Anche dopo le elezioni comunali in Turchia, Recep Tayyip Erdogan continua a minacciare i suoi avversari
“Gli avversari della Turchia pagheranno per gli attacchi”, questo era il grido di Erdogan ai suoi sostenitori ad Ankara. La minaccia è rivolta al movimento Gülen e i suoi membri.
Da dicembre Erdogan ha portato avanti una forte lotta per il potere con i membri del predicatore Fethullah Gülen, che vive negli USA. Proprio loro, gli avversari di Erdogan, avevano usato internet per diversi scoperte e pubblicazioni di registrazioni di conversazioni. Dopodiché Erdogan ha fatto bloccare Twitter e Youtube per evitare altre pubblicazioni spiacevoli. Le elezioni comunali valgono come test per capire quali siano le chance di Erdogan, che ad agosto si candiderà da presidente della repubblica. Dopo le elezioni, il partito di Erdogan AKP ha avuto ben 45,5% dei voti, mentre il partito di opposizione più importante ha ricevuto il 28% dei voti posizionandosi al secondo posto.
Dopo diverse proteste nel giorno delle elezioni sono state uccise almeno otto persone, in due luoghi della provincia del sud Hatay e Sanliurfa ci sarebbero state diverse sparatorie di appartenenti delle due parti. Due attiviste del gruppo Femen hanno dimostrato ad Istanbul, in uno dei seggi elettorali, saltando su un tavolo e facendo vedere il petto nudo con scritto “Proibite Erdogan”, tutte due sono state arrestate. I provvedimenti drastici di Erdogan contro i suoi avversari sono stati criticati a livello internazionale, dopo la decisione di limitare l’accesso a vari siti internet. L’ente turco che gestisce l’internet ha sbloccato l’accesso a Twitter, che il 20 marzo era stato bloccato, dopo che la corte ha deciso di sbloccarlo. Twitter era stato bloccato dal governo dopo che un’agenzia stampa ha diffuso accuse di corruzione contro Erdogan e i suoi pendagli.
Erdogan ha criticato la corte costituzionale del suo paese per lo sblocco di Twitter, “non rispetto questo giudizio”, e ha rimproverato il tribunale di aver preso una decisione “contro i valori nazionali e morali” della Tuchia. Non si tratterebbe di diritti di libertà, ma di un’azienda americana. Secondo Twitter, anche la piattaforma Youtube sarebbe stata sbloccata, la corte di Ankara avrebbe ritirato il divieto d’accesso che era stato attivato dopo che il 27 marzo è apparsa sulla piattaforma la registrazione di un colloquio confidenziale di impiegati del governo sulla situazione in Siria e tra l’altro un’eventuale intervento militare della Turchia.
La giustizia turca accusa un giornalista critico perché avrebbe offeso il presidente del consiglio Recep Tayyip Erdogan. Il pubblico ministero chiede la reclusione fino a due anni e otto mesi per l’editorialista Emre Uslu, questo lo hanno riferito alcuni giornali turchi lo scorso venerdì. Nel quotidiano turco “Taraf”, Emre Uslu aveva criticato la politica scolastica del governo, secondo la procura della Repubblica con questo articolo avrebbe offeso Erdogan. Non è assolutamente la prima volta che Erdogan cerca di togliere di mezzo persone che guardano il suo modo di governare in maniera critica. Insieme alla denuncia contro Uslu sono stati denunciati altri due giornalisti, un ufficiale della polizia e un commentatore televisivo, sempre per lo stesso motivo: offesa. Erdogan aveva inoltre chiesto davanti alla giustizia un divieto per gli accusati di andare all’estero.
Durante gli undici anni del periodo di governo, Erdogan in passato ha spesso denunciato giornalisti, ma in quei casi chiedeva risarcimenti per i danni morali, negli ultimi casi invece si parla di pene detentive.