticato precocemente grazie a programmi di screening sistematici, può essere curato meglio e di conseguenza possono essere salvate delle vite. D’altronde è assodato che nei programmi di diagnosi precoce sistematica possono essere individuati anche tumori con un decorso relativamente benigno e lento, senza conseguenze letali. Non va inoltre trascurato lo stress psicologico delle donne sottoposte a mammografia, cui viene comunicato un esito sospetto che tuttavia, dopo ulteriori accertamenti, si rivela infondato. Soppesando tutti i fattori, molti Paesi, tra cui la Svizzera, hanno deciso di introdurre i programmi di diagnosi precoce sistematica. In un suo rapporto che analizza i programmi nazionali in atto da 25 anni, pubblicato alla fine di gennaio 2014, il Consiglio della sanità dei Paesi Bassi raccomanda di proseguire con la diagnosi precoce del cancro del seno mediante mammografia.
Per ottimizzare l’utilità di questi programmi, rivestono un ruolo centrale la qualità delle mammografie e la loro interpretazione, nonché lo svolgimento degli accertamenti successivi più appropriati e dei trattamenti necessari. L’UFSP ritiene opportuno migliorare la garanzia della qualità. La maggiore insicurezza è riscontrata soprattutto nella qualità delle mammografie per la diagnosi precoce eseguite al di fuori dei programmi cantonali, e che quindi sfuggono al controllo. Attualmente, sotto la direzione della Lega svizzera contro il cancro e con il coinvolgimento degli ambienti interessati, si sta lavorando a una proposta per adeguare l’ordinanza sulla garanzia della qualità dei programmi di diagnosi precoce del cancro del seno mediante mammografia, emanata nel 1999, alle direttive europee in materia. In una seconda fase, l’UFSP esaminerà le proposte e proporrà al Dipartimento misure di attuazione appropriate. In previsione di un necessario miglioramento delle basi di dati, è in corso di elaborazione una legge federale sulla registrazione dei tumori.
Non sono mutati né i fondamenti scientifici che dimostrano l’utilità della diagnosi precoce del cancro del seno né l’obiettivo di introdurla in tutta la Svizzera, così come sancito nella Strategia nazionale contro il cancro 2014-2017, adottata dalla Confederazione e dai Cantoni. Attualmente l’UFSP non vede la necessità immediata di modificare tale strategia. I recenti rapporti e valutazioni pubblicati a livello internazionale saranno tuttavia esaminati e all’occorrenza sottoposti ai gruppi di esperti che forniscono consulenza alla Confederazione.