Sinonimo di divorzio, questione economica, svantaggio o beneficio, felicità o un vantaggio per la salute, pare che siano tantissime le facce del matrimonio
“PERCHÉ MI SONO SPOSATO/A?”
“Perché mi sono sposato/a”, secondo un articolo pubblicato da Vanity Fair sulle domande più strane poste a google mensilmente, è questa la terza domanda più posta al motore di ricerca. Ben 40’500 volte al mese viene chiesto a google il motivo del proprio matrimonio e anche se non siamo sicuri di cosa le persone si aspettino della ricerca, la domanda ci ha fatto riflettere. Il coronamento del sogno d’amore, l’abito bianco, la fede, i regali, gli ospiti, sono queste le cose a cui dovrebbero pensare le coppie durante le preparazioni matrimoniali, invece non lo è affatto. Da un’indagine pubblicata sulla rivista scientifica “Family Relations”, condotta dai due ricercatori Sharon Sassler della Cornell University e Dela Kusi-Appouh dell’università dell’Oklahoma, emerge che oggi il matrimonio sarebbe quasi un sinonimo di divorzio, infatti farebbe venire in mente immagini molto tristi come quelle di avvocati, carte bollate, lacrime e tristezza, le immagini di separazione. Più di sette coppie conviventi su dieci hanno dichiarato di vedere nel matrimonio il sinonimo di divorzio. Oltre i due terzi delle coppie intervistate, ha ammesso di essere preoccupato per l’affrontare le conseguenze emotive, sociali, legali ed economiche di un’eventuale divorzio. Secondo lo studio ci sarebbero differenze tra le classi sociali, per le coppie di classe più bassa il matrimonio è una “trappola” che porta più svantaggi che benefici. Nella classe più benestante invece il matrimonio è meglio accettato come rituale sociale e interpretato come un passaggio naturale.
Sud Italia: meno divorzi per la crisi
Che ci sia l’influenza economica quando si parla di divorzio lo dimostra anche il fatto che al Sud d’Italia su 90’000 separazioni giudiziarie concesse nel 2012 in Italia, Napoli e la Campania sono ferme a 7’900. Un dato che a prima vista sembra positivo, ma è tutt’altro. Questo emerge dall’analisi sulle coppie, effettuata al convegno “Della famiglia alle famiglie”, che si è tenuto al Maschio Angioino di Napoli, organizzato dal gruppo di lavoro della psicoterapeuta Roberta De Martino, giudice onorario presso il Tribunale dei Minorenni di Napoli. La quota dei divorzi non rimarrebbe ferma perché le coppie non lo vorrebbero effettivamente, ma perché non ci sarebbero più i soldi per mantenere due case e due famiglie. Il divorzio diventa un lusso, e i separati i “nuovi poveri”.
“La crisi economica ha inciso molto sul reddito dei separati che sono da considerare, ormai i nuovi poveri – afferma Valentina Di Giovanni, presidente dell’Ami, associazione avvocati matrimonialisti italiani – Al sud si resta sotto lo stesso tetto perché costa meno, anche se non si va più d’accordo – continua la Di Giovanni – la disoccupazione femminile è ancora altissima e il reddito del partner spesso l’unica fonte di sostentamento”. “Separarsi significa mantenere due case, pagare due condomini, raddoppiare le bollette” conferma Roberta De Martino. E l’avvocato De Giovanni ricorda “Applichiamo già un tariffario calmierato, e poi ricordiamo che a certe condizioni di reddito si ha accesso al gratuito patrocinio a spese dello Stato”. “La mediazione è fondamentale per abbassare il conflitto soprattutto nell’interesse dei figli” sottolinea l’avvocato Cecilia Gargiulo vice coordinatore del comitato Diritto dei minori. Il convegno “Della famiglia alle famiglie” ha presentato inoltre questa proposta: “Offrire alle coppie in crisi, tra la richiesta di separazione e la prima udienza presidenziale, quattro incontri di mediazione familiare a 250 euro per cercare di appianare i conflitti, soprattutto nell’interesse dei figli, alla luce della nuova normativa (legge 219 del 2012) che sposta la competenza in materia di separazione e regolamentazione dei rapporti con i figli nelle coppie di fatto dal Tribunale per i minorenni a quello ordinario”.
