Continuano le proteste antigovernative
Le proteste in Venezuela che ormai si susseguono da un mese hanno causato almeno 27 morti e più di 320 feriti, tra i morti ci sarebbe anche un bambino. È questo il tragico bilancio delle proteste antigovernative secondo la responsabile della Procura nazionale del Paese sudamericano, Luisa Ortega Diaz. “Abbiamo ricevuto 25 denunce regolarmente registrate” spiega Ortega, sottolineando che “15 funzionari dello Stato sono stati arrestati”.
A Caracas, migliaia di studenti simpatizzanti del governo si sono trovati per strada per commemorare le prime vittime di queste proteste antigovernative un mese fa. Una dimostrazione con circa 3000 partecipanti nella città principale non era stata autorizzata ed è stata impedita da parte della polizia che ha usato gas lacrimogeno. Anche a San Cristòbal, Mérida e Valencia ci sono state nuove manifestazioni dell’opposizione contro il capo di Stato Maduro. Ora l’Unasur (Uniòn de Naciones Suramercanas), la Confederazione di stati sudamericana, vuole intervenire, a Caracas cercando di ristabilire un dialogo tra le due fronti antistanti. Entro l’inizio di Aprile organizzeranno una commissione apposita per intervenire in questo senso, così è stato deciso dai ministri degli esteri dell’Unasur a Santiago de Chile, secondo quanto riportato dall’agenzia stampa Emol. L’opposizione protesta contro la strettoia di approvvigionamento e lo stile di governare sempre più autoritario di Maduro. La rabbia si rivolge anche verso la criminalità sempre più diffusa, contro funzionari corrotti e la situazione miserabile economica generale che causa sempre più restrizioni.
Esplulsione dell’ambasciatore di Panama
Il governo venezuelano nel frattempo ha espulso l’ambasciatore di Panama e altri tre diplomatici, ordinando loro di lasciare il Paese entro 48 ore. Dopo l’espulsione dei tre diplomatici americani, è dunque il turno di Panama, all’indomani della rottura delle relazioni fra Caracas e Panama City. “Abbiamo ricevuto una nota dal ministro degli Esteri venezuelano che dichiarava i nostri quattro diplomatici ‘persone non grate’”, ha affermato il vice ministro degli Esteri di Panama, Mayra Arosemena. Il presidente venezuelano Nicolàs Maduro ha annunciato, infatti, di aver rotto le relazioni diplomatiche con Panama in seguito alla convocazione di un incontro privato di vari Stati americani, la conferenza avrebbe avuto come obiettivo quello di risolvere la situazione a Caracas, “nessuno può cospirare contro di noi chiedendo un intervento contro la nostra patria”, ha dichiarato Maduro.
Unasur Intervengono i paesi vicini
Il capo di Stato Nicolàs Madura ha annunciato una seduta del gabinetto di sicurezza, secondo cui Maduro vuole consultarsi su “provvedimenti drastici” nei posti in allarme. Ancora Madura ritiene responsabile l’opposizione per le proteste così violenti. Lo scorso mercoledì, i Paesi membri dell’Unasur, tra cui l’Argentina, Bolivia, Brasile, Chile, Ecuador, Guyana, Colombia, Paraguay, Peru, Surinam, Uruguay e Venezuela, si sono incontrati però ancora è tutto da vedere cosa possano ottenere da questo incontro. È la prima volta che il governo venezuelano ha accettato un tentativo internazionale di trovare una soluzione.
L’Unasur è stata fondata nel 2008 per risolvere problemi della regione senza condizionamenti esterni, soprattutto da parte degli USA. La presidente brasiliana Dilma Rousseff, già qualche giorno prima aveva proposto di fare questa seduta con la commissione “I presidenti degli stati membri hanno incaricato della fondazione della commissione i loro ministri degli esteri, questa potrebbe essere composta da un rappresentante per ogni stato della regione e agire come mediatore per stabilizzare la situazione in Venezuela”. Maduro, a questo punto, si è mostrato d’accordo: “speriamo che l’Unasur possa fondare subito questa commissione. Qualsiasi sostegno da parte dell’America latina è benvenuto” ha detto, spiegando che si fida dei ministri degli esteri e sostenendo ancora una volta che la commissione si accerterà del “comportamento violento e contrario alla legge dell’opposizione”.