Continua la situazione di crisi in Ucraina, dove sono stati catturati otto ostaggi del team di osservatori internazionali, l’Osce aumenta il numero di inviati e gli USA impostano altre sanzioni
Il presidente ad interim ucraino Oleksandr Turchynov ha dichiarato lo scorso giovedì che il suo Paese non si arrenderà a quella che ha definito “una minaccia terroristica” e ha dunque intimato alla Russia di “non interferire più” negli affari interni di Kiev.
L’Osce aumenterà il numero di inviati in Ucraina se Kiev sarà in grado di garantire la loro incolumità. Lo ha detto all’AFP il presidente dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa Didier Burkhalter, a margine della conferenza che si è tenuta lunedì nella città svizzera di Interlaken. “Non vogliamo interrompere la missione, ma è nostra responsabilità assicurarci che la situazione si assesti”, ha aggiunto il leader dell’Osce, che ha pianificato di accrescere il numero dei suoi inviati da 122 a 500. Il sequestro di un team di osservatori internazionali ha aumentato le preoccupazioni per la situazione nel Paese, ha spiegato Burkhalter, aggiungendo che “la sicurezza deve essere garantita dalle autorità ucraine”. I miliziani filorussi in Ucraina hanno definito ieri gli otto ostaggi catturati venerdì scorso come “prigionieri di guerra”. Uno di loro, di nazionalità svedese e sofferente di diabete è stato liberato sabato, ma quattro tedeschi, un polacco, un danese e un ceco sono ancora sotto sequestro. I ribelli hanno catturato anche quattro rappresentanti dell’Osce di nazionalità ucraina, dei quali non si hanno più notizie.
Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni a sette funzionari russi e 17 compagnie legati al giro del presidente Vladimir Putin per punirlo di quelli che considerano “atti di provocazione” in Ucraina. Washington ha previsto inoltre di dare una riduzione alle licenze di esportazioni verso la Russia di beni ad alta tecnologia che potrebbero essere utilizzati a scopo militare. Lo ha annunciato la Casa Bianca con un comunicato diffuso da Manila, dove il presidente Barack Obama si trova in visita di Stato.
Ed è seguita subito la risposta di Sergei Ryabkov, vice ministro degli Esteri russo: “Ovviamente risponderemo e la nostra risposta avrà effetti dolorosi su Washington”, lo ha detto Ryabkov commentando le sanzioni annunciate dagli Usa contro funzionari e compagnie russe per la crisi in Ucraina. Ryabkov non ha aggiunto dettagli, ma ha detto che la Russia ha “una vasta gamma” di opzioni possibili. Secondo il vice Ministro, “gli Stati Uniti hanno completamente perso il contatto con la realtà e stanno spingendo verso una escalation della crisi”.
Intanto l’America ha inviato 150 soldati in Estonia per fronteggiare la crisi con la Russia. Una compagnia composta da 150 soldati della 173ma Brigata aviotrasportata dell’esercito americano è arrivata lunedì in Estonia completando il dispiegamento dei 600 uomini nella regione previsto da Washington. I militari statunitensi sono atterrati presso la base aerea di Amari, dove sono stati accolti dal presidente estone Toomas Hendrik Ilves e stazioneranno presso il porto di Paldiski sul Mar Baltico almeno fino alla fine dell’anno. Gli altri 450 soldati americani inviati sono stati già dispiegati in Polonia, Lettonia e Lituania.