Matrimoni più lunghi in Svizzera
Dati davvero positivi invece li fornisce la Svizzera, secondo le ultime statistiche, nel 2013 si sono sposati 39’500 coppie, mentre 17’000 hanno divorziato. Questo corrisponde ad una quota di divorzio del 43%, un dato che, paragonato all’anno 2005, è molto positivo perché nel 2005 la quota dei divorzi era del 53,3%. Inoltre le coppie oggi starebbero insieme più a lungo, mentre nel 1993 la durata del matrimonio media, prima di divorziare, era di 12 anni, il matrimonio delle coppie divorziate l’anno scorso è durato 14,7 anni in media. Ci sarebbero inoltre differenze regionali, i matrimoni che durano meno di tutte sono quelli nei cantoni Neuchâtel e Vaud, nel 2013 ci sono stati più di due divorzi ogni 1000 abitanti. Nella maggior parte dei cantoni della Svizzera centrale e quella dell’est il numero di divorzi si trova sotto il 1,75 ogni 1000 abitanti, più divorzi sono stati registrati solo nel cantone di Zurigo, Zugo, Appenzello esterno. Nel canton Obvaldo i matrimoni tengono più a lungo, con soli 0,9 divorzi ogni 1000 abitanti.
Il terapeuta Klaus Heer, esprimendosi su 20min.ch, ha commentato questo cambiamento positivo così: “Uomini e donne piano piano stanno realizzando che è inutile fantasticare su un partner dei sogni astratto. Hanno capito che può convenire, fare ogni giorno qualcosa per un matrimonio di lunga durata”. Inoltre l’esperto, presume che oggi le persone cercano più di una volta, anche di evitare lo stress che un divorzio può causare.
Il matrimonio fa bene al cuore
Analizzando le statistiche e forse anche sentendo di esperienze nel proprio giro di amici o in famiglia si capisce che nel matrimonio non sempre è tutto rose e fiori, nonostante ciò però è anche vero che la gente continua a sposarsi, forse proprio perché alla fine pensare ad un futuro insieme e a figli che ne possono seguire, non è poi così orrendo. C’è inoltre un vantaggio particolare, il Sì avrebbe un’influenza positiva sul nostro cuore, parliamo proprio dell’organo, non solo del simbolo dell’amore. Secondo le analisi di dati relativi a oltre 3,5 milioni di persone, i ricercatori del New York University’s Langone Medical Center, le persone sposate avrebbero in media un rischio ridotto del 5% di avere una malattia cardiovascolare. Considerando che le malattie cardiovascolari sono ancora una delle maggiori cause di invalidità o morte, questo dato è molto significativo. Il mal d’amore influirebbe sulla salute del cuore in diversi modi, che si differenziano anche in base alla situazione sentimentale. I ricercatori hanno scoperto che i divorziati sono più soggetti alle malattie vascolari, con i maggiori problemi alle arterie come l’aorta o problemi cerebrovascolari. Per quanto riguarda i vedovi, le malattie più frequenti sono quelle coronariche e quelle che interessano la vascolarizzazione degli arti inferiori.
Come gestire il proprio matrimonio, migliaia di consigli, chat, forum, test e studi, questo e molto altro esce su google quando cerchiamo il motivo del nostro matrimonio. I consigli per un matrimonio felice non mancano di certo, però vedendo che sono davvero vari e tutti diversi, si capisce che non esiste una tattica sicura. Un consiglio, ancor prima dell’avvento di google e di internet, ce lo dà Anita Ekberg: “Quello che conta nel matrimonio è litigare in armonia”.