Calpestata una giovane ragazza in piazza a Roma durante manifestazione
Tutti l’hanno visto, il video della ragazza calpestata da un poliziotto durante una manifestazione per il diritto alla casa. La ragazza era già per terra quando l’agente sale con un piede sull’addome della giovane ragazza e si allontana come se nulla fosse.
Il poliziotto che si è giustificato dicendo “Non ho visto la manifestante, ho sentito di aver calpestato qualcosa, pensavo fosse uno zainetto” è indagato per lesioni volontarie, aggravate dall’abuso di potere. L’iscrizione è stata formalizzata dal pm Eugenio Albamonte, alla luce dell’informativa della Digos e dei filmati. La manifestante, al momento, non ha presentato alcuna denuncia. Il rischio è che il reato sia improcedibile in assenza di querela, perché quello di lesioni è perseguibile d’ufficio solo per ferite superiori ai venti giorni. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha preso le difese dei poliziotti e considera perfino la chiusura dei centri storici di Roma alle manifestazioni. ”Difendiamo la polizia. È inaccettabile che il centro di Roma sia sottoposto a saccheggi da chi sfascia vetrine e lancia sassi”. Lo afferma il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, durante una conferenza stampa di Ncd sulle europee, replicando così a chi propone un codice di identificazione per le forze dell’ordine dopo gli scontri avvenuti nella manifestazione di Roma sulla casa e alle polemiche che ne sono seguite. Certo, aggiunge riferendosi ad alcuni agenti di polizia, “chi ha sbagliato pagherà” ma “sono insopportabili gli attacchi alla polizia da parte dei giornali che mostrano solo le foto contro i poliziotti”.
Alfano ha mostrato alcune foto che ritraggono manifestanti in atteggiamento violento e dice di essere “contrario al codice di identificazione per le forze dell’ordine. Se questi sono i manifestanti io l’identificativo lo metterei a loro”. La libertà di manifestare “è sacra – continua sempre mostrando le foto – ma tirare razzi non è manifestare” e perciò “siamo pronti a considerare la chiusura dei centri storici alle manifestazioni che possono trasformarsi in saccheggi. Dobbiamo proteggere le città, il turismo e i cittadini”. D’accordo anche Giuseppe Emanuele Cangemi, il consigliere Ncd, “manifestare è una cosa, la guerriglia un’altra. Quello che è accaduto nel cuore storico della Capitale d’Italia, patrimonio universale dell’Unesco non è stata una manifestazione, ma un atto di violenza e illegalità perpetrato a Roma, contro le forze dell’Ordine. La mozione approvata da Roma Capitale che delocalizza i cortei in periferia è un primo passo, bene ha fatto il ministro Alfano a porre un paletto sullo svolgimento dei prossimi. Il centro di Roma non può essere oggetto di simili atti barbari, compiuti sistematicamente da personaggi che utilizzano la piazza come pretesto per commettere reati”. Anche Barbara Saltamartini si è espressa per l’idea di Alfano, portavoce nazionale del Ncd che in una nota ha dichiarato che “la città di Roma non può correre il rischio di essere periodicamente ‘violentata’ da teppisti e facinorosi. Le parole del ministro Alfano in questo senso sono nette e le sosteniamo con convinzione, si ponga un freno a questi scempi o si valuti la possibilità di vietare l’accesso nel centro storico in queste manifestazioni”. È quanto dichiara in una nota il portavoce nazionale del Ncd, Barbara Saltamartini. “Già in passato – prosegue – la precedente amministrazione aveva ravvisato l’insostenibilità di queste situazioni a rischio per la città. Si tratta di un oltraggio per i romani, per la capitale e la sua storia, e per tutti quei manifestanti che pacificamente vogliono portare in piazza le proprie idee. Vanno prese delle misure forti, come forte – conclude Saltamartini – rimane il nostro sostegno alle donne e agli uomini delle forze dell’ordine”.
Facendo inoltre riferimento anche alla vicenda di Dell’Utri, Gennaro Migliore, presidente dei deputati di Sinistra Ecologia Libertà (Sel) ha replicato “la polizia si rafforza, soprattutto nella sua funzione di garanzia costituzionale, se il Ministero dell’Interno fa la propria parte e non si mette a fare sterili polemiche. La garanzia delle manifestazioni è un diritto costituzionale, usare una polemica con noi per vietarle è aberrante”. “Piuttosto vorrei sapere se il ministro – prosegue – dopo che ci fornirà spiegazioni sull’affaire Dell’Utri, ci dica se condivide o meno le dichiarazioni del prefetto Pecoraro che non fanno bene al prestigio delle istituzioni. Considero di ben altro equilibrio le dichiarazioni del Capo della Polizia Pansa e considero la Polizia un organo necessario all’ordine costituzionale. Per questo ho presentato una proposta per introdurre un codice identificativo degli agenti in piazza”. “Ad Alfano, infine, vorrei dire che criminalizzare il dissenso è un errore gravissimo, mentre – conclude il capogruppo di Sel – affrontare il tema di garantire che non ci siano episodi di abuso della forza pubblica è un dovere civile”.
E infine Gianluca Peciola, capogruppo Sel in Campidoglio, facendo il paragone con il resto dell’UE ha dichiarato “le parole di oggi del Ministro dell’Interno Alfano non fanno che gettare benzina sul fuoco e rischiano di alimentare la tensione sociale. Sono gli agenti che devono indossare i caschi con numeri identificativi come avviene in tutta Europa. Non si può coprire politicamente la violenza di alcune forze dell’ordine. Su questo tema deve essere riaperta la discussione in sede parlamentare. Il Ministro dell’Interno o comprende che alla gravità del conflitto dovuto alla crisi economica e alle politiche di austerità si deve rispondere con politiche di welfare e di mediazione sociale, oppure sono necessarie le sue dimissioni. Anche la proposta di spostare le manifestazioni fuori del centro storico è irricevibile oltre che costituzionalmente inaccettabile. Sono i palazzi del potere che in caso devono essere spostati, nell’ottica del decentramento di cui la città ha bisogno”.