Papa Francesco ha lasciato un’intervista a Ferruccio De Bortoli, caporedattore del Corriere della Sera, in cui parla del suo primo anno da Pontefice
Nell’intervista sul Corriere della Sera, pubblicata in occasione del mercoledì delle ceneri, Papa Francesco si è espresso su vari argomenti, come la famiglia, la povertà, Benedetto XVI, il ruolo delle donne e anche su se stesso e su come lo dipingono da “star”. Con l’umiltà che lo distingue Papa Francesco ha spiegato che non deve essere considerato come una sorta di Superman o una star perché anche lui “è un uomo che ride, piange, dorme tranquillo e ha amici come tutti, una persona normale”. E ancora “Sigmund Freud diceva, se non sbaglio, che in ogni idealizzazione c’è un’aggressione. Dipingere il Papa come una sorta di Superman, mi pare offensivo”.
Alla domanda se la Chiesa fosse già così come Papa Francesco l’avrebbe voluta un anno fa, ha risposto “Io nel marzo scorso non avevo alcun progetto di cambiamento della Chiesa. Non mi aspettavo questo trasferimento di diocesi, diciamo così. Ho cominciato a governare cercando di mettere in pratica quello che era emerso nel dibattito tra cardinali nelle varie congregazioni. Nel mio modo di agire aspetto che il Signore mi dia l’ispirazione. Le faccio un esempio. Si era parlato della cura spirituale delle persone che lavorano nella Curia, e si sono cominciati a fare dei ritiri spirituali. Si doveva dare più importanza agli Esercizi Spirituali annuali: tutti hanno diritto a trascorrere cinque giorni in silenzio e meditazione, mentre prima nella Curia si ascoltavano tre prediche al giorno e poi alcuni continuavano a lavorare”.
Inoltre per la prima volta il Pontefice ha detto che un Papa emerito in futuro dovrebbe di certo poter partecipare alla vita della Chiesa, non è una statua in un museo. Papa Francesco parla nell’intervista del rapporto con il suo predecessore, Benedetto XVI è “discreto” dice, ma “abbiamo deciso insieme sarebbe stato meglio vedesse gente, uscisse e partecipasse alla vita della Chiesa”.
Un pensiero è andato ai nonni: “danno forza alla famiglia, non meritano di finire in una casa di riposo”, mentre sulla famiglia, “che attraversa una crisi molto seria”, serve “riflettere molto in profondità”. Solo così si “potranno affrontare seriamente le situazioni particolari, anche quelle dei divorziati”. “Il matrimonio – dice Papa Francesco al Corriere – è fra un uomo e una donna” e per quanto riguarda le unioni civili “bisogna vedere i diversi casi e valutarli nella loro varietà”.
Alla domanda sul delicato tema degli abusi sui minori, il Papa non ha esitato a rispondere, dicendo “due cose. I casi di abusi sono tremendi perché lasciano ferite profondissime. Benedetto XVI è stato molto coraggioso e ha aperto una strada. La Chiesa su questa strada ha fatto tanto. Forse più di tutti. Le statistiche sul fenomeno della violenza dei bambini sono impressionanti, ma mostrano anche con chiarezza che la grande maggioranza degli abusi avviene in ambiente familiare e di vicinato. La Chiesa cattolica è forse l’unica istituzione pubblica ad essersi mossa con trasparenza e responsabilità. Nessun altro ha fatto di più. Eppure la Chiesa è la sola ad essere attaccata”. E ancora Papa Francesco dimostra di essere uno di noi, quando alla fine dell’intervista permette ai lettori perfino di dare un’occhiata nella sua vita privata da giovane, quando De Bortoli chiede se si è mai innamorato racconta che “Nel libro Il Gesuita, racconto di quando avevo una fidanzatina a 17 anni. E ne faccio cenno anche ne Il Cielo e la Terra, il volume che ho scritto con Abraham Skorka. In seminario una ragazza mi fece girare la testa per una settimana. Ne parlai con il mio confessore”.
È passato un anno da quando dalla Cappella Sistina è uscito la fumata bianca e tutto il mondo ha aspettato con curiosità il nuovo Papa. Alle 20.13 l’annuncio “Habemus papam”: Jorge Mario Bergoglio, il 76enne argentino (primo sudamericano in questo incarico), è il nostro nuovo Papa, Papa Francesco. Vediamo alcune date importanti del suo primo anno.
2 giugno 2013
Alle 17 e per un’ora i fedeli di tutto il mondo si fermano per l’adorazione eucaristica nelle proprie chiese. Papa Francesco presiede a San Pietro. È la prima iniziativa di questo genere nella storia della Chiesa.
5 luglio 2013
Pubblicata la prima enciclica “Lumen Fidei”: “assume” il lavoro di Ratzinger e lo integra. Il credente, scrive Bergoglio, “non è arrogante. La fede non è una verità che si può imporre”. Lo stesso giorno firma decreto per la canonizzazione di Giovanni Paolo II e ordina quella di Giovanni XXIII.
8 luglio 2013
Visita Lampedusa. Per ricordare i tanti migranti che hanno perso la vita in mare, lancia una corona di fiori in mare. “Oggi c’è una globalizzazione dell’indifferenza”.
22 luglio 2013
Francesco parte per Rio de Janeiro dove si svolge la Giornata mondiale della Gioventù. La veglia con due milioni di giovani si tiene nella spiaggia di Cobacabana: “Conto su di voi, demolite la violenza e l’odio”.
29 luglio 2013
Durante il viaggio di ritorno dal Brasile parla con i cronisti sull’aereo, dice: “Chi sono io per giudicare i gay?”.
Indice una giornata di digiuno e preghiera per la pace in Siria e nel Medio Oriente. A piazza San Pietro una veglia: “La guerra è una sconfitta per l’umanità”. Manda anche una lettera ai leader dei G20 perché evitino la guerra in Siria.
24 novembre 2013
Bergoglio chiude l’anno della Fede. Per la prima volta esposte in pubblico le reliquie di San Pietro.