Scienza Attiva propone da diversi anni un progetto di educazione scientifica che coinvolge classi delle scuole superiori di tutta Italia e, da quest’anno, grazie alla nostra adesione, anche dell’estero. L’attività è progettata dal Centro Interuniversitario Agorà Scienza e rientra nelle azioni volte a definire un nuovo rapporto tra scienza e società.
Si tratta di un progetto largamente basato sull’uso del web e che utilizza gli strumenti della democrazia partecipativa per affrontare temi di carattere scientifico e tecnologico di grande attualità e impatto sociale, come gli argomenti presentati quest’anno: le cellule staminali, l’energia, le nanotecnologie. Il percorso proposto rende i partecipanti protagonisti del processo di apprendimento, stimolando curiosità, creatività e senso critico e mette in relazione il mondo della ricerca scientifica con il mondo della scuola. La III liceo, iscritta al progetto, ha scelto come tema le cellule staminali.
Ecco alcuni estratti dai lavori della classe.
“Negli ultimi anni si è sentito spesso parlare di cellule staminali, ma cosa sono? Le cellule staminali sono cellule senza un determinato compito e sono in grado di replicarsi indefinitamente e allo stesso tempo diventare tessuto-specifiche. Per questo i ricercatori hanno pensato di sfruttare le loro proprietà per ottenere la riparazione di tessuti danneggiati e per sviluppare terapie innovative per diversi tipi di malattie. Questo tipo di medicina è detta rigenerativa e l’obiettivo che si propone è quello di guarire sfruttando e regolando le potenzialità nascoste dei nostri tessuti.” Ilenia Siciliano
“La scienza è senz’altro frutto di ricerca e sperimentazione. L’uomo tenta di risolvere questioni a lui ancora sconosciute. Riteniamo complesso volere immedesimarci nella vita di scienziati che lavorano costantemente su progetti che a volte si rivelano fallimentari. Eppure serve anche questo: l’errore permette di escludere qualcosa, di avvicinarsi sempre più alla verità, di non arrendersi subito davanti alle difficoltà.” Federica Bradi
“Le cellule staminali potrebbero essere un grande passo per lo sviluppo della medicina moderna, ma ancora non sono state sottoposte a tutte le fasi della prassi obbligatoria e necessaria per valutare se siano un beneficio o se causino danni. Ci troviamo davanti a una scienza, la medicina, che non è una scienza, come ha spiegato in un’intervista il dottor Bonfanti, professore di Anatomia veterinaria all’Università di Torino e ricercatore presso il Neuroscience Istitute di Orbassano (TO): infatti uno stesso farmaco non ha gli stessi effetti su tutti i malati e questo rende ancor più difficile la valutazione degli effetti collaterali. Poi quando si è malati, o i malati sono familiari o amici, è difficile essere obiettivi.” Felice Serrao
“Dietro a qualunque lavoro scientifico c’è una dura legge che ne segue i movimenti, ma dietro ogni dura legge c’è anche chi non la rispetta, come nel caso di un ricercatore tedesco dell’inizio del Novecento: Gerhard Domagk. Per caso scoprì i primi sulfamidici, provandoli sulla figlia che rischiava l’amputazione di un braccio a causa di un’infezione. Decise di iniettarle la nuova sostanza, un colorante chimico, senza la dovuta sperimentazione, sapendo solo che era servita per salvare la vita di topi di laboratorio infetti. Noi forse non riusciamo a cogliere che le regole, solitamente, non sono fatte per capricci personali, ma per tutelare le persone, ed in uno scenario negativo, dove fosse morta della gente, e magari la figlia stessa, sarebbero scoppiati scandali uno dietro l’altro che lo avrebbero trattato come un mostro cinico che era solo in cerca di un successo personale.” Stefano Licata
“Secondo me le cellule staminali devono essere sperimentate seguendo il metodo scientifico (sperimentazione su animali, poi su volontari ecc.) e, se si hanno dei risultati positivi, iniettarle ai pazienti. Lo Stato dovrebbe permettere l’uso del metodo stamina come ultima spiaggia, per chi lo chiede, sollevando l’ospedale, i medici e se stesso da ogni responsabilità in caso la cura non abbia effetto.” Fabio Marchese
“In classe ci siamo confrontati e ci siamo divisi in due gruppi: coloro che pensano che si debbano fare ancora esperimenti prima di legalizzare il metodo stamina, messo a punto da un laureato in lettere, e quelli che pensano che chiunque voglia presentarsi come volontario per il trattamento lo possa fare.” Christian Tamborrini
“Anche se la ricerca ha fatto molti passi avanti, è ancora in fase di sviluppo e viene anche rallentata da problematiche etico-politiche. Non sarebbe infatti possibile fare esperimenti su cellule fecondate, perché, se l’embrione è definito essere vivente e non insieme di cellule, ciò che viene fatto è una sperimentazione su un essere umano non capace di difendersi. La legge in Italia proibisce l’utilizzo di cellule staminali create sul territorio italiano, ma non il trasporto di cellule “straniere” e di conseguenza il loro utilizzo all’interno del Paese.” Giada Carbone
Per concludere, il “problema” va, quindi, analizzato sotto diversi aspetti: medico, bio-etico e politico. Il lavoro è risultato perciò interessante, soprattutto perché ha stimolato nella classe una discussione costruttiva, nel rispetto delle idee altrui.
Classe III Liceo