Christoph Blocher si ritira a fine maggio dal Consiglio nazionale. Lo ha annunciato lo stesso deputato ed ex consigliere federale dell’UDC sul suo portale internetTeleblocher
“Annuncio oggi il ritiro per il 31 maggio”, ha affermato Christoph Blocher in una videointervista lo scorso venerdì, precisando di aver inviato nella stessa mattinata una lettera al presidente dell’UDC Toni Brunner. Il consigliere nazionale, vicepresidente del partito, ha affermato di sprecare il suo tempo nel Consiglio nazionale, perché il parlamento è diventato troppo burocratico. Vuole ora rendere prioritario il suo lavoro politico al di fuori di esso e concentrarsi in particolare sulle votazioni popolari. Christoph Blocher, classe 1940, industriale, era stato eletto per la prima volta consigliere nazionale nel 1979. Nel dicembre 2003 era stato eletto nel Consiglio federale, dal quale era stato escluso quattro anni più tardi per essere sostituito da Eveline Widmer-Schlumpf. Nella Camera del popolo è tornato nel 2011.
Il consigliere federale dell’UDC Ueli Maurer si è dichiarato molto sorpreso dell’annunciato ritiro di Christoph Blocher: in margine a un incontro con la stampa lo ha definito “il politico di maggiore spicco degli ultimi decenni”. Blocher è un politico “eccezionale” e non potrà dunque “essere sostituito in formato 1:1”, ha detto Maurer. Per l’UDC – ha aggiunto – le dimissioni non sono tuttavia un problema, perché il partito dispone di molti politici competenti. Secondo Maurer il ritiro presenta anche l’opportunità per qualcuno di uscire dall’ombra di Blocher. “Spreco troppo tempo in parlamento”: si è infatti talmente “burocratizzato” che praticamente soltanto politici di professione possono ancora sedervi, “è molto peggio di una volta”, ha dichiarato il leader carismatico dell’UDC in un una videointervista pubblicata su Teleblocher.ch. Poco dopo la notizia di dimissioni dal Consiglio nazionale Blocher ha rivelato i suoi prossimi passi. Blocher avrebbe pensato già da tempo alla pianificazione del suo futuro. In un’intervista alla “SonntagsZeitung” ha parlato di vari programmi che sta progettando.
Uno dei primi punti in programma è l’organizzazione Ue-No di cui è previsto l’ampliamento a 30’000 membri. Inoltre ha già disposto il budget per la prossima votazione UE: “Calcolo con circa quattro o cinque milioni di franchi” ha rivelato nell’intervista. E se non bastano, li tira fuori dal proprio portafogli. Le prime manifestazioni si terranno a giugno, Blocher ha in mente di coprire la Svizzera di una valanga vera e propria di propaganda anti-Ue. Blocher ha deciso di iniziare con le manifestazioni già a giugno, anche se una votazione sull’adesione della Svizzera all’Ue è aspettata tra circa due anni. I sostenitori del bilaterismo però ancora non hanno progetti precisi per fare fronte alla propaganda di Blocher e il suo comitato e come ribattere all’affermazione che nel prossimo passo si tratterà soltanto della questione di aderire o non all’Unione europea. Secondo Blocher, “i valori centrali del nostro paese, che garantiscono la libertà, il benessere e la sicurezza della popolazione, sono in questo momento estremamente minacciati dalla politica che si fa attualmente a Berna”. A suo avviso, la battaglia contro l’UE funziona soltanto tramite le votazioni popolari, perché anche i media sono eurofili. E “le votazioni popolari richiedono molto tempo”.
Un altro progetto di Blocher è un’iniziativa popolare nuova che dovrebbe cambiare il parlamento e ridurre le entrate del Consiglio nazionale e di quello degli Stati. “Le entrate sono da ridurre a massimo un terzo di un salario annuale buono – diciamo 50’000 franchi fissi all’anno – le entrate delle sedute sono da abolire”, ha continuato Blocher nell’intervista. Inoltre Blocher ce l’ha con le commissioni “Le continue commissioni con eccezione di quella delle finanze devono sparire ed essere sostituiti da commissioni adhoc per progetti concreti.” Commissioni che sarebbero sciolte dopo la consultazione sul progetto. Le dimissioni a sorpresa di Christoph Blocher aprono le porte di Palazzo federale al banchiere 47enne Thomas Matter. Quest’ultimo ha dichiarato all’ats che accetta la carica. Egli avrebbe potuto già sedere alla Camera del popolo dopo la partenza annunciata a inizio marzo di Hans Kaufmann, distintosi sotto il “cupolone” per le sue competenze in ambito finanziario ed economico. Kaufmann aveva infatti espresso la propria preferenza per il fondatore ed ex dirigente della banca Swissfirst, poiché anch’egli esperto in quei settori. Tuttavia, la sezione zurighese dei democentristi gli ha preferito l’agricoltore Ernst Schibli.
Secondo il presidente dell’UDC Toni Brunner, Blocher non si ritira perché stanco e svogliato. “Al contrario, è in forma come non mai” e potrà ora concentrarsi sui temi per lui essenziali. Non ci sono state pressioni da parte del gruppo parlamentare UDC, ha dichiarato Brunner all’ats. Con il ritiro dal Consiglio nazionale Blocher non perderà la sua influenza, ritiene il presidente del PLR Philipp Müller. “Non diventerà neppure un po’ meno scomodo” afferma Müller, che giudica una mancanza di rispetto le sue critiche al parlamento. Pensieri condivisi dal presidente del PPD Christophe Darbellay, che parla di “una uscita dalla porta di servizio, poco elegante”.